La nascita del nuovo Partito degli Italiani “PdL” spinge molti a una riflessione che porterebbe ad una modifica della Costituzione. E’ risaputa la voglia di piu’poteri al governo del fondatore del PdL Silvio Berlusconi. Prima che si passi alla modifica della Costituzione del capitolo presidenzialismo, e’ imperativo che si dia piu’ credibilita’ al parlamento e alla rappresentivita’ popolare. Il primo passo dovrebbe essere la modifica della legge elettorale. Come membro del nascente Partito degli Italiani dall’Estero “ PIE “ (quale coincidenza promotrice), mi spinge a fare delle ulteriori considerazioni sulla questione legge elettorale:
Con l’attuale “Porcellum” in cui i parlamentari non sono eletti con voto di preferenze ma semplicemente nominati dalle segreterie dei partiti, ergo tutto il parlamento e’ conosciuto a priori, vengono meno l’articolo 67 della Costituzione: “ in cui ogni membro del Parlamento rappresenta lo Stato ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato” e la rappresentanza politica. In altre parole e in un certo qualsenso, un ritorno al mandato imperativo, esistente nello Statuto Albertino. Un particolare questo sfuggito ai legislatori, con la legge 270 del 21 dicembre 2005. Con le liste bloccate, il futuro Premier o Presidente decide a priori chi fare eleggere. Un vero colpo alla democrazia e al parlamentarismo. Piu’poteri al Premier o Presidente eletto direttamente dal popolo con l’attualle legge, significherebbe potere assoluto. Oligarchia a tutti gli effetti. A mio avviso, prima che si possa parlare di presidenzialismo tipo francese o americano bisognerebbe avere una legge elettorale libera da liste bloccate, candidature multiple, premi di maggioranza, un titorno alla vecchia legge elettorale, proporzionale secco, in cui il legislatore e’ lasciato libero di votare in piena coscienza senza nessun vincolo di mandato imperativo partitico, attenendosi al mandato datogli dagli elettori.(potere democratico) Il premio di maggioranza era una legge -truffa nel 52, quando fu presentata dall’allora ministro dell’interno Mario Scelba duramente contestata in parlamento e nel giugno del 53 i partiti di centro (DC,PLI, PRI e PSDI) non riuscirono a superare il 50% dei voti necessari e lo e’ ancora oggi. A differenza che nel 53 fu definita “truffa” ai nostri tempi diventa, una “porcata” dal suo stesso ideatore l’attuale ministro delle semplificazioni; il leghista Calderoli.