Interrogazione parlamentare sulla preoccupante situazione del Consolato Generale di Buenos Aires

Interrogazione parlamentare sulla preoccupante situazione del Consolato Generale di Buenos Aires

Sulla situazione di diffuso e persistente disagio esistente nella circoscrizione consolare di Buenos Aires in conseguenza degli atteggiamenti e delle iniziative assunte nell’ultimo anno dal Console generale Giancarlo Curcio, gli on.li Fabio Porta, Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, raccogliendo numerose sollecitazioni e facendosi interpreti dell’esigenza di superare inquietudini e divisioni, hanno presentato al Ministro degli Esteri un’interrogazione a risposta scritta.

Le circostanze che hanno motivato tale iniziativa parlamentare sono così indicate nel testo dell’interrogazione:

– il Console Generale di Buenos Aires Giancarlo Curcio il 22 marzo 2009, secondo quanto riferito da diverse agenzie di stampa (vedi ad esempio l’agenzia AISE del 24 marzo 2009), ha organizzato presso il teatro Coliseo della città una manifestazione di carattere politico, nella quale il Sen. Esteban Caselli ha annunciato la sua candidatura alla Presidenza della Repubblica Argentina rifiutando esplicitamente di rassegnare le dimissioni da Senatore della Repubblica italiana e determinando, di conseguenza, una condizione di interferenza nella situazione politico-istituzionale di un Paese amico (resa ancor più imbarazzante dalla parte attiva svolta nell’occasione dal Console Generale);
– le manifestazioni di parzialità e le continue forzature del Console Generale si sono ripetute in più occasioni, compreso la preparazione della Festa della Repubblica, svoltasi il 31 maggio 2009, al punto che i rappresentanti delle maggiori espressioni del movimento associativo italiano in Argentina, la FEDIBA e la FEDITALIA, si sono pubblicamente dissociati, dichiarando che “tenendo presente quanto avvenuto nelle ultime manifestazioni organizzate dal Consolato Generale d’Italia al Teatro Coliseo, FEDITALIA e FEDIBA non possono dare la propria adesione a eventi che potrebbero trasformarsi in manifestazioni di partito che non sono ammissibili in una celebrazione ufficiale che è festa di tutti, o a eventi che rischiano di danneggiare i tradizionali rapporti di amicizia tra l’Italia e l’Argentina”;
– non minore disagio, sotto il profilo dell’immagine e dell’interesse nazionale, aveva destato il divieto del Console Generale alle quattro scuole parificate di Buenos Aires di partecipare alla giornata delle Forze Armate del 4 novembre, un diniego dovuto esclusivamente a ragioni di natura personalistica;
– anche sul piano della deontologia professionale e della correttezza istituzionale il Console Generale Curcio non è stato da meno, affermando in più occasioni pubbliche e in interviste di avere “restituito dignità al Consolato, eliminando i vergognosi contingentamenti dei connazionali agli ingressi e le file all’esterno”, trascurando di ricondurre tale esito alle innovazioni tecnologiche disposte prima del suo arrivo in Argentina; citando e riferendosi in maniera dispregiativa ai suoi predecessori Min. Plen. Placido Vigo e Min. Plen. Vincenzo Palladino, nonché all’attuale Ambasciatore d’Italia in Argentina Min. Plen. Stefano Ronca.

A fronte di atteggiamenti di questa natura che hanno evidenziato un comportamento poco consono alla sua delicata missione istituzionale, hanno diviso profondamente l’importante comunità italiana di Buenos Aires e hanno creato imbarazzo e riserve nei rapporti con le autorità di un Paese amico come l’Argentina, gli on.li Porta, Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci, hanno concluso chiedendo quali siano le valutazioni della struttura dirigenziale del MAE e, soprattutto, quale opinione il Ministro degli Affari Esteri si sia formato sull’azione complessiva del Console Generale di Buenos Aires.
Essi, inoltre, hanno chiesto di sapere quali iniziative il Ministro intenda adottare per affrontare e superare al più presto l’incresciosa situazione venutasi a determinare in una delle realtà di emigrazione più importanti del mondo e per riportare equilibrio e serenità nella nostra comunità e nei rapporti con le autorità argentine.

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