Gli Italiani quando cantano l’inno nazionale sono consapevoli di capire il concetto delle parole che riassumono la storia del Popolo Italiano. Una stirpe, un popolo una lingua, una bandiera ed una nazione. Ci sono voluti secoli per unificare tutti i Principati, Ducati, Gran ducati, ed all’allontanamento delle monarchie straniere dall’Italia.
C’era una volta la Giovine Italia, una societa’ patriottica repubblicana che progetto’ i primi motti rivolu- zionari affinche’ l’Italia si realizasse come nazione mirata all’idea imperante dell’uninificazione e acce- se la fiamma dell’ Italianita’ che ebbe la capacita’ che da un sogno poi realizzo’ l’Unita’ d’Italia.
Giuseppe Mazzini, Garibaldi, entrambi idealisti di cui il primo con idee politiche non comuni all’epoca, abile nel presentare il progetto sostanzialmente teorico, il secondo, un condottiero un vero eroe in armi, tutte due di fede repubblicana, patriottici e pronti a morire per la loro e nostra patria, e quando si resero conto che soltanto i patriotti di fede repubblicana non furono sufficienti alla causa, non esito’ ne l’uno e ne l’altro a cedere il passo al Regno di Sardegna ed al re Vittorio Emanuele II che si impegno’ in prima persona e con seri rischi che affronto’ lo stesso Regno di Sardegna, unica casa regnante, i Savoia, italiani di fede cattolica, affidabili ed in grado di coinvolgersi come Stato perche’ sostenesse con uomini e mezzi la causa di tutti gli italiani e sostennero l’Epopea del Risorgimento e fondarono il Regno d’Italia perche’ voluto dal Popolo Italiano.
Non furono soltanto questi i personaggi ed e giusto citare uno di grande spessore politico che aveva il senso dello Stato, fu indubbiamente il Conte Benso di Cavour, primo ministro dell’allora Regno di Sardegna, fu uno dei principali ispiratori, abile politico, ma anche diplomatico che seppe tessere un’infinita’ coinvolgimenti, prima fra tutti lo stesso Napoleone III imperatore di Francia che si alleo’con i Savoia contro l’esercito austriaco e non solo, riusci’ a stringere alleanze con altre potenze nell’ambito europeo, lo scopo per assicurarsi che il progetto dei Mille al Comando di Garibildi potesse sconfiggere l’esercito Borbonico.
L’eroe dei due mondi, colleziono’ molte vittorie sul campo, e la monarchia dei Borboni fu costretta ad abbandonare il regno. Per un periodo breve il Regno delle Due Sicilie passo’ all’aministrazione militare (volontari garibaldini) al comando del Generale Garibaldi, successivamente nella localita’di Teano, ci fu l’incontro storico tra il sovrano Vittorio Emanuele II ed il duce ovvero il condottiero Garibaldi, per affidare il territorio che conquisto’ nelle mani del primo re del Regno d’Italia.
Affermare che i personaggi furono soltanto quelli citati sarebbe troppo riduttivo, perche’ in effetti ci furono molti altri che rappresentarono le classi popolari, quelle media, l’alta societa’, i politici, rappresentanti del clero, professionisti, gli artigiani, gli artisti, impiegati, dirigenti, commercianti, piccoli imprenditori, gli industriali, gli intellettuali, e gli aristocratici, in realta rappresento’ tutta la societa’ italiana dai poveri ai piu’ ricchi dagli analfabeti agli intellettuali, dall’operaio all’industriale dal mezzadro al latifondista, includendo anche i patrizi o aristocratici di ogni livello.
Cosa vuol dire tutto cio’: nel periodo del Risorgimento ci furono i militari volontari un movimeto spontaneo che coinvolse tutto e tutti una vera partecipazione attiva dall’impresa militare a quella politica e le annessioni plebiscitarie tutte manifestazioni patriottiche a sostenere l’obiettivo che consolido’ l’Unita’ d’Italia, con la bandiera “Tricolore”, un popolo, una stirpe, una lingua, una storia quella romana, poi cristiana, mediovale dai mille comuni e dalle 4 Repubbliche Marinare: la Serenis- ma di Venezia, di Genova, Pisa e di Amalfi.
Uno tra gli eccellenti personaggi che contribui’ come compositore, manifesto’ il suo patriottismo anche con le opere liriche, fu Giuseppe Verdi, che in molte occasioni a Venezia ed altri centri e localita’ italiane governate dagli austriaci, i sostenitori dell’Unita’ d’Italia a voce alta pronunciarono V.E.R.D.I. piu’ volte, che a dispetto degli autorita’ austriache, simboleggio’ l’acclamazione a Vittorio Emanuele Re d’Italia.
Regioni occupate e dominate da potenze straniere ed il Popolo Italiano desidero’ un’ Italia libera ed indipendente. Le prime guerre d’indipendenza costo’ All’Italia tante vitttime umane e le popolazioni dei territori riconquistati ed altre Regioni apparentemente Indipendenti con spontanee azioni plebiscitarie si unirono alla Casa Savoia per acclamare Vittorio Emanuele II, primo re del Regno d’Italia.
Una causa che tutto il Popolo Italiano partecipo’ e vinse, gli stranieri che governarono una parte del nostro territorio costretti a fare i loro bagagli e ritornare nei paesi da dove erano venuti. Finalmente l’Italia, una nazione libera ed indipendente. A quell’epoca lo Stato Italiano investi’ molto denaro per riunificare le varie amministrazioni e adotto’ un’amministrazione centralizzata con capitale Torino successivamente Firenze ed a Roma quando fu proclamata capitale d’Italia.
Trascorsero una diecina di anni dalla proclamazione, Roma capitale d’italia, ed inizio’ un periodo di politica coloniale sostenuta da Francesco Crispi L’idea del colonialismo, francamente non fu una pagina da incorniciare, forse erano le prime esperienze d’espansione fuori dai confini nazionali e queste probabilmente causo’ un’impresa d’armi da molti ritenuta inopportuna e fallimentare.
L’Italia di quell’epoca coloniale non avrebbe voluto avere alcun conlfitto con l’Imperatore Menelik, non si esclude che ci fossero ingerenze di diplomatici e politici di nazioni straniere, colonialiste presenti sul territorio africano. Naturalmente, fu interesse di determinate nazioni competitive ad opporsi velatamente nel tentativo di ricreare un’ambiente piu’ ostile e piu’ difficile ai Legionari italiani, presenti in quelle aree del Continente africano.
Nell’ambiente della politica italiana ci furono frange d’opposizione politica che non si limito’ a dibatter- la al Parlamento Italiano, ma la manifesto’ con azioni di vero sabotaggio ai danni del Corpo di Spedi- zione del Regio Esercito..
Il Regno d’Italia se avesse dato ascolto a questi inetti guastatori della politica estera che nei loro disegni avrebbero voluto assoggettare l’Italia a esprimere una politica rinunciataria com’e’ nel loro stile condizionndo l’Italia a non dovere crescere.Negare la possibilita’ ad estendere l’ influenza politica al di la del Mediterraneo, che liberamente fu permesso esercitarla alle altre potenze europee
Perche’ mai, l’Italia non avrebbe dovuto farlo? La presenza Italiana in Africa non fu negativa, tuttavia concordo che fu un grosso investimento e nell’immediato senza profitto, ma non si puo’ negare che le nostre Colonie legittimate o no, il Regno d’Italia lascio’ loro come testimonianaza la lingua italiana ed altrii segni tangibili di colonizzazione, ancor oggi, quelle popolazioni hanno riconosciuta benevolmente la presenza.degli Italiani.
Nel 1870 fu proclamata’ Roma capitale del Regno d’Italia, ma non tutte le terre furono liberate, l’Impero Austro-Ungarico estendeva il suo potere imperiale nel nostro territorio italico, l’area piu’ a nord-est riferimento due citta’ irredentiste Trento e Trieste. Il processo dell’Unita’ d’Italia, prima che si concluse, dovette attendere ancora molti anni.
All’alba del 24 Maggio 1915, nel mosaico della penisola italica mutilata per l’assenza di altre Regioni Italiane, la volonta’ degli italiani fu quasi unanime. estendere il territorio ltaliano anche nelle Citta’ di Trento e Trieste perche’ respirassero aria d’italianita’. L’entrata dell’Italia nel 1915, un anno dopo dall’inizio del primo confliitto mondiale per gli italiani fu decisiva come ultima guerra d’Indipendenza e corono’ di fatto la sua riappropriazione dei territori nazionali e le legittimo’ Terra d’Italia.
Il Regno d’Italia nel 1915 fu per sua volonta’ coinvolta nella Prima Guerra Mondiale e rievocata come ultima guerra d’Indipendenza, Fu una guerra dura e cruenta e centinaia di migliaia di soldati italiani, morti in piu’ battaglie,le vittime oltre 600.000 (seicentomila) e centinaia di migliaia di feriti gravemente e meno gravi, ed e’ inutile citare quanto furono i costi militari e materiali e quante le vittime umane che lo Stato italiano affronto’. Il Comando Generale delle operazioni belliche, re Vittorio Emanuele III di Savoia, lo affido’ a Luigi Cadorna, Generale di Corpo d’Armata.
Le battaglie e le prime apparenti vittorie si alternarono sia dal fronte italiano e da quell’austroungarico, una delle prime citta’ che nel 1916 riconquistata dal Regio Esercito Italiano, fu Gorizia (detta la Santa Gorizia), nella Regione Venezia Giulia, al di la del fiume Isonzo, nel fronte nord orientale, una delle zone militari piu’ sensibili, una delle prime citta’ irredentiste controllata temporaneamente dall’Italia.
I combattimenti s’attestarono su un lungo fronte e le operazioni belliche si concentrarono nei territori delle Regioni della Venezia Euganea, Tridentina, la Venezia Giulia. Quella non fu una guerra sul fronte italiano contro quello austriaco, ma una guerra mondiale in cui furono coinvolte la Francia, l’Impero Britannico, L’Impero Germanico, l’Impero Russo, l’Impero Austro-Ungarico ed il Regno d’Italia,e gli Stati Unini impegnati nel conflitto con i suoi soldati volontari, comunque ci furono altre nazioni coinvolte nel detto conflitto mondiale..
Quindi, il fronte nord orientale italiano fu aspramente impegnato con l’esercito autro-ungarico dotato con armi automatiche, molto piu’ moderne di quelle in dotazione al Regio Esercito, Gli austriaci furono soldati al servizio di uno dei piu’ potenti eserciti del mondo e mantennero salde le loro difese per non essere conquistate dagli italiani.
In quel periodo l’Esercito Austriaco uso’ i gas velenosi, che colsero alla sprovvista i militari italiani impegnati in quella determinata zona di battaglia. In quella circostanza per le ragioni citate il Regio Esercito accuso’ gravi perdite, sia materiali e soprattutto di vite umane. Un caso isolato, perche’ in quella stessa battaglia il vento che prima fu a favore degli austriaci volto’ direzione ed avvantaggio’ gli italiani, questa circostanza negativa per l’esercito autriaco che la provoco’., si ebbe a trovare in una situazione simile a quella toccata agli italiani, l’Alto Comando Austrico, ne decreto’ l’abrogazione dell’uso dei gas per tutte le operazioni belliche.
Questo gesto su iniziativa degli austriaci per evitare morti nelle loro fila. Il Regio Esercito quel gesto lo saluto’ una pena in meno e comunque continuo’ a combattere con l’ordine perentorio a non cedere un solo metro. nell’anno 1917, nella Russia degli Zar, scoppio’ la rivoluzione popolare e complico’ la situazione militare che degenero’ con le diserzioni e ammutinamenti nell’ambito dell’Armate Russe. Una situazione non colmabile che si concluse con l’armistizio chiesto all’Impero Germanico.
Una fortunosa circostanza che i tedeschi la sfruttarono per allentare il fronte con i Russi e fu fatto confluire un determinato numero di divisioni germaniche ed austriache che puntarono nella direzione del fronte italiano. L’enorme massa di militare tedesca concentrati per un un’azione militare, fu cosi’ violenta che sfondo’ una vasta zona del fronte nella localita’ di Caporetto ( un’area della provincia di Gorizia), dichiarata dagli Alti Ufficiali Italiani, la disfatta di Caporetto, dai risvolti tragici e catasstrofici.
La guerra e’ fatta anche di queste storie poco edificanti ed in quelle circostanze l’Alto Comando Militare Italiano fortifico’ altre varie linee di trincee una era quella al di la del fiume Piave nella direzio- ne di Venezia (il nome Piave ricorre in uno degli inni militari piu’ famosi, la Leggenda del Piave) e predisposero altre due linee: una intermedia, la seconda un trincea ultima linea in assoluto, che avrebbe dovuto resistere a tutti i costi, Comunque, quella del Piave, fermo’ l’avanzata delle truppe germaniche ed austriache, gli alti comandi tedeschi, convinte di avere inferto un colpo mortale al Regio Esercito non e’ da escludere, che gli austriaci, immaginassero la loro Vittoria Finale.
Ecco il miracolo: le truppe italiane si attestarono lungo le rive del fiume Piave (fiume sacro alla patria) e difesero ad oltranza quella linea in modo eroico, quella linea in un primo momento dichiarata decisiva e mai avrebbe dovuto arretrare, allo stesso tempo, il Regio Esercito si riorganizzo’. Re Vittorio Emanuelle III sostitui’ Luigi Cadorna e nomino’ al suo posto Armando Diaz, Generale di Corpo d’Armata, responsabile delle operazioni belliche su tutti i fronti. Le linee rinforzate da altri soldati italiani resistettero impegnati giorno e notte controllando ogni movimento dell’esercito nemico ed attesero il giorno del riscatto, che non fu immediato, poi dopo 11 mesi d’attesa, l’ordine di procedere all’offensiva su vasta scala.
L’impeto dei nostri militari fu di una forza indomabile e si manifesto’ come ultima offensiva che poi divento’ decisiva perche’ i soldati italiani, travolsero tutte le linee germaniche e autriache che prese d’assalto con ammirevole gesta ereoica i soldati furono pronti alla morte, ma con l’obiettivo e la consapevolezza di ottenere una brillante vittoria, l’ordine di attacare fu accolto con coraggio ed abnegazione fino al sacrificio piu’ estremo per l’amore della loro e nostra patria. Quelle azioni eroiche furono di una forza che moltiplico’ all’ennesima potenza l’effetto d’urto contro le truppe germaniche e austriache che nel giro di poche settimane quello che si profilo’ per l’Italia nel 1917 a Caporetto, per gli autriaci nel 1918 la loro disfatta fu totale.e fatale.
Da quel momento, l’Italia Vittoriosa, per avere costretto alla resa l’esercito austroungarico ritenuto dagli esperti militari uno di piu’ forti del mondo di allora. Quella Vittoria risulto’ determinante per la Germania e la settimana successiva dovette cedere le armi perche’ sconfitta dalla I Guerra Mondiale. Il Trattato di Pace non fu benigno nei confronti dell’ Italia, perche’ non fu giusto il trattamento che si conviene a un vincitore, comunque pote’ riappriopriarsi della Citta’ di Trento, Gorizia e Trieste perche’ Italiane, il sud Tirolo inclusa la provincia di Bolzano, ci fu restituita l’Istria, la citta’ irredente di Pola,tutta la Costa Dalmata e la citta’ di Zara ed altre localita’ in quanto italiane.
L’anno successivo ci fu anche la marcia dei Legionari che su iniziativa di Gabriele D’Annunzio (un’altro eroe in guerra ma famoso intellettuale, scrittore poeta, che con un colpo di mano si imposseso’ della citta’ di Fiume, tale azione, creo’ una forte reazione di re Vittorio Emanuele III che si trovo’ in grave imbarazzo per il Regno d’Italia, con il rischio di ripercussioni internazionali. D’Annunzio, resistette e controllo’ la citta’, che fu assediata, comunque tale azione di ritorsione non fu cruenta ed uno dei soccorritori fu lo stesso Guglielmo Marconi, Quella fu una manifestazione di solidarieta’a favore del suo conazionale Dannunzio, Nel 1923, Gabriele D’Annunzio lascio’ Fiume, perche’ la citta’ di Fiume riconosciuta citta’ libera e l’amministrazione fu affidata all’italia.
Rievocare questo passato storico per una piu’ giusta rivalutazione. Legato al processo dell’ unificazione dell’Italia, che costo’ sacrificio all’ Italia ed altissimi costi di vittime militari e civili e tutto il Popolo Italiano con il suo coraggio ed abnegazione contribui’ alla fondazione dell’Unita’ d’Italia e la conclusione delle guerre risorgimentali. La guerra si vinse perche’ ci fu realmente la partecipazione totale del Popolo Italiano.
Onore al merito a tutto il Popolo Italiano che seppe sopportare prima una dolorosa sconfitta e dopo solo 11 mesi il grande riscatto ottenuto con una delle piu’ brillanti vittorie, merito dell’allora Regio Esercito, che consolido’ l’istituzione monarchica e piu’ credibilita’ al Regno d’Italia, divenuta una grande nazione alla pari di altre vincitrici: Francia, Regno Unito e gli Stati Uniti con i suoi volontari.La storia, ma quella vera, non dobbiamo dimenticarla, perche’ sono testimonianze del nostro passato perche’ coloro che ci precedettero difesero la nostra Indipendenza, la nostra Liberta’ e la nostra sovranita’ nazionale.
Il Risorgimento e’ motivo di orgoglio per gli italiani in Italia ed all’estero, gli italiani d’allora, accettarono volontariamente la monarchia della dinastia sabauda ed il Primo re d’Italia, Vittorio Emanuele II (acclamato anche padre della patria). I primi passi del Regno d’Italia con un Parlamento democratico, ed un breve periodo della colonizzazione e alcune sconfitte in terra d’Africa, comunque con la conquista dell’Etiopia furono riscattate le battaglie perdute alla fine del 18mo secolo.Nel 1912 durante la guerra vinta contro i turchi, l’Italia controllo’ la Libia, che fu una colonia italiana d’eccellenza poi ceduta ai libici dopo la II Guerra Mondiale per effetto dell’armistizio firmato nel 1943..
Quindi dal 1861 al 1918 due periodi storici ed unico spirito risorgimentale ed a quel tempo la nazione fu rappresentata dal Regno d’Italia, perche’ fosse Libera ed Indipendente ed il Popolo Sovrano.Infattiuno dei motivi, perche il Pololo si pronunciasse con un Refendum per l’abrogazione dell’ istituzione monarchica sabauda a favore di quella repubblicana.
Non e’ opportuno entrare nel merito di tale Refendum, e a chi fu attribuita la vittoria, Umberto II appena fu informato, prese atto del risultato sfavorevole e poi parti’ in esilio e si stabili’ nel Portogallo. Rievocare questa memoria storica e’ importante per l’Italia in quanto la Costituzione della Repubblica Italiana entro’ in vigore il 1 gennaio del 1948 e volle chiarire che il Popolo e’ Sovrano ed un Sovrano come fu Umberto II s’inchino’ alla volonta’ del Popolo e la rispetto’ da vero re.
Ora e’ arrivato il momento che gli Italiani e le sue istituzioni pensino di piu’ all’Italia, come e’ vero che i politici italiani sono consapevoli che Il Regno d’Italia, ha fatto di tutto per non interrompere la continuita’ dello Stato e consegno’ alla Costituzione Repubblicana un’ Italia unita come grande nazione, Gli Onorevoli, Senatori al Parlamento non possono negare che il Regno d’Italia con il Regio Esercito, si oppose accanitamente contro l’occupazione nazista sostenuta delle truppe Germaniche, A tutti gli effetti l’Italia torno’ Libera ed Indipendente,
E’ naturale chiedere al Parlamento ed ai Magistrati Costituzionalisti quali fossero le motivazioni che giustifico’ frettolosamente un Referendum per togliere di mezzo la monarchia, un anno dopo dalla fine delle ostilita’, nel 1946? Quando centinaia di migliaia di soldati italiani internati nei campi di concentramento come prigionieri di guerrai in Germania colpevoli secondo i tedeschi di avere rispettato il giuramento fatto al re. Altri prigionieri per motivi legati alla guerra, tenuti nei campi di concentrame mento controllati dalle forze Alleate. Un Referendum anzi tempo esclusero gli elettori della Regione Venezia Giulia dal voto, in quanto Regione, provvisoriamente amministrata dalle truppe Alleate.
Oggi 25 Aprile ricorre la Festa della Liberazione. Ascoltando le nobili parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, Napolitano, che esalta nel riabilitare a pieno titolo l’Esercito Italiano e l’allora Regio Esercito, valutato come terza componente determinante come supporto alla Resistenza. Le sue parole assumono doppiamente valore altissimo che a distanza di 66 anni, finalmente il Regio Esercito, il governo dell’allora Regno d’Italia, dopo l’8 settembre del 1943, l’allontanamento da Roma, non fu una fuga infausta per i Savoia e del Governo di Badoglio, ma un giusto riposizionamento nel territorio nazionale area meridionale, con tale principio fu garantito la continuazione dello Stato e fu accettato come belligerante a fianco delle truppe Alleate che per effetto dell’armistizio non piu’ nemici, ma alleati.
Ricorrenze come queste sono utili per unire e non a dividere, giusto peso militare e giusto peso politico, a tutti coloro che in buona fede scelsero la parte sbagliata e lottarono con onore perche’ convinti di servire degnamente la loro Patria.
Boston, 25 aprile 2009
On. Michele Frattallone,
Presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc. .