E mentre il governo cinese, da ieri sera, ha oscurato YouTube (la Cina è vicina?), qui in Italia si colpiscono le persone oneste che compiono il proprio dovere.
Un tempo la mafia gambizzava, metteva le bombe, intimidiva con ricatti e vessazioni d'ogni sorta. Oggi non ne ha più bisogno, perché la mafia è pienamente al potere e fa quel che vuole. La mafia ora licenzia, sospende, trasferisce persone, fa sequestrare documenti e computers… La mafia rimuove il problema non uccidendo.
Da varie parti giungno preoccupazioni in merito al destino di Genchi (ma anche di De Magistris) e si paventano azioni politico-mafiose volte all'eliminazione fisica di questi nostri amici della Giustizia. Questo non può avvenire (e ci auguriamo di non sbagliare), perché viviamo in un tempo in cui l'opinione pubblica deve essere tenuta a bada e alla quale si devono nascondere le verità più scottanti. Nuove stragi (come quelle di Capaci o di via D'Amelio) sarebbero fatali per la mafia al potere, svelerebbero la verità. I giornalisti, persino quelli televisivi, financo Bruno Vespa, a quel punto sarebbero costretti a far conoscere i meccanismi perversi e mafiosi che si celano dietro le azioni di certe Procure, nei riguardi di alcuni magistrati o consulenti. L'obiettivo invece è nascondere, più che palesare. Non è neppure un caso che abbiamo aperto il post con il riferimento alla Cina. Oggi, in Italia, su YouTube, possiamo ancora vedere certi filmati di denuncia che sono stati censurati dalle nostre TV. Ma domani? Alfano dice che stanno pensando a regolamentare la rete (esattamente quello che ha detto oggi il Ministro degli Esteri cinese).
Non dire, non far vedere, non far sapere. Un'arma della mafia è anche la censura televisiva. Gli italiani devono piuttosto pensare ad altre cose: veline e reality, crociere e bon bon.