Il 25 Aprile e’ una commemorazione e non una festa carnevalesca

Il 25 Aprile dovrebbe essere un giorno in cui tutte le vittime di tutte le guerre, ivi incluso, le morte bianche e le vittime del terrorismo e mafie, sono commemorate. Ancora una volta questo giorno in Italia, continua a suscitare motivi di dissenso e afferarmazioni fuori posto di questo tipo:

La Russa Ministro della Difesa: ” partigiani rossi non meritano di essere celebrati come liberatori” Il Ministro non si ferma qui e va avanti:” meritano rispetto ma non di essere celebrati come portatori di libertà”

Ancora:” Quando parlo di pacificazione non intendo parificazione: pacificazione vuol dire rispettare tutti e celebrare quelli che hanno ridato all'Italia la liberta tra chi si è battuto per la libertà dal nazifascismo_ Berlusconi deve celebrare il 25 ma non in mezzo alle bandiere rosse a Milano dove e’ stato invitato da Franceschini ma nel luogo dove Salvo D'Acquisto sacrificò la vita per evitare una rappresaglia nazista” O nazi-fascista ministro? Salvo D’Acquisto a queste parole si sta rigirando nella tompa.

Il “partigiano” La Russa nelle sue affermazioni ha voluto distinguere tra chi lottava per istaurare in Italia una democrazia e chi voleva invece il socialismo e conclude:” Non ci può essere quindi una parificazione con i partigiani che lottavano per dare all'Italia un regime democratico”.

Queste parole dette da mio fratello al Bar d’Antonio nel mio paese d’origine potrebbero anche passare inosservate, ma dette da un ministro della Repubblica Italiana lasciano del tutto a desiderare. Non dobbiamo dimenticare che dopo l’otto di settembre con la R.S.I.., si diede inizio non ad una guerra civile o una sommossa anti-nazista ma ad una vera e propria guerra fraticida. 600 mila militari italiani furono deportati nei campi di concentramento per aversi rifiutato di aderire alla Repubblica Sociale. Il nostro paese invaso dai tedeschi. Per ogni tedesco morto, 10 italiani morti. Un paese affamato in cerca di un pezzo di pane e semi-distrutto. I partigiani furono gli unici a lottare fino alla fine, culminata con la “morte” del fautore di tanto degrado. Una realta’indebellibile! Una cosa e’ oggi parlare di pacificazione e perdono, un’altra e mettere sullo stesso livello repubbichini alleati con i nazisti e coloro che in buona fede, resistettero e lottarono, per liberarci da un ventennio di dittatura fascista e leggi razziali. In momenti di crisi, generalizzazioni come quelle del Ministro la Russa, facendo dell’erba un sol “fascio” potrebbe essere pericoloso e strumentale per le giovane generazioni e il processo di democratizzazione del mondo italico. Lo vada a dire alle migliaia di famiglie vittime dirette e indirette della guerra! Per me piu’ che di pacificazione e parificazione, guardando all’attuale di regime democratico italiano, si dovrebbe parlare di riunificazione, e’ come se quel 1861 non fosse mai avvenuto. Il 25 Aprile e’ una commemorazione e non una festa carnevalesca, come se si partecipasse ad un ballo in maschera e decidere quale maschera del momento sarebbe piu’ opportuno calzare. Forse in futuro faremmo meglio a celebrare questo triste episodio della storia italiana in silenzio, in ricordo di quanti persero la vita. Io non sono figlio di un partigiano rosso, verde o color cioccolata, ma di un militare italiano ritornato dalla Grecia, con una scheggia nella spalla destra e in quei momenti di dolori trementi di cui soffriva (pace all’anima sua) a dieci anni dovevo spalmargli una pomata puzzolente e strofinargli, con tutte le mie forze la spalla per dieci minuti

Viva l’Italia una e di tutti.

Citazione: “I cittadini come il ministro La Russa, dovrebbero provvedere alla deficenza nei confronti di un Rispetto, che non può, e non deve, essere confuso nel contesto. Rispetto per i morti è una cosa, Amor patrio un’altra. Quindi La Russa la smettesse con le tendenzialità,” [Angelo Caforio 3 gennaio 2009]

Da Londra Carmine Gonnella

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