Intervista a Laurent Moutinot, Consigliere di Stato del Cantone di Ginevra

di Carmelo Vaccaro

Dal 1997 al 2005 in carica al Dipartimento dell’Allestimento, Equipaggiamento e Alloggi
(DAEL) e dal 2005 incaricato al Dipartimento delle Istituzioni (DI), il Consigliere di Stato Laurent Moutinot, alla fine di quest’anno, arriva al termine del suo terzo mandato. Dal carisma da uomo di Stato, ha iniziato la sua vita politica nel 1987 nelle file del Partito Socialista. Avvocato all’Asloca dal 1978 al 1997, si è sempre battuto a favore dei Diritti umani.
Lo scorso 20 aprile, Laurent Moutinot ci ha ricevuto nel suo ufficio per un’intervista.

Lei è un convinto assertore dei Diritti Umani e dell’uguaglianza, quali risultati sono stati ottenuti negli ultimi vent’anni ?
Sono convinto, contrariamente a tanta gente, che molti progressi sono stati compiuti. Per fare qualche esempio tutto ginevrino, in termini di uguaglianza uomo-donna, ci sono stati enormi progressi nei testi di legge, ma anche nella pratica. In termini d’integrazione, anche li’, ci sono state notevoli evoluzioni, quale il diritto di voto, in materia comunale, agli stranieri. La lotta contro le violenze domestiche, soprattutto a livello internazionale, è più palese. Quando ero giovane c’erano regimi dittatoriali in Portogallo, Spagna, Grecia e in tutto il sud d’Europa a parte l’Italia: era una felice eccezione all’epoca. Tutto questo ora è scomparso. Quando ero all’università, praticamente tutti i paesi d’America latina erano delle dittature militari, ma oggi, la maggior parte di questi paesi hanno dei regimi di Stato di diritto. Diciamo che sostanzialmente nessuno si trova più in situazioni quali il Brasile degli squadroni della morte, il Cile di Pinochet o il Paraguay di Stroessner.

L’evoluzione di un’Europa più unita mette in pericolo la sicurezza nel Cantone di Ginevra e in Svizzera ?
No, al contrario. Non penso che oggi possiamo trattenere la velocità degli spostamenti delle persone, dei beni o ancora delle comunicazioni in generale e, nello stesso tempo, fare della sicurezza puramente locale. Solo delle grandi istituzioni possono realmente risolvere il problema. Oggi abbiamo, ma è solo una circostanza, qualche luogo di povertà rilevante in Europa che crea un’immigrazione che, qualche volta, può creare dei problemi. Lo dico con molta prudenza perché, in termini di delinquenza, non è europea. Su questo abbiamo tutti l’interesse a metterci d’accordo. L’Italia è in primo piano per la maggiore difficoltà a gestire l’immigrazione illegale dall’Africa a Lampedusa. Altri Paesi devono far fronte agli scassinatori georgiani. Se noi dovessimo aspettare gli scassinatori georgiani, su Versoix, non succederebbe niente. Dunque abbiamo bisogno e saremo vincenti quando il sistema sarà più organizzato e quando la povertà in certi posti d’Europa sarà sconfitta. E’ quello che succede automaticamente con il sistema dei fronti strutturali europei.

Quest’anno termina il suo terzo mandato al Consiglio di Stato, come giudica il lavoro che ha svolto ?
Nei vari mandati mi sono occupato di diverse cose. Ho passato otto anni all’allestimento, equipaggiamento ed alloggi, e adesso alla Polizia, i Diritti umani e la Ginevra Internazionale. Nel precedente Dipartimento, ho costruito un certo numero di cose tra cui l’Alle 6 ( il prolungamento di Palexpo sull’Autostrada ) per esempio, essenziale per fare venire Telecom. Questa è una costruzione di cui ne vado fiero perché è stata costruita in due anni e mezzo, sull’autostrada senza mai interrompere il traffico, senza incidenti e senza oltrepassare per costi lo stanziamento ricevuto. In quel momento avevamo una carenza di scuole d’orientamento, non ne erano state costruite da
vent’anni e sono stati iniziati i lavori di tre, e alcuni sono stati terminati quando ero ancora incaricato al Dipartimento. In materia di all’allestimento del territorio, il rinnovo dei comuni d'Ambilly, del perimetro de la Chapelle, Les Sciers-su Plan-las-Ouates e Lancy, le Verger a Meyrin, cosa che mi è costato troppo politicamente nel 2005. Paradossalmente, dove ho voluto costruire ho perso enormemente in voti di preferenza rispetto al 2001.

Cosa avrebbe voluto fare e non ha avuto la possibilità o il tempo di fare ?
Spero di avere il tempo di finire la riorganizzazione della Polizia. Nello specifico, avvicinare i due corpi in uniforme: la Polizia Internazionale e la Gendarmeria. Hanno già la stessa uniforme e questo è già un buon inizio ma vorrei maggiormente armonizzare tutto questo. Regolare, una volta per sempre, il problema degli orari e delle ore supplementari, tema che avvelena la vita politica per qualcosa che è risolvibile con un po’ più di coerenza e semplificazione nell’organizzazione della Polizia. Non so se riuscirò a completare il mio obiettivo ma spero di portarlo avanti il più lontano possibile.

Cosa ha in programma per il suo futuro politico ?
Per la prima volta nella mia vita, non ho nessun programma per il futuro. Domanderò la mia riscrizione d’Avvocato, non per ricoprire un ufficio ma per fare osservazione giudiziaria, come ho fatto un tempo in Tunisia. Una cosa che mi potrebbe interessare, se si farà un giorno, sarebbe partecipare ad un’assemblea regionale europea transfrontaliera, Ginevra – Vaud – vicina Francia. Chissà se mai si farà?

La S.A.I.G. la ringrazia per l’eccellente ospitalità e le augura altre soddisfazioni per il suo futuro quel che sia.
C. Vaccaro

La libertà senza l’uguaglianza è la legge della giungla; l’uguaglianza senza la libertà è il soffocamento degli individui e la libertà e l’uguaglianza senza la fratellanza è un mondo senza amore.
Laurent Moutinot

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