“Il problema dell’Italia non è la fuga dei cervelli, ma l’incapacità  di accoglierne”

“Si parla sempre con preoccupazione della fuga di cervelli dal nostro paese, ma la mobilità dei nostri ricercatori è in realtà un fatto positivo,” ha dichiarato Laura Garavini nel corso di un incontro ad Amsterdam dal titolo “Il lavoro, la ricerca e l’industria in Italia: torneremo mai a casa?”
La deputata del PD eletta nella circoscrizione Europa ha sottolineato che “il vero flagello per la ricerca italiana è l’incapacità di attrarre a sua volta cervelli da altri paesi o di richiamare indietro i propri, dopo che hanno fatto esperienze preziose all’estero.” Durante il seminario organizzato dal PD Amsterdam, Laura Garavini si è confrontata con i ricercatori italiani del luogo. “Conoscere questa realtà da vicino è interessante ed importante, soprattutto ora che sto per presentare a Roma una proposta di legge proprio sulla ricerca”, ha dichiarato la Garavini.

Marcello Battistig, segretario del circolo PD di Delft, ha fatto notare come i problemi della ricerca si riflettano anche sull’industria. “Risparmiare sulla ricerca è un segno di scarsa lungimiranza,” ha detto Battistig “perché l’industria trae idee, spunti e progetti proprio dalla ricerca. Gli scarsi investimenti in questo settore fanno sì che l’industria italiana resti un passo indietro e non possa essere competitiva su scala internazionale”.

“Per valorizzare la ricerca italiana c’è bisogno di elaborare un piano di intervento sistemico” ha aggiunto Francesco Cerisoli dell’azienda Interna Technologies di Utrecht. “Il sostegno non deve arrivare attraverso una semplice sovvenzione al settore pubblico, ma attraverso un piano che valorizzi il lavoro e la collaborazione sia della ricerca pubblica, sia di quella privata. Solo così potremo essere all’avanguardia”.

“In Emilia Romagna promuoviamo delle partnership proprio tra settore pubblico ed imprenditoria privata, e stiamo ottenendo ottimi risultati” ha confermato Paolo Bonaretti, direttore generale del consorzio ASTER, che si occupa di creare una rete di collaborazione tra imprese, università ed istituzioni.

L’incontro si è concluso con l’intervento di Eugenio Marino della direzione nazionale del PD nel dipartimento italiani nel mondo. “Per migliorare la situazione della ricerca italiana”, ha dichiarato Marino “bisogna rivalutare, oltre alla distribuzione dei finanziamenti, una serie di aspetti che riguardano cultura, politica ed economia. Bisogna fare in modo che il settore privato abbia interesse ad investire nella ricerca, senza che però si formino di lobby e reti clientelari. Questo pericolo può essere prevenuto con leggi adeguate. Senza queste leggi, intervenire attraverso finanziamenti non basta a migliorare le prospettive”.

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