Sono sempre più gli emigrati e gli italiani che, in occasione delle riunioni e delle assemblee che si tengono in Svizzera, o in altri Paesi europei come la settimana scorsa in Olanda in una riunione della UIM a Delft, si lamentano dei disservizi della rete consolare italiana e si interrogano di come e quando potranno avere degli Uffici consolari di cui non ci si debba vergognare e che soddisfino, in maniera quantomeno decorosa, le necessità burocratiche con l’Italia dei cittadini italiani che vivono all’estero. Su questo argomento ha posto l’attenzione proprio la scorsa settimana la Commissione continentale Europa/Africa del Nord del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, che si è riunita a cavallo della frontiera svizzero/tedesca a Kreuzlingen e Costanza, con una relazione del sottoscritto (alla quale è seguito poi un dibattito molto intenso) con la quale è stata fatta una fotografia della rete diplomatico-consolare in Europa per arrivare a delle proposte. Ecco qui di seguito i testo della relazione introduttiva.
Innanzitutto per formulare una proposta di riorganizzazione dei servizi consolari italiani all’estero e, per quanto concerne questa Commissione, in Europa necessita avere un quadro dell’attuale situazione della rete diplomatico-consolare in questo Continente dove risiedono 2'072'410 cittadini italiani iscritti all’AIRE (dato aggiornato al 31.12.2007).
In totale abbiamo in Europa una Rappresentanza diplomatica in 41 Paesi, tuttavia la nostra attenzione sarà limitata, in particolare, agli 8 Paesi europei dove maggiore è la presenza di cittadini italiani: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svizzera.
Nel dettaglio, la presenza della rete diplomatico-consolare in questi otto Paesi è la seguente:
Belgio
191'267 italiani
Ambasciata, 2 Consolati Generali, 1 Consolato, 1 Vice Consolato, 1 Agenzia Consolare, 3 Consolati Onorari.
Francia
334’180 italiani
Ambasciata, 7 Consolati Generali di cui 2 di 1.a Classe, 1 Consolato, 3 Vice Consolati Onorari, 1 Agenzia Consolare Onoraria.
Germania
638'314 italiani
Ambasciata di Berlino con Cancelleria Consolare, 6 Consolati Generali di cui 2 di 1.a Classe, 4 Consolati di cui 1 di 1.a Classe, 2 Agenzie Consolari, 2 Consolati Onorari.
Lussemburgo
23'422 italiani
Ambasciata con Cancelleria Consolare.
Paesi Bassi
31'346 italiani
Ambasciata, 1 Consolato Generale.
Regno Unito
175'796 italiani
Ambasciata, 2 Consolati Generali, 1 Consolato, 3 Consolati Onorari, 4 Vice Consolati Onorari, 10 Agenzie Consolari.
Spagna
89'148 italiani
Ambasciata di Madrid con Cancelleria Consolare, 1 Consolato Generale, 7 Consolati Onorari, 11 Vice Consolati Onorari.
Svizzera
520'122 italiani
Ambasciata di Berna con Cancelleria Consolare, 5 Consolati Generali di cui 2 di 1.a Classe, 1 Consolato di 1.a Classe, 4 Agenzie Consolari.
A queste otto Nazioni si devono aggiungere anche altri Paesi in cui risiedono pure importanti comunità, come la
Austria
Con 16'935 italiani, un’Ambasciata a Vienna con Cancelleria Consolare, 4 Uffici Onorari.
Croazia
Con 8'840 italiani, un’Ambasciata a Zagabria con Cancelleria Consolare, 1 Consolato Generale, 1 Consolato, 3 Uffici Onorari.
Grecia
Con 10'552 italiani, un’Ambasciata a Atene con Cancelleria Consolare e 15 Uffici Onorari.
Irlanda
Con 7'042 italiani, un’Ambasciata a Dublino con Cancelleria Consolare.
Svezia
Con 7'216 italiani, un’Ambasciata a Stoccolma con Cancelleria Consolare, 1 Consolato Onorario.
Ricapitolando, negli otto Paesi europei citati vivono 1'812'328 italiani che hanno a loro disposizione, complessivamente, per tutti i servizi di cui può necessitare un cittadino italiano che vive all’estero:
8 Ambasciate di cui 4 con Cancelleria Consolare; 24 Consolati Generali di cui 6 di 1.a Classe; 8 Consolati di cui 2 di 1.a Classe; 1 Vice Consolato; 7 Agenzie Consolari; 44 Uffici Onorari.
Oggi abbiamo in Europa questa rete diplomatico-consolare dopo le ricorrenti e pesanti ristrutturazioni, cioè tagli, che essa ha subito negli ultimi tre lustri. Per esempio, le sedi in Svizzera sono state ridotte da 21 a 10, considerato la recente chiusura del Consolato di Berna trasformato in Cancelleria Consolare, ma analoga sorte è avvenuta anche con le chiusure dei Consolati di Atene, Madrid ed Esch-sur-Alzette pure trasformati in Cancellerie Consolari presso le rispettive Ambasciate. Vi sono state ancora chiusure più pesanti che hanno riguardato gli Uffici Consolari di Bedford nel Regno Unito; Bastia, Bordeaux, Chambery, Digione e Grenoble in Francia; Lipsia in Germania, Namur in Belgio, Innsbruck in Austria ed Orano in Algeria.
Ma ancora si ventilano ulteriori ristrutturazioni e quindi tagli nella rete consolare europea. Da alcuni “boatos” sembra che adesso sia il turno di tre consolati in Germania: Hannover, Norimberga e Saarbrücken ma, tenendo conto dell’esperienza, chissà che non siano a rischio anche altri Uffici Consolari. Vedremo!
Praticamente siamo di fronte ad una vera e propria desertificazione della rete consolare italiana in Europa che, oltretutto, ha subito anche una riduzione ed una dequalificazione del personale che vi lavora in pratica un impoverimento degli Uffici che sono rimasti!
Purtroppo non disponiamo di dati attualizzati, Tuttavia ci risulta che il personale del MAE operante all’estero ammonta a 4'197 addetti (circa il 60% di ruolo ed il 40% di contrattisti) per un totale di iscritti all’AIRE di 3'649'377 cittadini italiani, che significa una media di 869 emigrati e cittadini italiani per ogni addetto. Una media che in Svizzera (dato relativo al 2006) era invece di circa 3'237 cittadini italiani per ogni impiegato consolare, una media che probabilmente si ritrova anche negli altri Paesi europei a forte emigrazione italiana.
Adesso,con la Legge Finanziaria 2009, siamo di fronte a un taglio notevole al bilancio del MAE che ha penalizzato non solo le politiche rivolte agli italiani all’estero ma anche la stessa funzionalità della rete. Infatti ci si dice che il bilancio per il 2009 di molte sedi consolari sia stato ridotto del 30/35% rispetto al 2008. Ciò non potrà non aver ripercussioni negative sulla già precaria funzionalità della rete e quindi sull’erogazione dei servizi e portare alla riduzione o all’interruzione dell’operatività dei famigerati Sportelli Consolari o Permanenze Consolari ed anche degli stessi Uffici Consolari onorari!
Ci si dice, ancora, che le nuove tecnologie porteranno a migliorare i servizi, ma chi lo afferma ha mai provato a telefonare ad un Ufficio consolare? Ci si dice, anche, che grazie alle nuove tecnologie ci porteranno il “Consolato in casa” ma quale “casa” se oggi, più che nel passato, vi è la necessità di una presenza fisica degli utenti negli Uffici consolari come, per esempio, per ritirare la Carta di identità, oppure per il passaporto biometrico, o i tradizionali atti notarili. Senza dimenticare che nel mondo tra i 3'649'377 emigrati e cittadini italiani ve ne sono 1'116’533 di età superiore a 55 anni i quali non è credibile che abbiano una gran dimestichezza con l’informatica ed internet!
In Europa, soprattutto nei Paesi dell’Unione, laddove vi sono consistenti comunità di cittadini italiani, vi è invece ancora una necessità di strutture consolari che diano dei servizi agli utenti più che di diplomatici. Allora se veramente non si vuole penalizzare i servizi agli italiani che vivono in queste Nazioni, pur dovendo tener conto dei tagli e dei relativi vincoli di bilancio, si potrebbe comunque garantire dei servizi decorosi realizzando un’efficace ristrutturazione della rete pur con dei risparmi attraverso:
1)
una declassificazione dei vari Uffici consolari iniziando dai Consolati Generali di 1.a Classe con un risparmio di notevoli risorse: l’affitto della residenza del Console Generale, l’auto di servizio e l’autista) e, a cascata, anche quella di alcuni Consolati Generali e Consolati salvaguardando e, magari, potenziando la rete delle Agenzie Consolari grazie alle risorse liberate.
2)
Potenziare e regolamentare la rete dei Corrispondenti (valorizzandoli più di quanto si sia fatto sinora) e delle permanenze o sportelli consolari sul territorio.
3)
Estendere la rete degli Uffici consolari onorari.
4)
Pur tenendo conto delle esigenze operative del MAE, valutare la possibilità di un eventuale maggior utilizzo di contrattisti locali negli Uffici consolari all’estero, anche se già oggi sono circa il 40% del personale impiegato.
5)
Dare finalmente attuazione all’articolo 11 della legge 152/2001 stipulando la convenzione MAE – Patronati che consentirebbe un utilizzo migliore delle sinergie delle due reti erogatrici di servizi di cui possono avvalersi gli italiani all’estero.
Tutto questo potrà essere anche insufficiente a garantire dei servizi decorosi agli emigrati ed agli italiani all’estero, siamo infatti consapevoli che sia una soluzione al ribasso, ma, tenendo conto della situazione, varrebbe certamente la pena di provarci prima di continuare con una politica di ristrutturazione già vista che altro non ha significato, fino ad ora, che chiudere delle sedi a danno degli utenti.
D’altra parte una soluzione ottimale, per sostenere adeguatamente le politiche a favore degli italiani all’estero e dei servizi di cui loro hanno bisogno, necessita una radicale inversione di tendenza di questo governo e della maggioranza che lo sostiene. Una nuova politica stimolata, ovviamente, dai 18 parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero ma, soprattutto, da quelli che fanno parte della maggioranza i quali, purtroppo, a differenza dei parlamentari dell’opposizione che seguono sempre i lavori sia dei Comites che del Cgie, brillano per la loro latitanza. Ancor più quando ai lavori di una Commissione Continentale Europa e Africa del Nord, come quella tenutasi a Kreuzlingen/Costanza, tra i parlamentari presenti l’unico rappresentante della maggioranza del governo Berlusconi è il senatore Monti della Lega Nord eletto in Brianza!
Dino Nardi
Coordinatore UIM in Europa e membro CGIE
Zurigo, 9 marzo 2009