Gli abbonati residenziali vedranno infatti nella prossima bolletta un rincaro del 10%. Si passerà dunque dagli attuali 14,57 euro (Iva inclusa) a 16,08 euro (Iva inclusa). Si tratta del primo rincaro dopo quello del 2002.
Piove sul bagnato insomma. Ma non ci sono solo brutte notizie. Dall'aumento del canone potrebbero essere esclusi i possessori di Social card (la carta acquisti decisa dal governo la scorsa estate), che a seguito di un'esplicita richiesta, potranno mantenere invariato il costo del canone.
Altra storia per la cosiddetta “Clientela Agevolata”, per la quale resterà in vigore la riduzione del 50 per cento sul costo del canone. Per loro infatti la cifra da sborsare sarà di 8,04 euro (Iva inclusa), rispetto ai 7,3 euro circa attuali.
In un clima di crisi generale, il rincaro deciso da Telecom scatena le repliche dell'associazione dei consumatori. Il Codacons, infatti, ritiene inguistificato un simile aumento che «non corrisponde al miglioramento qualitativo o quantitativo del servizio offerto all'utenza».
Si annuncia battaglia dunque. Il Codacons ha infatti annunciato che farà ricorso al Tar per «chiedere la sospensione di qualsiasi incremento tariffario in favore di Telecom Italia».
Le conseguenze non sarebbero soltanto legate all'immediato aumento del canone. Secondo l'associazione dei consumatori «I costi di produzione per l'azienda non sono cresciuti, semmai sono diminuiti, di conseguenza l'aumento del canone favorirà Telecom e la sua posizione dominante rispetto agli altri gestori, a danno della concorrenza e quindi dei consumatori».