P.I.E, VOTO ALL’ESTERO E IL FUTURO DEL MONDO ITALICO (3)

Dal '93 in poi il parlamento italiano non ha tenuto conto dell’articolo 48:” Il voto e’ eguale”

L’Italia e’ l’unico paese in Europa ad avere un sistema elettorale “variopinto”. L’errore fondamentale che il parlamento commise dopo il referendum del '93, fu quello di non ascoltare la voce del popolo. Maggioritario secco e l’abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti. Queste le ragioni per cui oggi ci troviamo immersi nel popolulismo e berlusconismo. Sono convinto che con un sistema maggioritario stile anglosassone, il popolo italiano non avrebbe avuto bisogno ne’ di Berlusconi, ne’ della Lega. Lo stesso errore e’ stato ripetuto nel 2007 con il referendum elettorale, oggi posticipato al 13 giugno. Non lo si fece prima dell’eelzioni del 2008 per la paura di Berlusconi, la quale avrebbe messo in discussione il suo populismo, derivante dall’abolizione delle candidature multiple e l’esistenza della stessa Lega, con l’innanlzamento all’8% il livello di sbarramento al Senato con medesimo premio di maggioranza della Camera anche al Senato..

Quanto costano oggi i partiti ai cittadini italiani?

Ogni anno assorbono centinaia di milioni di fondi pubblici, più delle presidenziali americane. In Francia i partiti costano 80 milioni, la punta massima in Germania con 130 milioni, per non parlare dell’Inghilterra dove il finanziamento pubblico, tranne alcuni servizi a disposizione nel corso delle campagne elettorali, è limitato ad alcuni contributi modesti concessi solo ai partiti di opposizione. In Italia, l’ultimo rimborso per le politiche è stato di 408 milioni di euro…. In Francia poi chi non raggiunge il 5% dei consensi, si vede rimborsare meno della metà di quello che ha effettivamente speso, in Italia rimborsiamo cinque volte quello viene documentato come spesa reale In poche parole il cittadino italiano ancor prima di recarsi alle urne si vede svuotarsi le proprie tasce. Un mese fa, l’Ares ( Agenzia di Ricerche economiche e sociali) , ha ipotizzato le entrate dei partiti nel quinquennio 2008-2013, considerando le elezioni europee nel 2009, le regionali nel 2010 e le politiche nel 2013. La cifra finale è impressionante: 2 miliardi di euro, qualcosa come 4mila miliardi delle vecchie lire.

L'attuale sistema elettorale in Italia per le elezioni Politiche

La legge 270 del 21 dicembre 2005 è improntata su un sistema proporzionale con ritocchi in senso maggioritario, pertanto viene definito come un “sistema misto”, accezione molto ampia e di difficile catalogazione. Sono previsti (come per le precedenti leggi) meccanismi diversi per la ripartizione dei seggi in Camera e Senato.

Per la Camera dei Deputati, sono state mantenute le 27 circoscrizioni, individuate nella riforma del 1993. La legge, firmata dal Ministro delle Riforme Calderoli, prevede un premio (su scala nazionale) alla coalizione vincente (con maggioranza relativa), che garantisce 340 seggi, a patto che la stessa coalizione raggiunga almeno il 20% dei consensi. Dato che ogni singola lista, collegata alla coalizione, mette a disposizione le proprie preferenze appare scontato che lo schieramento più votato possa ottenere il premio senza preoccupazioni. La ripartizione dei 340 seggi avviene su base proporzionale tra le liste coalizzate, solo se ogni singola lista ha conseguito il 2% dei voti. È prevista, tuttavia, anche la “clausola del miglior perdente” che garantisce l'ingresso in Parlamento al primo dei partiti che non ha superato la soglia di sbarramento e che comunque ha contribuito al successo della coalizione. Per le liste non collegate, invece, la soglia di sbarramento è fissata al 4%. I 12 seggi della circoscrizione Estero vengono distribuiti con metodo proporzionale. La legge del 2005, quindi, propone un indirizzo marcatamente proporzionale, ma con l'intento di far nascere coalizioni e proseguire nel percorso del bipolarismo.

Per il Senato della Repubblica è stato prescelto un meccanismo diverso che poggia su un premio di maggioranza assegnato su base regionale (e non nazionale). Le circoscrizioni per il Senato sono quindi le regioni in cui si concretizza il confronto elettorale. Va, comunque, evidenziata che Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e Molise hanno mantenuto i collegi uninominali, individuati dalla riforma del 1993. Nelle altre circoscrizioni, invece, sono previsti dei premi alle coalizioni vincenti (ad esempio: su 47 seggi da assegnare in Lombardia, 26 ne sono assegnati alla coalizione che ottiene di maggior numero di voti). La ripartizione dei seggi interna alla coalizione si realizza su base regionale. Come per la Camera , la circoscrizione Estero distribuisce 6 seggi in maniera proporzionale.

Nella legge in vigore, inoltre, è stata abolita la possibilità di esprimere una preferenza da parte dell'elettore. Per tale ragione, dunque, si parla di “liste bloccate”: sulla scheda bisogna apporre la croce sul simbolo del partito o della coalizione senza poter votare un candidato. Le candidature, infatti, sono decise dai partiti, che indicano anche la posizione (e di conseguenza la possibilità di elezione) dei singoli candidati.

Qualcuno mi faccia capire dove e’ finita l’egualita’ del voto, di cui all’articolo 48. Un sistema alla Camera, uno al Senato e l’altro all’estero.. Se al tutto ci aggiungiamo Il “Mattarellum”, il sistema in vigore dal 1993 al 2005 e Il sistema elettorale in vigore per le Regioni è il cosiddetto “Tatarellum, non viene piu’ fuori una “Porcata “ ma un minestrone indigesto.

Un sistema elettorale unificato e semplificato potrebbe benificiare i cittadini e il parlamentarismo in Italia e all’Estero.

Una legge elettorale unificata a Camera e Senato e a tutte l’elezioni locali ivi incluso all’estero, che sia essa maggioritaria presidenzialista o proporzionale presidenzialista, potrebbe senz’altro benificiare tutto il mondo italico Con due sole election day le politiche e i referenndum e quelle locali. Se non altro dimezzerebbe i 2 miliardi di euro e darebbe piu’ piu’ credibilta’ al parlamento e alla democrazia.

Continua…

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