“Danilo per quello che ha fatto, per quello che ha dovuto sopportare”,ha spiegato Jared Jeffries, uno dei compagni di squadra ai Knicks, “è stato grande. Non solo ha dovuto affrontare un cambio culturale notevole, ma ha dovuto fare i conti con un lungo infortunio. Mi è piaciuto come si è comportato, si è fatto rispettare di più”.
“Vent'anni, alla conquista dell'America. Sembrava tutto facile per Danilo Gallinari. New York e Knicks nel giugno scorso l'avevano scelto al Draft della NBA con il numero 6, un bel colpo, anche per il conto in banca. Due anni di contratto garantiti, il primo da 2,8 milioni di dollari, il secondo da 3 con la prospettiva di salire ancora, nel 2012, solo per un fare un esempio, potrebbe arrivare a 5,5 milioni. Entrare dalla porta principale della NBA vuol dire anche assicurarsi il futuro. Non importa se poi qualche fan dei Knicks il giorno della Draft aveva fischiato la scelta fatta. Gallinari aveva tutto per far tacere anche i contestatori. Poi in luglio, alla prima apparizione ufficiale, alla Summer League di Las Vegas, gli è piombato addosso Robert Traylor che di soprannome fa “Tractor” e non c'è nemmeno bisogno della traduzione”. Si apre così l'articolo a firma di Roberto Zanni, pubbilcato oggi da Gente d’Italia, il quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia.
Quello di Traylor fu “un brutto colpo”, continua Zanni, “ma non si pensava così tanto. La schiena dell'azzurro dopo quel “trattore” che gli era passato sopra non voleva saperne di rimettersi in sesto. Saltata la nazionale, come la preseason della NBA, un paio di apparizioni a inizio campionato, poi, ancora una volta uno stop. Colpa di Tractor, colpa forse anche di una cura di pesi a cui il fisico di Gallinari non era abituato in Italia, sta di fatto che per rivederlo, anzi, meglio dire vederlo davvero giocare nella NBA si è dovuto attendere metà gennaio.
I dubbi e i fischi di una parte dei tifosi dei Knicks del giugno scorso, fino a un paio di settimane fa, forse potevano anche essere se non giustificati, almeno capiti, in parte.Ma tutto il peso che Danilo Gallinari aveva addosso, se lo è tolto in un attimo. I buuu al Madison Square Garden si sono trasformati in un attimo in applausi.
Danilo ha anche un carattere eccezionale che l'ha fatto inserire in un momento nel nuovo ambiente. I tifosi? Adesso quando il coach Mike D'Antoni lo fa entrare in campo, beh, al Garden saltano tutti, per applaudire il ventenne italiano che non ha avuto bisogno di molto tempo per conquistarsi la “Big Apple”. Sono bastate alcune partite, da una stoppata al grande, in tutti i sensi, Shaquille O'Neal, ai tiri da tre punti.
Con Gallinari in campo poi New York ha cominciato a vincere di più, mentre Gallo cominciava a convincere anche i più scettici che non davano molte chance all'italiano. Gallo, che tradotto a New York è diventato “Rooster”, è stato protagonista anche di un episodio curioso e sicuramente molto atipico. Ai primi canestri realizzati al Madison dall'azzurro all'inizio era stata abbinata la canzone “That's Amore”, scelta che a tutti, a cominciare da D'Antoni che non aveva mascherato una risata la prima volta che l'aveva sentita, era apparsa almeno bizzarra. Gallinari però non c'è stato e, dopo la prima immediata sorpresa, ha chiesto senza troppi giri di parole di toglierla ed è stato accontentato. “No, non si poteva sentire proprio” ha detto. Così che al Madison, dopo “That's Amore”, hanno cambiato con un brano che, almeno nel titolo, appare molto più azzeccato, si chiama infatti “Rooster” ed è una canzone di Alice in Chains.
Adesso Rooster Gallinari, sta recuperando il tempo perduto, non ha potuto competere con i colleghi rookies per un posto all'All Star Game, troppi quasi tre mesi persi, ma la confidenza, l'abilità, la facilità con la quale si è inserito nel basket della NBA, diverso da quello che giocava in Italia e in Europa, fanno dell'ex Armani una delle grandi promesse se non per la seconda parte della stagione, sicuramente per il prossimo campionato.
Intanto per ora Mike D'Antoni, ex compagno di squadra a Milano di Vittorio Gallinari, padre di Danilo, è più che soddisfatto dei progressi evidenziati dalla sua matricola. “La più grande sorpresa che ho avuto da lui”, ha spiegato recentemente il coach, “è la sua abilità a marcare indifferentemente la guardia o l'ala piccola avversaria. Se può fare questo può giocare anche nel perimetro”.
Sono anni che New York non vince nulla e spende tantissimo, forse ora è cominciata davvero una nuova stagione per il basket della “Grande Mela” e Gallinari può rivelarsi uno dei pezzi più pregiati dei Knicks”.
(fonteaise)