Agriturismo: sara’ vero?

Un vero e proprio boom per l'agriturismo soprattutto in queste vacanze pasquali. La voglia di natura, di aria pulita e di cibi genuini ha conquistato gli italiani, e non solo, e ha fatto decollare una formula che incontra sempre piu' successo. I dati 2009 parlano chiaro: 18mila aziende agrituristiche, 190mila posti letto; previste 160mila persone per il pernottamento e 900mila pasti. Tutto bene dunque? Ci permettiamo qualche dubbio per i servizi e soprattutto per la ristorazione. L'agriturismo e' un' attivita' complementare rispetto a quella propriamente agricola, vale a dire che l'agricoltore integra le entrate derivanti dalla propria attivita' di conduzione del fondo (che deve essere preminente, a differenza di quella relativa al turismo rurale e all'ecoturismo che non prevedono tale obbligo) con l'offerta di vitto e/o alloggio. La ristorazione prevede la somministrazione di pasti e bevande ricavati prevalentemente dalle materie prime dell'azienda. Un'ottima iniziativa, prevista dalla normativa nazionale (1) e da quelle attuative regionali, che ha lo scopo di valorizzare i prodotti locali e nel contempo fornire un'ulteriore fonte di reddito per l'agricoltore. Per questo, oltre ai tradizionali sostegni all'agricoltura, le aziende agrituristiche ricevono finanziamenti pubblici aggiuntivi e facilitazioni (deroghe urbanistiche e sanitarie, formazione, promozione, ecc.), destinati a sostenere questa benemerita attivita'. Insomma il consumatore nel momento in cui siede a tavola ha gia' dato un contributo, con le proprie tasse, allo sviluppo dell'azienda agrituristica e vorrebbe tranquillamente gustare i “prodotti del contadino”. Succede a volte che le materie prime non siano “prevalentemente ricavate” dall'attivita' del podere e che ci si trovi di fronte ad un comune ristorante di campagna.
Al consumatore consigliamo di chiedere informazioni sui “prodotti del contadino” e alle Regioni e Province, che hanno compiti in materia, una verifica dell'attivita' delle aziende agrituristiche per evitare che un promettente settore venga travolto, tra qualche anno, dai soliti scandali dei soliti furbi.

(1) Legge n. 730/85

Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc

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