Al di la del dolore , al di la degli angosciosi interrogativi che interpellano le coscienze, il caso di Eluana Englaro rimarrà scolpito nelle nostre menti per la crudele, immorale usurpazione in chiave elettorale del suo calvario.
di Renzo Balmelli
SBERLUSCONIZZARE. Al di la del dolore , al di la degli angosciosi interrogativi che interpellano le coscienze, il caso di Eluana Englaro rimarrà scolpito nelle nostre menti per la crudele, immorale usurpazione in chiave elettorale del suo calvario. Si resta sgomenti nel ripensare a tutti quegli uomini grigi, nei loro abiti grigi che recitano le loro inutili, grigie sentenze all’ombra del clerico-fascismo di nuovo conio. Nel miserabile sfruttamento della tragedia trapela in filigrana un disegno lucido, consapevole e portato avanti con feroce determinazione; un esempio di sordida strumentalizzazione che svela la vera anima della destra italiana asservita alla cupidigia del potere assoluto.
Con l’attacco concentrico al Quirinale e alla costituzione, con gli echi cupi di chi tenta di trasformare la morte in vantaggio politico (Ezio Mauro), si é chiusa un’epoca ed é iniziata una deriva densa di minacce . Con una provocazione tipica del futurismo, di cui cade il centenario, Marinetti sosteneva che bisogna “ svaticanizzare l’Italia”. Oggigiorno non basta . Adesso bisogna “sberlusconizzare” il paese prima che accada l’irreparabile, prima che la democrazia sia avvelenata dal regime. Fors’anche spaventato dalle conseguenze, il premier ha provato a esorcizzare la sfida istituzionale che pero’ appare solo rinviata. A questo ritmo l’Italia rischia di scivolare inesorabilmente su un piano inclinato che potrebbe comportare un prezzo altissimo.
I CORVI. La Lega in Italia e l’UDC blocheriana in Svizzera provano a camuffare la povertà intrinseca dei loro programmi cavalcando senza pudore la tigre della xenofobia. La loro strategia, nutrita con slogan di facile suggestione serviti in quantità industriale, consiste nella ricerca quasi isterica del capro espiatorio, di norma straniero, verso il quale incanalare rabbia, malumori e istinti inconfessabili. Per costoro, insomma, c’é sempre “l’albanese” di qualcun altro che a seconda della congiuntura puo’ assumere le sembianze dell’extra comunitario oppure del famoso “ idraulico dell’est” che verrebbe a contaminare il sacro suolo della patria. Si innescano cosi’ veri e propri processi di delazione, come l’ignobile ricatto “medico-sanitario” di Maroni ai danni degli immigrati che ha fatto inorridire dallo sdegno. Al punto che Famiglia cristiana non ha esitato ad equiparare la vessatoria procedura alle leggi razziali. Quanto a Blocher, ex ministro un tantino vendicativo, paventava orde di neri e rapaci corvacci intenzionati ad azzannare alla gola i nipotini di Tell se solo fosse stato approvato l’allargamento a Bulgaria e Romania delle relazioni bilaterali tra Berna e l’UE. Il ricorso alla paura non ha funzionato, il referendum é stato bocciato , a Blocher e Maroni é arrivata una fiondata morale di quelle che lasciano il segno. Nondimeno sia in Italia, sia nella Confederazione é imperativo tenere alta la guardia per contrastare gli schieramenti che fanno leva sui pregiudizi intrisi di livore razzista nell’intento di raccattare voti a buon mercato.
A DESTRA. Livni o Netanyahau, la sostanza non cambia gran che. Cio che sconcerta nel terremoto elettorale che ha scosso Israele é la prorompente, inquietante virata a destra che apre la strada a diverse possibilità di governo, tutte segnate pero’ da pesantissime incognite. Con la sinistra ridotta al minimo storico, l’ago della bilancia é ora l’estrema destra che rimane determinante per sciogliere i nodi delle future coalizioni . L’uomo forte é ormai Avigdor Liebermann , l’esule russo che incunea nel suo programma ferocemente anti-arabo anche contaminazioni dal sapore razzista. La direzione in cui si muove il suo partito “Israele casa nostra” che ricalca nel nome il movimento fondato da Eltsin ( Nash Dom Rossiya, ovvero , Nostra casa Russia), lascia chiaramente intendere che nelle condizioni attuali la priorità non sarà la creazione di una solida piattaforma negoziale per arrivare almeno nel tempo prevedibile alla nascita di uno stato plaestinese. Quanto alle motivazioni del verdetto uscito dalle urne, prevale l’impressione che questo voto non rappresenti una scelta ragionata, ma sia il frutto di una risposta impulsiva ai problemi della sicurezza ; problemi che non riguardano soltanto Gaza. In quest’ordine di idee, sarà interessante vedere come il nuovo governo si rapporterà alle iniziative della Casa
Bianca. Le aperture di Obama al dialogo con Teheran preoccupano l'establishment di Gerusalemme che oltretutto deve fare i conti con una crisi economica e sociale non meno grave di quella attraversata dai principali paesi industriali. Il risultato elettorale israeliano é quindi significativo non soltanto per gli equilibri interni ma anche per la riuscita della nuova diplomazia americana nel processo di pace in Medio oriente. La spinta a destra carica di malumori non é un buon viatico.