Cordone ombelicale. Per il Governo e’ spazzatura come il lavoro del Parlamento?

Intervento in Aula della Senatrice Donatella Poretti, parlamentare Radicale – Partito Democratico

Quella relativa al cordone ombelicale è una materia disciplinata da anni con ordinanze del Governo, perché è sempre mancata una legge. In sostanza, si diceva che il cordone ombelicale può essere donato e che, se proprio qualcuno lo vuole conservare, si deve individuare una modalità per farlo all'estero. Sono seguite poi ordinanze e continue proroghe di anno in anno.
Nel corso della scorsa legislatura il Parlamento esaminò ed approvò nel mese di febbraio – e all'epoca come deputata lavorai proprio al fine di trovare la massima intesa tra maggioranza ed opposizione – una legge in tal senso. Nel mese di giugno 2008 sarebbe poi dovuto intervenire un decreto di attuazione di quella legge in base alla quale si prevedeva che il cordone ombelicale si possa donare, si possa conservare e, in caso di necessità, metterlo a disposizione per un trapianto.
Arrivato giugno 2008 il Governo ha riesaminato la materia, presentando un apposito provvedimento in cui si indicava, per l'attuazione, una ulteriore dilazione fino a febbraio 2009. Nell'Aula del Senato il ministro Sacconi e il sottosegretario Roccella assicurarono che vi era soltanto necessità di tempo per predisporre il decreto ministeriale, il cui testo in realtà era già stato scritto dal Centro nazionale trapianti e dal Centro nazionale sangue.
Siccome siamo ormai pienamente entrati nel mese di febbraio, mi sarei aspettata un nuovo intervento da parte del rappresentante del Governo. Che è intervenuto, ma nel modo peggiore possibile rispetto alle istituzioni, con un emendamento al cosiddetto decreto-legge “mille proroghe”. Invece di un intervento nell'ambito del suddetto decreto-legge, si è limitato a presentare un emendamento, che non è neanche stato esaminato dalla competente Commissione sanità, pur essendo già scaduti i termini – certo, può farlo – per la presentazione di ulteriori emendamenti.
Ora, dal momento che quel testo dovrebbe essere votato in Aula, ma comunque non sarà possibile presentare ulteriori emendamenti al riguardo, mi domando cosa si possa fare? Ha ancora un senso che il Parlamento si riunisca per approvare le leggi quando poi un Governo, a termini scaduti, ha la possibilità di rimettere in discussione l'intera materia, una materia che da anni le donne e le mamme italiane aspettano?

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