L’Alfano smemorato

On. Antonio Di Piatro

Intervento alla Camera dei Deputati di ieri, martedi 27 gennaio, in merito alla relazione del ministro della Giustizia dei suoi primi mesi di governo, dove si è dimenticato di citare il primo provvedimento da lui emanato e che porta il suo nome: il “lodo Alfano”.
Forse si è vergognato pure lui di quello che ha fatto.

Testo dell'intervento:

“Signor Ministro, ho ascoltato attentamente la sua relazione e proprio per questo non ho preparato preventivamente una risposta, proprio per non essere prevenuto nei suoi confronti.
Debbo innanzitutto complimentarmi con lei per la sua umiltà: ci ha fatto un elenco di provvedimenti di cui si è fatto promotore, ma ne ha dimenticato qualcuno di veramente importante, a cominciare dal primo provvedimento che lei ha emanato e che porta il suo nome, il «lodo Alfano».
Credo bisogna essere orgogliosi di quel che ha fatto: un milione di cittadini non sono d'accordo e hanno proposto un referendum abrogativo; i magistrati che stanno indagando e svolgendo i processi non sono d'accordo e hanno rimesso gli atti alla Corte costituzionale.
Credo che un Ministro che fa una legge che porta il suo nome, abbia tutto il diritto di dire in Parlamento che la rivendica; diversamente agisce, ne prendo atto, una persona che invece vorrebbe che ce ne dimenticassimo: ho voluto ricordarglielo.
Vorrei anche ricordare un'altra norma che lei, molto umilmente, ha dimenticato di riferire: la «salva-manager». Infatti, con la questione Alitalia, è stata introdotta anche quella norma in base alla quale, in questo periodo transitorio, si può fare tutto ciò che si vuole. In questi giorni, in queste ore, apprendiamo che decine di migliaia di persone, di cittadini piccoli risparmiatori che hanno buttato tutti i loro risparmi a mare, non possono prendersela con nessuno, nemmeno con quelle operazioni da insider trading compiute anche da qualche esponente di Governo che, ogni mattina, a seconda che si trovasse in Germania o in Francia, dava in vendita Alitalia a questo o a quell'altro e che, soprattutto, ha continuato a dire che Alitalia era viva quando, invece, è stata dichiarata fallita.
Credo che lei, che ha anche una competenza specifica su questa materia, dovrebbe fare una nota sul fallimento sostanziale di Alitalia perché, credo che lei lo sappia meglio di me, i libri sono al tribunale fallimentare di Roma, non altrove, e il commissario Fantozzi è un curatore che ha, a tutti gli effetti, le stesse responsabilità del curatore fallimentare, salvo quella penale.
Mi dispiace anche (anzi non mi dispiace, ma ne prendo atto) della sua umiltà di non aver ricordato neanche la norma cosiddetta «salva ministri», quel lodo Consolo che stiamo portando avanti in Commissione giustizia tutti giorni, e credo che il suo parere ci interessi molto.
Ci interessa, infatti, sapere se, anche con riferimento a questo provvedimento, vuole andare avanti e mettere la sua firma. Ci sono molti Ministri che si sono sentiti offesi: «Perché a lui sì ed a noi no? Perché a lui il lodo Alfano ed a noi no il lodo Consolo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)»?
Vorrei anche ricordare – ed allo stesso tempo vorrei complimentarmi ancora una volta per la sua umiltà – che lei, ancora oggi, ha detto che vuole presentare un altro provvedimento sulle intercettazioni su cui si sta discutendo. Ci sentiamo un po' presi in giro, in realtà, perché in Commissione giustizia ne stiamo già discutendo uno. Mentre discutiamo un provvedimento voi ci annunciate che ne presenterete un altro: allora, che stiamo facendo lì, stiamo giocando? Quel provvedimento all'esame della Commissione giustizia non va bene perché è troppo «pro-magistrati» e lo volete annacquare ancora di più?
Allora, è bene che glielo ricordi, signor Ministro, proprio perché possa apporre il suo nome a quel nuovo provvedimento sulle intercettazioni che vuol presentare, salvo che non lo voglia lasciare direttamente alla Presidenza del Consiglio (perché forse a «lui» interessa di più). È bene che le ricordi che questo provvedimento sulle intercettazioni non ha affatto contenuti di poco conto: esso prevede un tempo e una durata massima per le intercettazioni, sicché ogni latitante d'ora in poi saprà che dopo 15 giorni, grazie a Dio, potrà telefonare e ordinare al ristorante il piatto prelibato, in quanto sarà sicuro di non essere più intercettato.
Lo stesso vale per ogni persona che commette uno dei tanti reati, purché la pena prevista per gli stessi non sia superiore a dieci anni e, quindi, per la maggior parte dei reati.
«Lo so bene», lei ha affermato, «ma noi vogliamo combattere le associazioni mafiose e camorristiche». Ma se non volete neanche intercettarle (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
«Lo so bene», voi dite, «ma per quelle associazioni le intercettazioni sono possibili».
No, signor Ministro, non è possibile intercettarle, perché chi ha un po' di conoscenza delle tecniche investigative sa che un'investigazione non nasce sull'associazione, ma sul reato concreto il quale, sommato ad altri reati e moltiplicato per le persone che li commettono, una volta individuata l'identità del progetto criminoso, solo alla fine, fa scoprire l'associazione.
Allora, non prendiamoci in giro: voi non volete sconfiggere le associazioni criminali, non volete neanche scoprirle, perché non volete dare ai magistrati neanche il permesso di utilizzare le intercettazioni!
Addirittura siete arrivati al punto in cui le intercettazioni ambientali non si possono fare più se non per il caso concreto e specifico di un'attività criminosa in corso, non solo quando avvengono presso l'abitazione (e questo è comprensibile), ma anche quando avvengono al bar, quando avvengono in strada o quando avvengono in piazza. Insomma, le intercettazioni ambientali «non s'hanno da fare» perché se uno parla, anche per strada, non può esser ascoltato.
Allora, come si scoprono i reati? Questi sono i reati che si scoprono il giorno dopo, quando non è più possibile scoprirli.
Le dico ciò, signor Ministro, perché la sua relazione è una fotografia, è una fotografia della situazione di assoluta impossibilità per la giustizia di funzionare. Tuttavia, in concreto lei non ci ha offerto una proposta di soluzione; o, meglio, ha affermato che farà un esperimento sull'informatica con i fondi FAS, i fondi infrastrutturali.
Paradossalmente, i fondi veri, quelli che dovrebbero servire per la giustizia sono quelli provenienti dai reati. Non so se lo ricorda, signor Ministro, in quanto lo ha detto, ma l'ha fatto en passant. Lei ha affermato che quelle risorse serviranno per costituire il fondo giustizia. Peccato, però, che poi abbiamo approvato una serie di norme in cui si è affermato che tali fondi non sono destinati solo alla giustizia, ma anche a molte altre finalità e alla fine, visto mai che dovesse avanzare qualcosa per la giustizia, lo si destina a tale fine, salvo che il Ministro per l'economia e le finanze non ritenga di doverlo destinare ad ulteriori interventi.
Allora non ci prenda in giro! Allo stesso modo ci sentiamo presi in giro quando dice di aver affidato a un commissario il compito di costruire nuove carceri e di sistemare quelle esistenti: ma ci avete messo una lira? Con quali soldi lo farete? Ci avete messo una lira? Oggi lei questo ci doveva dire: se ci ha messo i soldi e dove ha preso i soldi, e non che farà appalti più svelti. Li può fare svelti quanto vuole, ma se non vengono pagati non li faranno i lavori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Signor Ministro, vorremmo ricordarle che, per far funzionare la giustizia, queste sono le nostre proposte; gliele facciamo noi, signor Ministro, hai visto mai! Lei ci ha detto che ha fatto qualche disegno di legge che giace (salvo il lodo Alfano, il lodo Consolo, il provvedimento sulle intercettazioni, il lodo salva-manager) e si discute in Parlamento. Noi le abbiamo preparato ventuno disegni di legge ed io le ho anche scritto una lettera personale per poterne discutere insieme. Abbiamo avanzato una serie di proposte ben chiare. Se volete far funzionare la giustizia ci vogliono, innanzitutto, le risorse finanziarie e queste ultime, signor Ministro (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), a differenza del Governo precedente, sono state ridotte in bilancio del 27 per cento!
Non potete fare funzionare meglio la giustizia se riducete i fondi per far funzionare la giustizia: questa è logica matematica! Dovevate fare una proposta per risistemare l'organizzazione territoriale delle circoscrizioni giudiziarie. Ci sono un mare di tribunali piccoli (almeno un centinaio) che spendono tanti soldi soltanto perché devono sistemare l'urgenza e l'emergenza, ma non sono in grado di funzionare. Meno male che la criminalità organizzata non scopre ancora che si può sistemare territorialmente nei luoghi dove funziona il tribunale piccolo. Dite che ci sono la DDA e la DIA, ma solo dopo che si è scoperta la criminalità organizzata, perché fino a quando non si scopre deve procedere il tribunale piccolo il quale non ha, non dico quello che gli occorre per intercettare, ma nemmeno la benzina per la macchina, ma che dico, manco la carta da scrivere, ma che dico, manco la carta del cesso (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)!
Ecco perché le risorse finanziarie sono necessarie, signor Ministro, così come (non l'ho detto io, ma i magistrati di Venezia, i quali si sono lamentati di questo per cui vi potete arrabbiare quanto vi pare) ci vuole un aumento delle risorse del personale.
Lei ha accennato che sistemerete anche le magistrature onorarie. Ma non è più urgente sistemare le magistrature onorarie piuttosto che i lodi salva-questo e salva quell'altro? Non possiamo pensare a vedere come agire per fare in modo che magistrati, magari bravissimi, come quelli militari possano servire a qualche cosa, visto che adesso non esiste più la naia?
Riteniamo che i fondi provenienti da reato debbano essere tutti destinati al fondo giustizia, che l'ufficio del processo debba essere un ufficio fondamentale, che la riduzione dei gradi di giudizio sia un passo che dobbiamo compiere il più presto possibile.
Riteniamo, certo, importante che le strutture penitenziarie possano e debbano aumentare e vi daremo il nostro sostegno se vi decidete a farle e al più presto, mettendoci i soldi, per l'appunto.
Ecco perché dico che la sua relazione è la fotografia dello stato dell'essere. Abbiamo bisogno di un Ministro della giustizia, invece, che ci indichi come fare per far funzionare meglio la macchina della giustizia.
Lei ci ha detto, all'inizio del suo discorso, che nel rapporto tra il Ministro e la magistratura al Ministro spetta la responsabilità dell'organizzazione. Ha rivendicato il ruolo di responsabile dell'organizzazione ed ha ragione, ma lo eserciti! Finora, si è esercitato molto nelle attività di inchiesta disciplinare nei confronti dei magistrati facendo di tutta l'erba un fascio. Credo sia necessario che si impegni anche per far funzionare l'organizzazione della giustizia e la macchina ordinaria della giustizia.
Per questi motivi, siamo delusi dal suo discorso. Infatti, si tratta di un discorso che semplicemente spiega come sta la giustizia e, alla fine, sostiene che si vorrebbe che la giustizia funzionasse (non abbiamo capito per chi). Lei, addirittura, ha indicato una serie di successi dell'articolo 416-bis nei confronti delle associazioni criminali.
Noi riteniamo che abbia fatto bene a restringere le possibilità di dialogo dei detenuti criminali mafiosi con il mondo esterno, ma non possiamo condividere l'idea per la quale si fa una norma e se, quando il magistrato la applica, la norma non convince, si prende di mira il magistrato e non la norma.
Ecco perché rispondiamo positivamente al suo appello «miglioriamo la giustizia per migliorare l'Italia». Il problema di fondo è che mi pare che, fino ad ora, l'attività di questo Governo (e anche i provvedimenti presi) non hanno migliorato né la giustizia, né l'Italia e, ogni volta che la giustizia cerca di fare qualcosa in più per scoprire come stanno in realtà le cose, si impedisce e si mette la museruola ai magistrati.
Guardi, per esempio, cosa ha fatto da ultimo con riferimento alle sedi disagiate. Non condividiamo questa idea sulla base della quale nelle sedi disagiate con attività monocratiche ci debbano andare soltanto i magistrati che abbiano un'esperienza passata (come se questo sia l'unico elemento di valutazione) e non i magistrati di prima nomina.
Citando Beccaria, lei ha detto che il processo è già una pena. Le ricordo, senza scomodare Beccaria, che la prima pena la subisce la vittima del reato e a questa dobbiamo pensare insieme all'imputato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).”

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