Egitto mai visto

In anteprima mondiale, a oltre cento anni dalle scoperte, l’esposizione “Egitto Mai Visto” permetterà di ammirare oltre 800 affascinanti ritrovamenti che fanno parte di due sorprendenti collezioni inedite, profondamente diverse tra loro, una proveniente dal Castello del Buonconsiglio e l’altra dal Museo Egizio. La più ricca e straordinaria raccolta, proveniente dai depositi del Museo Egizio di Torino, l’istituzione museale più importante dopo quella del Cairo, si deve al grande archeologo Ernesto Schiaparelli, celebre in tutto il mondo per la sensazionale scoperta della tomba di Kha, l’architetto del faraone Amenofi III.
Grazie agli eccezionali materiali esposti, ai diari di scavo, alle lettere e alla documentazione fotografica, si potrà rivivere l’emozione delle ricerche, effettuate fra il 1908 e il 1920 a Gebelein e soprattutto ad Assiut, la mitica città dove, secondo la tradizione copta, si rifugiò la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto.
Il visitatore anche attraverso ricostruzioni scenografiche di forte impatto, sarà condotto in un viaggio alla scoperta di questo capoluogo di provincia dell’Antico Egitto che per 4000 anni ha custodito i segreti della vita quotidiana e dell’Aldilà.
In mostra saranno proposti diversi sarcofagi a cassa stuccati e con iscrizioni variopinte che racconteranno la vita della classe media, di amministratori provinciali e di piccoli proprietari terrieri nella provincia del Medio Egitto fra il 2100-1900 a.C., fra il Primo Periodo Intermedio e il Medio Regno. I sarcofagi, alcuni dei quali ancora contenenti la mummia, saranno accompagnati da tutti gli elementi del corredo funerario che venivano deposti nelle tombe, vale a dire poggiatesta, specchi, sandali, bastoni, archi e frecce, vasellame, cassette in legno, modellini di animali, barche con equipaggi, modelli di attività agricole e artigianali. In mostra si potranno ammirare anche due splendide vesti di lino in uno stato di conservazione eccezionale. I materiali documenteranno come l’artigianato nel Medio Regno in zone provinciali abbia raggiunto livelli artistici significativi in diverse produzioni, dagli oggetti legati all’espressione del potere ai beni di lusso, quali il cofanetto per la toeletta ed eleganti esempi di piccola statuaria. Attraverso l’osservazione di questi materiali sarà possibile ammirare la sorprendente capacità tecnica degli egiziani nella lavorazione del legno, che fece di Assiut uno dei centri dove fu raggiunto il massimo livello di espressione artistica alla fine del Primo Periodo Intermedio. E’ il segno di un’epoca nella quale l’indebolimento del potere faraonico centrale lasciò spazio ad espressioni artistiche locali di straordinaria vivacità e originalità. Per la prima volta inoltre saranno esposte circa 40 pareti di sarcofago con geroglifici incisi e dipinti e dieci stele recentemente restaurate, che sveleranno i segreti di questa scrittura e permetteranno di riconoscere credenze religiose e divinità. Alcuni geroglifici sveleranno l’ascesa del culto di Osiride e la conseguente “democratizzazione” delle concezioni di accesso alla vita eterna, tipica di questa fase della cultura egizia.
La mostra riveste una notevole importanza sotto il profilo scientifico, poiché affronta per la prima volta lo studio completo dei materiali ritrovati dalla Missione Archeologica Italiana, permettendo una ricostruzione filologica dei contesti funerari fino ad oggi sconosciuti al grande pubblico.
Accanto a questa eccezionale raccolta, verrà presentata la curiosa sezione egizia del Castello del Buonconsiglio, costituita da oggetti mai visti prima d’ora, acquisiti nella prima metà dell’Ottocento dal trentino Taddeo Tonelli, ufficiale dell’Impero Austro Ungarico e conservati fino ad oggi nei depositi del museo.
Questa sezione rispecchia l’egittomania imperante all’epoca in tutta Europa e il gusto collezionistico che spinse molti nomi eccellenti dell’aristocrazia, rapiti dal fascino delle civiltà del Nilo, ad assoldare scienziati, esploratori e avventurieri “predatori” di antichità per arricchire i loro musei privati. In queste raccolte è privilegiata la ricerca di oggetti stravaganti, carichi di valenze magico-religiose che potevano essere esibiti nei salotti della nobiltà come status-symbol e per creare stupore, talvolta in connessione con risvolti esoterici.
Fra gli oggetti donati al Municipio di Trento da Tonelli figurano centinaia di amuleti, fra i quali soprattutto scarabei del cuore – simbolo di vita eterna – eleganti monili in paste vitree colorate, due stele iscritte, una splendida maschera funeraria in foglia d’oro, centinaia di modelli di servitori – detti ushabty – deposti nelle tombe perché sostituissero il defunto nelle attività nell’Oltretomba. Tra i pezzi intriganti spicca, per l’ottimo stato di conservazione, una mummia di gatto del I secolo a.C.- I secolo d.C., animale sacro alla divinità Bastet che simboleggia il calore benefico del sole ed è venerata in qualità di protettrice della casa e della famiglia. Non mancano naturalmente resti di mummie umane: si tratta di mani e piedi strappati che evocano anche il florido commercio di polvere di mummia richiesta nell’Ottocento per presunte proprietà farmacologiche e afrodisiache.
La mostra è l’occasione per presentare i primi risultati di un’accurata campagna di ricerca e studio in corso sui materiali della collezione conservata nel Castello del Buonconsiglio.

La mostra è curata dalle egittologhe Elvira D’Amicone e Massimiliana Pozzi per quanto riguarda la sezione del Museo Egizio di Torino e da Sabina Malgora, con il coordinamento del direttore Franco Marzatico, per quanto concerne la sezione del Castello del Buonconsiglio. L’allestimento è a cura dall’architetto Michelangelo Lupo mentre le installazioni scenografiche sono di Gigi Giovanazzi. Fotografie e riprese video si devono a Giorgio Salomon. Per l’organizzazione della mostra collaborano Davide Sandrini e Cristiano Turri. Il catalogo è una coedizione della Soprintendenza Archeologica di Torino e del Castello del Buonconsiglio di Trento.

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