Buona e Felice Ostara!
La festa di Ostara celebra la rigenerazione della natura e la rinascita della vita.
Questa festa è di origine germanica e prende direttamente nome dalla Dea Eostre o Eostar, patrona della fertilità.
Il suo culto, durante l'antichità pre-cristiana, era diffuso in tutta l'Europa. In Grecia, ad esempio, era conosciuto e celebrato con il nome di Estia; mentre a Roma – e, più tardi, in tutto l'I mpero – assunse quello di Vesta, con il relativo ordine delle vergini Vestali che erano incaricate di mantenere il fuoco eterno all’interno del suo Tempio e di assicurarvi la quotidiana e tradizionale liturgia.
Con la diffusione del Cristianesimo (dopo il IV secolo), la festa di Ostara (Eostre o Eostar o Estia o Vesta) venne assimilata alla Pasqua, la cui data di celebrazione cade, guarda caso, nel primo plenilunio, dopo l'Equinozio di primavera.
La nuova festa cristiana, in alcune lingue europee – vista la sua completa estraneità con i culti autoctoni del nostro continente – conservò addirittura la terminologia dell'antica ricorrenza pagana. Ancora oggi, infatti, in inglese, la Pasqua (cristiana) è detta, Easter, ed in tedesco, Ostern.
In tutta l'Europa, inoltre, la medesima festa riuscì ugualmente a conservare anche alcune usanze che vi erano collegate. Tra queste, la ritualità del coniglio pasquale (simbolo di fertilità e prosperità), e quella dell'uovo, simbolo dell'embrione primordiale da cui sarebbe scaturita la vita.
Altro che “Pasqua”… Un termine che riprende il nome ebraico Pesach o Pesah (o Pasqua ebraica). E l’dea di una festa che, d’altronde, ricorda la cosiddetta “liberazione” dei membri della Setta degli affiliati al Giudaismo ed il suo congetturato “Esodo”, dall’Egitto: due avvenimenti che storicamente non sono mai avvenuti! Così, almeno, pretendono gli autori israeliani Israël Finkelstein e Neil Asher Silberman, “Le tracce di Mosè”, Edizioni Carocci, Roma, 2002. Titolo originale dell’opera: “The Bible Unearthed, Archaeology’s New Vision of Ancient Israel and the Origins of its Sacred Texts”, Simon & Schuster, New York, 2001.