Il problema del personale della Guardia Costiera è all’attenzione del Parlamento

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/02754
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 159 del 06/04/2009
Firmatari
Primo firmatario: ZACCHERA MARCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 06/04/2009
Destinatari
Ministero destinatario:
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 06/04/2009
Stato iter: IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02754
presentata da
MARCO ZACCHERA
lunedì 6 aprile 2009, seduta n.159

ZACCHERA. – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno.- Per sapere – premesso che:

da notizie assunte dal portale di informazione del Comparto Difesa e Sicurezza GRNET.IT e da articoli pubblicati dalla stampa locale, nel corso dell'attività ispettiva sulla pesca di novellame svolta dal personale della delegazione di spiaggia (Guardia Costiera) di Bianco (Reggio Calabria), effettuata lo scorso 6 febbraio 2009 nel comune di Ferruzzano, otto marinai sarebbero stati oggetto di violenza da parte di una cinquantina di presunti pescatori, finché il maresciallo a capo del nucleo di polizia marittima della Guardia Costiera, allo scopo di evitare probabili lesioni gravi a danno dei suoi sottoposti, ha estratto la sua personale pistola esplodendo un colpo in aria a scopo intimidatorio. Il gesto ha sortito l'effetto sperato nell'attesa dell'arrivo degli agenti del locale commissariato;

la suddetta circostanza è purtroppo una delle tante alla quale è costretto a sottostare il personale della guardia costiera, che a causa della dipendenza funzionale da diversi dicasteri primo fra tutti il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, non trova ancora una giusta collocazione nelle forze di polizia;

nonostante l'esigenza di sicurezza, al quale il Governo sta facendo fronte con i vari provvedimenti normativi che coinvolgono anche l'Esercito, la Guardia Costiera svolge paradossalmente ancora l'attività di polizia avendo un ruolo ridotto, senza poter portare armi (eccezion fatta per chi, in modo azzardato, è costretto a portare la propria per difesa personale) ed è costretto a chiamare con il telefonino il 112 o 113 per procedere ad arresti con uno spreco non indifferente di risorse economiche ed umane, ponendo i militari Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria alla stessa stregua delle associazioni di volontariato;

lo stesso consiglio intermedio (massimo organismo di rappresentanza della Guardia Costiera) e tutti i Consigli di base, all'unanimità da anni chiedono una riforma tesa a risolvere i problemi riguardanti la tutela del personale – ivi compresa la dotazione dell'arma individuale d'ordinanza e il riconoscimento dell'attività operativa e di polizia -:

se sia intenzione del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministero degli Interni, ricordando la recente delega ricevuta con il decreto cosiddetto «Milleproroghe», di riconoscere alla Guardia Costiera il giusto ruolo di Forza di Polizia Marittima alla stessa stregua di quanto avviene per il Corpo Forestale dello Stato anche al fine di tutelare il personale della Guardia Costiera durante la normale attività di Polizia Marittima. (4-02754)

Il problema del personale della Guardia Costiera è all’attenzione del Parlamento. Infatti è stata presentata a riguardo una interrogazione parlamentare. Si è preso spunto da uno dei tanti spiacevoli episodi in cui si devono imbattere quotidianamente gli uomini delle Capitanerie di Porto, cioè la violenza subita lo scorso febbraio, durante un normale controllo, da alcuni marinai nel comune di Ferruzzano (provincia di Reggio Calabria), ad opera di una cinquantina di presunti pescatori locali. Nell’interrogazione è stata inoltre, tenuta in considerazione la volontà espressa all’unanimità dai delegati di base durante l’ultima assise, dove si chiedeva il riconoscimento di un giusto status al fine di tutelare gli Ufficiali ed agenti di Polizia giudiziaria della Guardia Costiera sia ai fini giuridici che per l’incolumità fisica, anche dotandoli “dell’arma individuale d’ordinanza”.
Questo personale, dipende funzionalmente da diversi dicasteri primo fra tutti dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, oltre che Interni, Difesa, Ambiente, Giustizia, Ministero delle politiche agricole, beni culturali ecc.. Nonostante la loro attività sia solo marginalmente a carattere amministrativo e di difesa nazionale, ma prevalentemente di polizia giudiziaria e polizia Marittima (contrasto all’immigrazione clandestina, contrasto al contrabbando di stupefacenti, polizia ambientale, sicurezza della navigazione controllo sulla salubrità del pescato, polizia demaniale ecc..ecc..), “di fatto” per poter procedere agli arresti o difendersi da violenze, i militari della Guardia Costiera devono chiamare il 112 o il 113, quasi come se fossero associazioni di volontariato, con spreco di risorse economiche ed umane, per lo Stato. Ai fini del giusto riconoscimento delle piene funzioni di polizia, l’Italia potrebbe disporre immediatamente di 13.000 uomini in più per la sicurezza, senza spese di concorsi, arruolamenti, corsi di formazione.
Dal sottoscritto (delegato Co.Ce.R.) in diverse sedi sono state evidenziate ufficialmente queste problematiche, compreso al Consiglio dei Ministri ed al Parlamento.
Di fatto oggi vi è una importante interrogazione parlamentare, oltre che una delega al Ministro dei Trasporti per riordinare il Corpo. L’auspicio è che si colgano al volo queste importanti occasioni.
In un contesto di richiesta di sicurezza, dove il Governo con decisione approva decreti per l’impiego dell’Esercito e la partecipazione all’ordine pubblico delle cosiddette ronde, sembra paradossale che, militari Ufficiali ed Agenti di Polizia giudiziaria della Guardia Costiera, debbano essere insultati e malmenati durante i normali controlli potendosi difendere solo con l’unica arma personale a loro disposizione: “la buona volontà”.
Antonello Ciavarelli
delegato del Co.Ce.R. (Consiglio Centrale di Rappresentanza dei Militari)

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