LETTERA DALL’ESTERO ALL’ON. MIRKO TREMAGLIA

“ LA PARIFICAZIONE CHE LEI HA IL DOVERE DI CHIEDERE E’ QUELLA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO ALLA MADRE PATRIA”

Carissimo Ministro Lei ancora diciassettene aderirì insieme ai suoi fratelli Mario e Franco, pressappoco dei bambini, con nel cuore l’amor patrio alla Repubblica di Salo’. In una sua intervista rilasciata il 9 dicembre 1997 al Corriere della Sera, a firma di Stella Gian Antonio “consumo’ “ una frase che a prima vista potrebbe anche passare: “ Il fascismo e’ storia altro che chiedere scusa” Scuse e ripensamenti mai dichiarati da nessun repubblichino. Qualcuno alla fine (meglio prima che poi) le scuse per quel ventennio di dittatura nazi-fascista le devono pur fare.Le faccia Lei! Le deve fare ai tanti che non tornarono dalle campagne di guerra Russia, Grecia e quant’altre. A coloro che tornarono mutilati ed invalidi. Le facce postum a mio padre, che torno’ dalla Grecia con una scheggia nella spalla destra, che alcuni anni fa si e’ portato nel luogo del non ritorno.Perche’ vede caro ministro, (la chiamo cosi' non nel senso spregiativo della parola) ma per un fatto di culto della personalita’, che a partire da Mussolini ai giorni nostri sembrerebbe andare molto in voga. Culto da Lei espesso in quell’intervista: ” Era una scelta obbligata, per noi, tirati su nel mito del Duce, la Rsi era una leggenda.” La sua adesione alla Repubblica Sociale non e’ stata per amor patrio ma amore verso Mussolini. (apro una parentesi parlando sempre di culto della personalita’, fra qualche anno finira’anche un ventennio berlusconiano, non si preuccupi avverra’ e rifrasando le Sue parole, molti seguaci di Berlusconi diranno: ” Era una scelta obbigata tirati nel mito del Cav. il Capitalismo incontrollato era una leggenda, faceva comodo a tutti, chiudo la parentesi) Adesione analoga lo fu anche per i 200 mila “lupettini” e fin qui, anche un criticone del mio stampo lascia passare. Il perdono e’ ancora un sentimento cristiano anche se non lo sono.Mi dica: ” chi furono i veri eroi della Patria, i duocentomila “tirati” come Lei dice, ( io invece userei il termine “indottrinati” ) figli della dittatura o i seicentomila, che si rifiutarono di aderire alla RSI e furono deportati prima nei vari campi di sterminio di massa e poi a lavorare come schiavi nelle fabbriche naziste?” Molti di questi non fecero mai ritorno. Pacificazione e Pensione si, ma Parificazione mai! La Repubblica di Salo’ fu un crimine peggiore delle leggi zazziali. Dopo l’armistizio, se il Duce avesse capito che quella guerra fu un errore di percorso, avrebbe allora parificato il suo conto con la storia e con gli italiani, mi creda oggi non staremmo qui a parlare di partigiani rossi criminali e repubblichini da parificare. Piu che guerra civile io la definerei fraticida. Saro’ bravo, il responsabile fu uno solo …il Duce. Il figlio della guerra caro Ministro le dice che gli effetti collaterali di quell’ingiusta e sanguinosa guerra non saranno mai dimenticati. Finche’ restera’ il culto della memoria storica, non basteranno dieci leggi leggine o decreti per cambiarla, se ne faccia una ragione.I 200 mila repubblichini andrebbero ricordati cone vittime della guerra, con tanto di pensione e rispetto per quellli che persero la vita, credendo in buona fede di fare la scelta giusta. Anche il Papa Giovanni Paolo II, chiese scusa per gli errori e orrori, commessi durante l’ Inquisizione.. Imparare dalla storia significa essenzialmente ammettere le proprie di colpe, giustificandole si corre il rischio di una materiale e mentale infinita ripetizione..

LA PARIFICAZIONE CHE LEI HA IL DOVERE DI CHIEDERE E’ QUELLA DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO ALLA MADRE PATRIA.

Adesso questo glielo dico non come “ scrivacchino per caso”, ma come rifugiato sociale ai confini (in altre occasioni avrei usato il termine italiano all’estero). Perche’ vede non per darle una lezione di migrazionologia, (non vada a vedere nel dizionario l’ho appena coniato) il vero italiano all’estero o qualsiasi migrante si sente tale, l’emigrazione lo chieda in giro non e’ mai stata una scelta, ma e’ sempre una forzatura. I flussi di migranti italiani dal dopo guerra ai giorni nostri, vanno in sintesi divisi fra tre categorie (1) L’emigrazione forzata, un esodo vergognoso che va dal dopo guerra al 75 con l’entrata dell’Inglilterra nel nercato comune. Dico vergognosa, perche’ i fondi del piano Marshall furono utilizzati per ben altri motivi che quello di creare posti di lavoro e pane per tutti. Il Sud per dirne una ne rinase fuori.Questa e la categoria della famosa valigia di cartone, chi migrava, lasciando l’Italia, per entrare nella selva oscura. Questi sono coloro che l’hanno reso famoso, coloro che ancora oggi si piangono adosso per aver lasciato il belpaese (2) Dopo il 75 ci fu il flusso di molti giovani semi professionisti, preparati dai vari istituti, verso l’emigrazione, fabbliche tedesche per la maggior parte. Io stesso per due anni all’istituto professionale, feci due anni di lingua tedesca. Flusso finito con l’entrata di Berlusconi nella politica. (3) Da allora ai giorni nostri i flussi migratorii, si sono limitati per lo piu’ alle “valigie informatiche” i professionisti europeizzati, a loro basta un buon posto di lavoro e del voto all’estero interessa poco o niente, molti di loro non sono iscritti memmeno all’AIRE. A parte i furbetti come nel caso di Nicola Di Girolamo che l’ha fatto a “fin di bene”, un giono prima delle ultime elezioni, per avere il piacere di sedersi nell’Aula accanto alla Sua. Allo stesso modo l’hanno fatto molti eletti all’estero che domani salutera’ nella Sua d’Aula. Per concludere la mia di “arringa apologetica” gli italiani all’estero gridano rivendicazioni, un voto paritario, pari dignita’ e ripristino del voto passivo / attivo a tutte le tornate elettorali per corrispondenza. Chiedono molto dopo tanti anni di “sacrifici” per l’amor patrio e il wellfare del Belpaese? Dobbiamo iniziare realmente a pensare che dopo di Lei, arrivi il niente? Un ritorno al dimenticatoio. Non sarebbe opportuno di iniziare a pensare che e’ giunta l’ora, che occorra una parificazione dei diritti sanciti dall’articolo terzo e trentacique della Carta Costituzionale, tra i milioni di cittadini italiani all’estero e quelli che Lei incontra ogni giorno nella Sua bella Bergamo*, per una reale Alleanza Italia e non solo di convenienza. (Citta’che tra l’altro io amo e visito piu’ volte l’anno dal 2001)

Da Londra Carmine Gonnella

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