Tra Sanremo e fatti della vita: come interpretare e tradurre la realtà
… “ho tradotto ieri l'attore Kevin Spacey, negli altri anni sono stato al fianco di Pippo Baudo alle varie conferenze stampe per la presentazione e le interviste degli ospiti del Festiva di Sanremo”… “Nel 1995, la mia prima volta a Sanremo è stata per me piena di tensione. Pippo Baudo mi chiese di tradurre non dalla cabina, ma dal palcoscenico di Sanremo, e, quella volta andai in video affianco a Pippo Baudo e agli artisti da tradurre, con la consapevolezza di essere visto da molti milioni di ascoltatori e, ricordo con nettezza la ‘tremarella’ alle gambe come si dice in caso di vera tensione”… (Marco De Mico)
CANZANO. Interprete o traduttore, come ti definisce?
DE MICO. Mi riconosco in tutte e due, sono due segmenti della stessa professione. Una è più stimolante che ti riempie di adrenalina ogni volta che sei preso da quel tipo di lavoro è sicuramente l’interpretariato, l’interpretazione simultanea quella televisiva. Nel corso della mia carriera mi sono specializzato per la traduzione simultanea televisiva, che è quella che continua ad affascinarmi di più e a darmi più feeling più passione. Come traduttore di libri ho dedicato una parte piccolissima della mia attività. Solo all’ inizio della carriera mi sono occupato della traduzione di alcuni libri di carattere medico, ma in realtà come traduttore mi occupo di tradurre altri tipi di documenti non necessariamente libri. Quella del traduttore è un altro tipo di attività, che svolgo in un contesto di tranquillità nel mio studio, dove posso utilizzare tutti gli strumenti che ho a disposizione, non ultimo internet che negli ultimi anni ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare di noi traduttori, rivoluzionato in modo positivo, e questa del traduttore, è una attività meno stressante dell’attività di interprete.
CANZANO. La tua voce la sentiamo spesso in trasmissioni giornalistiche quando ci sono collegamenti con gli USA…
DE MICO. Lavorando il più delle volte per le televisioni non necessariamente finisco con il trovarmi sul luogo del ‘delitto’ perché spesso mi trovo a tradurre discorsi dallo studio da Roma.
Quando c’è un discorso di Bush annunciato per esempio alle tre di notte, io non vado a Washington per tradurre Bush, ma dallo studio televisivo di Roma, traduco in simultanea il discorso che in quel momento sta facendo il presidente americano in diretta agli ascoltatori americani.
CANZANO. Cioè tu sei la voce italiana di Bush mentre sta parlando, in diretta e, come diremmo, senza filtri…
DE MICO. Infatti non è una traduzione consecutiva o uno speakeraggio, mentre ascolto il discorso del presidente, né io né tutto lo staff giornalistico che preparano la diretta televisiva sanno in anticipo il discorso che verrà fatto. Quindi, mentre Bush parla, io traduco in simultaneo il suo discorso in italiano. Per quello che prima parlavo di adrenalina, di tensione perché è tutto immediato.
In alcuni casi invece, posso già sapere in anticipo almeno l’argomento di cui si palerà, cioè che tipo di discorso verrà affrontato dall’ospite della trasmissione. Nel caso di un convegno o di un congresso, l’interprete ha la possibilità di conoscere l’argomento e anche la persona che farà il discorso così, con un colloqui con la persona che si dovrà tradurre, riusciamo a sapere in anticipo almeno l’argomento su verterà la traduzione.
CANZANO. Cioè, in questo caso, tu sei già in possesso delle parole chiave su cui verterà il discorso o, quando si tratta di tradurre un convegno gli interventi posso anche essere stati preparati prima dai relatori…
DE MICO. Infatti, però capita spesso che se ci danno prima una copia della relazione, i relatori, durante l’intervento, cambiano notevolmente la versione che si erano preparati.
CANZANO. Cioè tu ti trovi come in trincea…
DE MICO. Si, torniamo al discorso famoso del presidente americano. Viene annunciato che stasera il presidente Bush annuncerà la sua strategia per quanto riguarda l’Iraq e tutto il mondo sta lì e vuole sapere cosa dirà il presidente, e, anche noi interpreti, non sappiamo cosa dirà il Presidente. A volte possono esserci delle anticipazioni, delle voci, delle indiscrezioni di qualche giornalista più vicino allo Casa Bianca e nostro dovere e nostro interesse, è quello di navigare su internet per cercare di ‘rubacchiare’ qualche voce.
CANZANO. In radio sei spesso in trasmissioni come radio anch’io o zapping?
DE MICO. Si, oltre a queste due trasmissioni, sono spesso anche a ‘Baobab’, che va in onda il pomeriggio su Radiodue o, la trasmissione ‘La radio ne parla’ che va in onda su Radiouno tutti i giorni alle ore 12.30 ‘Corriere diplomatico’ che va in onda ogni mercoledì intorno alle 23 su Radiouno. Ho lavorato anche per il programma di Fiorello su Radiodue ‘Viva radiodue’, e, ho anche tradotto i personaggi ospiti nelle trasmissioni di varietà.
CANZANO. Hai mai dato la tua voce per qualche personaggio cinematografico?
DE MICO. No, mai fatto doppiaggio.
CANZANO. Sei stato spesso a Sanremo?
DE MICO. Ai anche quest’anno sono in prima linea, ho già tradotto gli ospiti maschili del festiva di Pippo Baudo a Sanremo per il festival.
CANZANO. Questa volta sarai sul posto…
DE MICO. Si, sarò presente come per l’edizione di Pippo Baudo quando ci saranno le varie conferenze stampe per la presentazione e le interviste degli ospiti del festival.
CANZANO. Parlami di Sanremo…
DE MICO. Sono stato convocato per tradurre gli ospiti dall’inglese e dal francese. A Sanremo sono stato anche nelle edizioni passate, la mia prima vota sanremese è stata nel 1995. Ho tradotto ospiti come John Travolta l’anno scorso, e ospiti come i grandi di Take That circa dieci anni fa, e, quest’anno ritorneranno, e, avrò l’onore di tradurli di nuovo.
Nel 1995, la mia prima volta a Sanremo è stata per me piena di tensione. Pippo Baudo mi chiese di tradurre non dalla cabina, ma dal palcoscenico di Sanremo, e, quella volta andai in video affianco a Pippo Baudo e agli artisti da tradurre, con la consapevolezza di essere visto da molti milioni di ascoltatori e, ricordo con nettezza la ‘tremarella’ alle gambe come si dice in caso di vera tensione.
CANZANO. Quando traduci gli ospiti delle trasmissioni radiofoniche ascolti solo la voce?
DE MICO. Si, per radio sempre al telefono e ascolto solo la voce, e questo è uno svantaggio perché un collegamento telefonico è sempre uno svantaggio in confronto ad un collegamento satellitare dove puoi vedere anche l’interlocutore. Cioè la differenza che può esserci da una telefonata o una voce via satellite pulita e quando è televisiva io posso vedere la persona anche, pretendo di vederla, dalla cabina, postazione di traduzione simultanea, quando arrivo e vedo che non c’è un monitor per me, esigo un video per vedere il viso della persona che sto per tradurre, perché è importantissimo.
CANZANO. Cioè dalla gestualità dal movimento delle labbra…
DE MICO. In questo modo è proprio interpretare, sono solo traduzione…
CANZANO. Qualche traduzione che ti è rimasta impressa per l’emozione che ti ha creato?
DE MICO. Ho fatto circa duemila traduzioni, e tutte sono piene di emozione, come appunto il discorso del Presidente Bush durante una guerra o l’annuncio di una guerra, o la nottata al TG1 prima dell’invasione dell’Iraq, quando si attendeva il discorso di Bush.
Sono stato sempre in trasmissioni giornalistiche durante il periodo dell’11 settembre 2001. Quello è stato un periodo di grande business di noi interpreti che eravamo richiestissimi in quel periodo di grande affollamento di trasmissioni giornalistiche, sono stati periodi intensi di grande fermento, iniziavamo a lavorare la mattina presto con Uno mattina per finire all’una di notte con ‘Porta a Porta’.
C’è stato il periodo dei discorsi di Giovanni Paolo II quando andava all’estero. Lui parlava in inglese, e c’era una grande tensione, perché il papa all’ora aveva sempre maggiore difficoltà a parlare e quindi facevo di tutto per avere in anticipo dalle redazioni per i programmi per cui lavoravo, il discorso del papa, e, in quel caso il Vaticano diffondeva in anticipo il comunicato stampa con il discorso.
CANZANO. Un episodio del tuo lavoro che ha lasciato il segno?
DE MICO. Una traduzione molto toccante che ho fatto per Canale 5 per il programma di Bonolis, ‘Il senso della vita’, è stata la traduzione di un condannato a morte dal carcere di San Quintino. Si chiamava Stanley Tookie Williams, ed era a pochi giorni dalla sua esecuzione. Con uno stratagemma la redazione riuscì ad avere il collegamento per circa un quarto d’ora. Al carcere non dicemmo che il colloquio era per una trasmissione televisiva, ma dicemmo che era un avvocato del condannato a morte. Per non perdere tempo in chiacchiere inutili non passammo neanche attraverso la voce del presentatore ma feci tutto io, domanda e risposta.
CANZANO. Cioè in quel caso tu hai dialogato da solo con l’interlocutore, cioè hai fatto l’intervista da solo?
DE MICO. Si, avevo le domande che mi aveva preparato la redazione e, successivamente in trasmissione ho tradotto tutta l’intervista. L’intervista è stata toccante perché sapevo che quell’uomo da lì a pochi giorni sarebbe stato giustiziato senza riuscire ad avere la grazia. Durante la trasmissione ci fu l’appello del governatore Schwarzenegger, ma, non si riuscì a non farlo giustiziare. Tutto fu molto toccante e triste.
CANZANO. Sei passato dal tradurre persone in momenti drammatici a persone di spettacolo allegre…
DE MICO. Si, ho anche tradotto personaggi importanti di spettacolo come Will Smith e Sean Connery o i principini inglesi William ed Herry e ho fatto un’intervista ad una prostituta per la trasmissione ‘La vita in diretta’