L’arte dell’antichità riflessa nell’arte del Novecento e dei nostri giorni. Pitture e sculture che hanno attraversato i secoli (dagli etruschi all’età classica, dal Medioevo al Rinascimento) a confronto con Picasso e Dalì, Modigliani e De Chirico, Soffici e Severini, Morandi e Carrà, Marino Marini e Vangi, Mitoraj e Theimer, Guadagnucci e Franco Angeli.
In totale oltre 130 opere, tra cui una serie di accostamenti molto significativi di arti applicate: i vetri di Ercole Barovier e Carlo Scarpa con gli straordinari reperti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, le ceramiche di Giò Ponti con quelle dei Musei Archeologici Nazionali di Firenze e Roma, i gioielli del Novecento con alcune meraviglie dell’antichità e con le collezioni Medicee di Palazzo Pitti.
La mostra vuole così dimostrare visivamente, e far comprendere, la forza innovativa, la carica rivoluzionaria e l’alta capacità espressiva dell’arte del XX° secolo, contrapposta a un Neoclassicismo storico ormai vuoto di contenuti. E’ un ritorno alle origini della nostra storia alla scoperta di testimonianze estetiche universali, di significati che non hanno mai perduto il valore dell’immanenza nella nostra vita e che concedono quindi la possibilità di un recupero fatto di canoni e di misure, di moduli, di lezioni capaci di dominare anche oggi il nostro esistere quotidiano.
Già presente nelle opere di Picasso di inizio Novecento (la mostra presenta le Repas frugal proveniente dal Victoria and Albert Museum di Londra), il ritorno alle origini diventò la spinta creativa anche per una generazione di artisti italiani. Dopo le esperienze dirompenti dei primi anni del secolo Carrà, Severini, Soffici, De Chirico, Morandi, Modigliani scelsero infatti questa strada per ricollegarsi alle radici e alle tradizioni (di Modigliani, per inciso, l’esposizione esibirà Testa di donna, una pietra calcarea del 1912 proveniente dal Metropolitan Museum of Art di New York).
In mostra le opere di Arturo Martini ‘colloquieranno’ costantemente con la scultura etrusca, manifestando comunque una genuina identificazione con quelle opere dai tratti essenziali e dalle superfici scabre, nell’esempio della Chimera della Collezione Alberto della Ragione; mentre Marino Marini, con una grande Pomona in bronzo degli Uffizi, esprimerà forme compatte solide, a tratti arcaiche.
Anche gli artisti stranieri hanno avvertito il fascino del nostro passato: ricordiamo Salvador Dalì, che in opere quali la Nascita dei desideri liquidi del 1931-32, prestata alla mostra dal Museo Guggenheim di Venezia, in un atmosfera surreale cita letteralmente la celebre Corniola con Apollo, Marsia e Olimpo appartenuta a Lorenzo il Magnifico.
Informazioni Evento:
Data Inizio: 14 marzo 2009
Data Fine: 12 luglio 2009
Luogo: Museo degli Argenti – Palazzo Pitti
Firenze
Telefono: 0552388709
E-mail: argenti@polomuseale.firenze.it
Sito Web: