Care democratiche e cari democratici in Europa

Care democratiche e cari democratici in Europa,
Walter Veltroni si è dimesso. Ma le colpe del suo fallimento sono di tanti. Voi lo sapete benissimo. La critica che viene rivolta dalla base ai dirigenti romani é di dare priorità ai vecchi rancori correntizi anziché al bene del partito. “Smettetela di litigare” o, come ha detto Veltroni dimettendosi, “smettiamola di farci del male.” È l´appello che ho sentito in tutti gli incontri che ho fatto sul territorio. E´ l´appello espresso mille volte dalla base, ma purtroppo sempre caduto nel vuoto a Roma. La gente non ne può più dei vecchi giochetti politici che da decenni fanno male al centrosinistra in Italia. I giochetti dei veltroniani contro i d’alemiani, dei teodem contro i rutelliani e via dicendo. Adesso o abbiamo il coraggio di un vero rinnovamento oppure il PD non andrà lontano. E invece l’Italia ha bisogno del PD per opporsi ad un Berlusconi che in modo “bonapartista” sfida le regole democratiche.

Un terremoto dalla Sardegna, un segnale di speranza da Firenze

Il risultato delle regionali in Sardegna ha provocato un terremoto politico nel nostro partito. Ma più importante per il futuro del PD è ciò che è successo a Firenze. Con Matteo Renzi le primarie sono state vinte da un giovane che non era sostenuto da nessuno, proprio da nessuno dei grandi capi a Roma. Anzi, ha vinto contro la nomenklatura romana. Ha vinto perché è riuscito a creare un filo diretto con la gente, sia via internet che nelle case popolari, sia con i giovani che con gli anziani, sia con i precari che con i piccoli imprenditori. Insomma, ha vinto perché ha creato un filo diretto con la vita vera: proprio quello che manca al PD. Hanno invece perso alla grande tutti i candidati “raccomandati” dai grandi capi a Roma. Firenze e la vittoria di Renzi sono la dimostrazione che la gente vuole un cambiamento vero.

Spazio al rinnovamento, anche in Europa

In Europa siamo terribilmente indietro con la creazione del PD. La colpa anche qua è dei troppi vecchi rancori politici che qualcuno si porta dietro e che frenano la crescita. Nel PD in generale, ma anche nel PD in Europa avremo un futuro solo se diamo spazio a gente nuova, con idee nuove. A gente che riesce a creare un filo diretto con tutte le realtà della nostra comunità, a cominciare da quelli socialmente più deboli: un filo diretto sia con i giovani che con gli anziani, sia con la prima generazione che con i nuovi emigrati, sia con i pensionati che con gli stipendiati Erasmus. Dobbiamo prendere questa strada, scegliendo i candidati più in gamba e più credibili, senza guardare alle vecchie appartenenze politiche, senza ascoltare indicazioni di correnti o di qualche “barone dei voti”. Il futuro del PD è nelle nostre mani. Diamo al PD una bella iniezione di rinnovamento per dare all’Italia un partito d’opposizione di cui l’Italia e gli italiani nel mondo hanno bisogno.

Per un’opposizione netta e decisa, vicina alla gente

Veltroni ha i suoi meriti. Ha salvato il PD dall’onda che ha travolto i piccoli partiti dopo i due anni di Governo Prodi. Ma ha fatto anche qualche scelta strategica non felice. La meno felice, come ho già sostenuto in dicembre in Direzione, era la scelta iniziale di una strategia d’opposizione del dialogo che tanti (troppi!) hanno interpretato come una strategia “morbida” nei confronti di Berlusconi. Abbiamo deluso tanti dei nostri sostenitori e abbiamo spalancato una porta a Di Pietro che sarebbe stato meglio lasciar chiusa. D’ora in avanti deve essere chiaro che opposizione riformista significa confronto chiaro con il Governo, con proposte realiste e convincenti, così come l’abbiamo realizzata alla Camera negli ultimi mesi. Ma anche nella comunicazione esterna deve emergere maggiormente che, rispetto alla peggiore destra presente in Europa, la nostra opposizione riformista è netta e decisa. Abbiamo bisogno di una precisa identità politica, che ci presenti come una forza politica riformista, sociale, innovativa. Un partito che sta al fianco della gente normale, dei più bisognosi, adesso più che mai, anche rispetto alla peggiore crisi della storia.

Dimissioni di Veltroni: uno choc sano. Scopriamo finalmente il gioco di squadra

Sono grata a Veltroni di avere avuto il coraggio di compiere un passo cosí netto. Non si è fatto prendere dalla tentazione di salvarsi in qualche inciucio italiano. Ha fatto ciò che altri leader europei avrebbero fatto nella sua posizione. Adesso nessuno può più trovare scuse: ognuno è stato messo da Veltroni davanti alle sue responsabilità. Spero che le sue dimissioni scuotano il partito, spero che siano uno choc sano per il PD. Dobbiamo creare finalmente lo spirito di squadra che finora ci è mancato quasi completamente. Dobbiamo cercare di trovare nella discussione ciò che ci unisce e non ciò che ci divide come abbiamo fatto troppo spesso negli ultimi mesi. Sono sempre convinta che trovando questo spirito di squadra il PD possa dare un grande servizio al paese. A cominciare forse dalle questioni più difficili che hanno segnato le ultime settimane, come il testamento biologico, dove solo il PD e nessun altra forza politica attraverso un compromesso al suo interno può gettare le basi per una soluzione condivisa dalla maggioranza degli italiani. Questa è la potenziale forza del PD in quasi tutte le questioni politiche. Ma una forza che si realizzerà solo se finalmente scopriamo il gioco di squadra.

Laura Garavini

Roma, 17 febbraio 2009

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