“Un’altra drammatica ragione per mettere sotto accusa il turismo sessuale a danno di minori”. È netto il primo commento di ECPAT-Italia in seguito all’allarme secondo cui l’Aids varchi i confini italiani attraverso i turisti del sesso. L’allarme è del direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive all’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli che, in merito all’ “Hiv di importazione”, ha affermato ieri: “Una grossa fetta, che arriva dal Sudamerica, approda in Italia attraverso il turismo sessuale”.
ECPAT, organizzazione parte di una rete mondiale presente in oltre 70 paesi, dove combatte lo sfruttamento sessuale dei minori, è convinta che queste dichiarazioni siano un ulteriore motivo per continuare a denunciare questo triste forma di colonialismo travestito da divertimento. Come ha più volte ribadito il Presidente di ECPAT-Italia, Marco Scarpati “i turisti del sesso esportano e importano gravissime patologie”.
Afferma Scarpati “Alla base della richiesta di sesso con bambini – perché ECPAT si occupa specificatamente di contrasto al sesso con minori – c'è innanzitutto la mancanza di rispetto per i diritti delle persone più deboli”. Scarpati fa riferimento ai molti motivi che inducono un viaggiatore/turista – anche non pedofilo – a sfruttare sessualmente bambini. “Oltre all’anonimato, all’impunità, vi è la convinzione che fare sesso con minori sia “più sicuro”. Continua Scarpati “Non molti sanno che il sesso con bambini è piú a rischio di AIDS perché i bambini sono facilmente piú contagiati e piú contagiosi.”
ECPAT-Italia sta promuovendo una campagna nazionale, parte di un progetto internazionale finanziato dalla Commissione Europea, che la vede a fianco di altre quattro ECPAT d’Europa. Un progetto nato per contrastare il fenomeno del turismo sessuale con minori, con particolare attenzione a Kenya, Filippine, Sud Africa, India, Costa Rica e Repubblica Dominicana. Il progetto prevede l’esercizio di una maggiore pressione mediatica, sociale e legislativa. La campagna Viaggi da Non (www.viaggidanonfare.org) fare è parte del progetto “Offender Beware”