Su un lato, una grande nave carica di guerrieri, attorniata da pesci e scialuppe; sull’altro si affrontano due cavalieri, uno con elmo e scudo, l’altro con una lunga asta. Una greca di svastiche e rombi incornicia le due scene.
Il restauro a tempo di record della stele rinvenuta a Cattolica il 22 settembre 2007 non restituisce solo un quadro su pietra di 2500 anni fa ma mette fine a quasi due anni di polemiche.
Da sabato 23 maggio il pubblico potrà finalmente ammirare, al Museo della Regina, la stele daunia rinvenuta esattamente 20 mesi fa nei pressi del cantiere VGS.
All'inaugurazione (ore 11) saranno presenti Luigi Malnati, Soprintendente per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, Antonella Pomicetti, Direttrice del Restauro, e Stefano Lugli, il docente dell’Università di Modena e Reggio Emilia che ha eseguito le analisi sulla pietra.
La stele fu casualmente ritrovata da alcuni cittadini negli scarichi di terreno di fronte al costruendo VGS. Presa in consegna dai Carabinieri di Cattolica è stata subito portata a Bologna, nella Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna, per le valutazioni di competenza.
Fin dal momento del ritrovamento, la stele è stata al centro di una ridda di illazioni proprio mentre le indagini cercavano di chiarire l'autenticità di un monumento tanto importante quanto inconsueto per quest’area, la sua provenienza, lo stato di degrado e le caratteristiche strutturali e compositive.
Le analisi hanno confermato l'origine apula del reperto: la pietra in cui è stata ritagliata è perfettamente compatibile con la regione della Daunia e con altre stele note e già studiate di provenienza apula. Altrettanto pertinente all'ambiente dauno appare sotto il profilo culturale, come attestano le decorazioni e i graffiti di entrambe le facciate.
Il rinvenimento della stele, datata al VI secolo a.C., ha dato il via ad una serie di indagini archeologiche che hanno interessato per oltre 16 mesi l'area del cantiere oggetto di escavazioni, la stessa da cui qualcuno ipotizzava provenisse il monumento funerario.
In realtà, lo scavo ha sì messo in luce evidenze archeologiche di una certa importanza ma nessuna riferibile al periodo della stele. Nello strato più superficiale è stata rinvenuta una necropoli romana di età imperiale mentre lo strato sottostante ha restituito un insediamento del bronzo antico (2000–1700 a.C. circa) di estremo interesse: si tratterebbe infatti non solo di uno dei pochissimi insediamenti di questa età noti in Romagna, ma anche del meglio articolato e indagato.
Non sono invece stati rinvenuti livelli protostorici che si avvicinino cronologicamente ai secoli di pertinenza della stele, confermando così l’ipotesi indiziata dal fatto che il reperto era stato ritrovato in un cumulo di terreno superficiale di scarico, probabilmente proveniente da altre zone.
Le indagini archeologiche si sono svolte sotto la direzione scientifica di Monica Miari (funzionaria SBAER) e sono state condotte sul campo da Erika Valli (Soc. Tecne di Riccione).
Il restauro della stele è stato eseguito da Lucia Vanghi, restauratrice di Bologna, sotto la Direzione Scientifica di Antonella Pomicetti, restauratrice della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Gradara.
Il restauro ha permesso di completare le analisi sulla pietra e soprattutto sulle tracce di colore che enfatizzava certamente la superficie e di cui restano sparsi e labilissimi indizi.
Sono stati inoltre eseguiti i disegni delle scene che decoravano entrambi i lati: da una parte, una grande nave graffita, carica di guerrieri e attorniata da scialuppe e da pesci; dall'altro, due cavalieri in atto forse di affrontarsi, di cui l'uno con lunga asta, l'altro con elmo e scudo, realizzati a bassorilievo appena emergente dal fondo, sotto i quali si rinnovano i richiami marinareschi. Una greca ad incavo molto profondo, con svastiche e geometrie romboidali, forma una cornice che riquadra entrambe le scene.
E' in via di definizione il deposito permanente della stele presso il Museo di Cattolica; in attesa che si esauriscano le necessarie procedure, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per il tramite della Soprintendenza Archeologica, ne ha autorizzato il deposito temporaneo.
Nella stessa giornata sarà anche presentato il nuovo progetto di organizzazione e riqualificazione del polo museale di Via Pascoli-via Cattaneo che entro l'anno vedrà l'apertura al pubblico di uno dei più interessanti ipogei della fascia adriatica: la Galleria Paparoni. Borgocultura è il dépliant che illustra gli ambiti di intervento e ricostruisce le tappe di un itinerario storico-culturale da offrire a visitatori e turisti oltre che ai cittadini di Cattolica.
Sempre il 23 maggio sarà infine presentata la guida breve della mostra Vetus Litus. Archeologia della Foce, stampata dall'Istituto Beni Culturali della Regione presso la stessa stamperia regionale.
La stele sarà a disposizione del pubblico negli orari di apertura del Museo. Dal 25 maggio al 7 giugno, gli orari di visita saranno eccezionalmente estesi a tutti i pomeriggi, dalle 16 alle 19.
Museo della Regina
Via Pascoli n. 23 – Cattolica (RN)
info: 0541 966577 – e-mail museo@cattolica.net
orario museo e mostra “Vetus Litus”: martedì – giovedì 9,30-12,30 / venerdì – domenica 9,30-12,30 e 15,30-19
La Stele Daunia è visitabile dal 25 maggio al 7 giugno 2009 anche dalle 16 alle 19