Dichiarazione del sen. Felice Casson
Per un processo che inizia in Piemonte sulle vittime dell'amianto, sono decine e decine le indagini e i processi sull'amianto fermi in tutta Italia: dalla Sicilia alla Sardegna, dalle Puglie al Lazio, dalla Liguria al Friuli, dall'Emilia Romagna al Veneto e alla Campania. Migliaia di ammalati e morti in tutta Italia, oltre quattromila decessi all'anno, quattro volte i morti causati da infortuni sul lavoro, ancora di più rispetto alle uccisioni dovute alla criminalità organizzata. Indagini e processi difficili, abbandonati in uffici giudiziari sprovvisti di mezzi e inadeguati ad affrontare una delle maggiori stragi dell'era contemporanea, con la previsione di un picco per i decessi ancora di là da venire, verso il 2015-2020.
In questa situazione drammatica, lo Stato non fa ancora nulla.
Il disegno di legge del Partito Democratico a tutela delle vittime dell'asbesto e per la bonifica dei siti inquinati da amianto giace dall'inizio della legislatura in commissione lavoro al Senato. Il Fondo per le vittime dell'amianto costituito con l'ultima legge finanziaria del governo Prodi, nonostante la disponibilità dei fondi, è bloccato da un anno di inattività del ministro del lavoro e della salute, sollecitato più volte, ma incapace di emanare un regolamento necessario per la vitalità del fondo. Le norme proposte dai senatori del PD sulla sorveglianza sanitaria e sulla tutela giudiziaria e amministrativa nei confronti delle persone colpite da patologie correlate all'asbesto sono finite nel cassetto della commissione lavoro e del governo.
Continuano maggioranza e governo a versare lacrime di coccodrillo per i morti a causa del lavoro, ma concretamente bloccano qualsiasi iniziativa volta a ridare dignità alle vittime dell'amianto.