Elezione del Parlamento europeo: Narducci, relatore in Commissione esteri, chiede di estendere la possibilità  di voto in loco anche agli italiani in Svizzera

La III Commissione affari esteri e comunitari ha discusso oggi (12 maggio) – in sede di parere su atti del Governo – le “Intese raggiunte dal Governo italiano con i Paesi membri dell’Unione europea per garantire l’esercizio del voto degli italiani residenti nei Paesi membri dell’UE nelle elezioni per il Parlamento europeo” di cui è stato relatore l’on. Franco Narducci. Il relatore ha messo in evidenza che le “intese con gli altri Stati membri dell’Unione europea hanno lo scopo di garantire le condizioni necessarie per l'esercizio del voto degli elettori all’estero”, garantendo nel contempo il rispetto di principi fondamentali come la parità dei partiti politici italiani, la libertà di riunione e propaganda politica, la segretezza e la libertà del voto. Inoltre deve essere garantito che nessun pregiudizio dovrà derivare per il posto di lavoro e per i diritti individuali degli elettori italiani in conseguenza della loro partecipazione alla propaganda o alle operazioni elettorali.

Dopo aver evidenziato che l’attuale disciplina elettorale dei membri del Parlamento europeo contempla il diritto di esprimere il voto per l’elezione del Parlamento europeo nello Stato membro di residenza di cui non si sia cittadini, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato (come vorrebbero i processi d’integrazione in atto), Franco Narducci ha sottolineato il fatto che i cittadini dell’Unione possono tuttavia, ferma restando l’espressione del voto nello Stato membro di residenza, scegliere di partecipare all’elezione dei rappresentanti al Parlamento europeo del loro Stato di origine. Al riguardo valgono i seguenti criteri:

a)ai sensi delle norme sulla cittadinanza dell'Unione, il cittadino residente in altro Stato membro ha la facoltà di esercitare il proprio diritto di voto nel comune di residenza. A tal fine deve presentare al sindaco di quel comune domanda di iscrizione ad apposita lista aggiunta presso lo stesso comune. In questo caso l'elettore voterà per i rappresentanti al Parlamento europeo del Paese in cui risiede;

b)chi non intenda avvalersi della predetta facoltà può votare per l'elezione di rappresentanti italiani al Parlamento europeo in sezioni elettorali appositamente istituite nello Stato di residenza. Come nel passato, questa seconda facoltà riguarda anche i cittadini che si trovino in altro Stato membro per ragioni di lavoro o di studio, e che facciano pervenire nei termini stabiliti apposita domanda al consolato competente. Le intese in esame si riferiscono evidentemente solo a questa seconda ipotesi.

Inoltre, il relatore Narducci ha espresso alcune valutazioni di carattere politico sugli italiani all’estero e le elezioni europee. Purtroppo, ha rilevato Narducci, “il nostro Stato poco ha fatto per sensibilizzare i nostri concittadini emigrati alla partecipazione al voto. Eppure proprio i cittadini italiani emigrati negli Stati membri dell’UE dovrebbero essere i portabandiera di ogni esperienza di cittadinanza europea costituendo essi una rete capillare di presenza nei grandi Paesi del nostro continente”. Infine l’on. Narducci ha sottolineato che vi è un “vulnus riguardante la comunità italiana in Svizzera, una comunità composta di oltre 520 mila concittadini che non può partecipare alle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, votando in loco”. Narducci ha evidenziato inoltre che, avendo la Svizzera un legame consolidato con l’UE, fatto di numerosi accordi bilaterali, “il Governo italiano avrebbe potuto acclarare la disponibilità della Svizzera ad acconsentire che i cittadini comunitari potessero votare nei seggi istituiti nelle sedi della rete diplomatica”. Nell’esprimere parere favorevole sull’atto del Governo, la Commissione ha formulato una importante osservazione, con cui s’invita il Governo stesso a valutare “l’opportunità di stipulare un’intesa con la Confederazione Elvetica per consentire l’esercizio del diritto di voto europeo in loco ai cittadini italiani ivi residenti”.

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