Amara me e l’anarchia leggera sul pentagramma

Oggi 20 gennaio 2009 mi sono chiesta perchè Maramao sia morto, tu nato nel ‘39 eppure “pan e vin non ti mancava l’insalata era nell’orto e una casa avevi tu“: mi ha risposto solo un’antica canzone abruzzese Mare Maje che in italiano mi avvertiva Amara me, che avrei preso una strada di amore e anarchia…in musica e parole. Stavo toccando le “canzoni della fronda”, sospette di antifascismo, “da anni una spina nel fianco di un regime che conosceva bene il valore della propaganda e digeriva a fatica che si ridesse di un certo “Crapa pelada” e di queste demenziali canzoni, ne aveva scritte tante un certo signor Mario Panzeri che oggi dovrebbe avere 97 anni.

Oggi 20 gennaio 2009 mi sono chiesta perchè Maramao sia morto, lui nato nel ‘39 eppure “pan e vin non ti mancava l’insalata era nell’orto e una casa avevi tu“: mi ha risposto solo un’antica canzone abruzzese Mare Maje che in italiano mi avvertiva Amara me, che avrei preso una strada di amore e anarchia…in musica e parole. Stavo toccando le “canzoni della fronda”, sospette di antifascismo, “da anni una spina nel fianco di un regime che conosceva bene il valore della propaganda e digeriva a fatica che si ridesse di un certo “Crapa pelada” e di queste demenziali canzoni, ne aveva scritte tante un certo signor Mario Panzeri che oggi dovrebbe avere 97 anni.

Sembra pure che il compianto Maramao già lo cantasse Gioacchino Belli nel 1831 o addirittura fosse nel 1530 il Fabrizio Maramaldo, condottiero napoletano, il vigliacco e feroce che trafisse a morte un suo prigioniero, ferito e inerme: il capitano Francesco Ferrucci. Insomma Maramao, fa diventare amara me, perchè scompare, mi tradisce, muore.
Tornando indietro al 1940, gli amici Mario, Gorni e Nino tornano a cantare che Pippo Starace non lo sa che quando passa ride tutta la città e gli irriverenti Panzeri Ravasini Rastelli arrivano nel ‘42 con Il tamburo della banda d’Affori a dedicare una canzonetta ad un comune, Affori, che esisteva ed esiste davvero come la sua Banda e certi 550 pifferi, equivalenti al numero di componenti della Camera dei Fasci e delle Corporazioni. L’allusione al Tamburo Mussolini, suvvia era chiara: “L’è lù l’è lù, sì sì l’è propi lù: l’è il tamburo principal della banda d’Affori, che comanda cinquecentocinquanta pifferi”

E la guerra passa e avviene nel Dopo che, dicendo Grazie dei fior nel 1951, Panzeri Testoni e Seracini conquistano Sanremo e gli italiani brava gente: “In mezzo a quelle rose-ci sono tante spine-memorie dolorose-di chi ha voluto bene-
Son pagine già chiuse-con la parola fine- Grazie dei fior-fra tutti gli altri li ho riconosciuti-mi han fatto male eppure li ho graditi-e addio…per sempre addio…senza…rancor”
Passano le guerre ma non i potenti del prima e del dopo e la canzone li canta, in Papaveri e Papere, tanto che secondo secondo Gigi Vesigna «Le parole vennero lette come riferite alla classe politica e in particolare ad Amintore Fanfani, piccolo di statura, ma potentissimo esponente della Democrazia cristiana; l’immagine dei papaveri svettanti su un campo di grano e simboleggianti la Democrazia Cristiana attraversati da un grande paio di forbici nell’atto di tagliarli venne usata dal Partito comunista Italiano per i manifesti elettorali di quell’anno”. Tra baveri color zafferano che vanno a piedi da Lodi a Milano e finiscono male, si arriva alla Ricostruzione, si allestiscono linde casette, in Canada in Italia persino in Palestina… e c’è sempre un Pinco Panco che le brucia e un sempre più rassegnato Martino che ricostruisce. Panzeri e Mascheroni raccontano che “Quando Martin vedete solo per la città forse voi penserete dove girando va. Solo, senza una meta. Solo… ma c’è un perché: Aveva una casetta piccolina in Canada con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, e tutte le ragazze che passavano di là dicevano: “Che bella la casetta in Canada”! Ma un giorno, per dispetto, Pinco Panco l’incendiò e a piedi poveretto senza casa lui restò. “Allora cosa fece?” – Voi tutti chiederete. Ma questa è la sorpresa che in segreto vi dirò: Lui fece un’altra casa piccolina in Canada…E tante e tante case lui rifece ma, però, quel tale Pinco Panco tutte quante le incendiò. Allora cosa fece? Voi tutti lo sapete!”.
E dagli anni ‘60 attraverso Lettera a Pinocchio Nessuno mi può giudicare e Fin che la barca va ci Sarà un Fiore e tante altre parole che fanno volare fino alle possibili nozze con gli Usa, America in, che oggi 20 gennaio 2009 canta con Aretha Franklin Obama- l’Uguaglianza e la Libertà ma Amara me, la canzone Amerika mi mette in guardia sull’Incubo ad aria condizionata.
E se noi possiamo, Yes WE Can, fare andare avanti la barca, dimmi signor Potere Anarchico fatto di Uccellacci e Uccellini, dimmi Pinco Panco , Cosa farai tu di me o vuoi che te lo dica in francese Vous qui passez sans me voir o Forse non ho niente da rimpiangere?

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