Caro Beppe,
leggo della sentenza per l'omicidio Reggiani e sono sconvolto. La terza sezione penale della corte d'assise ha in un certo qualmodo ritenuto l'imputato degno di «attenuanti» perché la vittima si è difesa. «La Corte, pur valutando la scelleratezza e l'odiosità del fatto commesso in danno di una donna inerme e da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l'omicidio che la violenza sessuale, limitata alla parziale spoliazione della vittima e ai connessi toccamenti, sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento litigio sostenuto dall'imputato e la fiera resistenza della vittima. In assenza degli stessi, l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi». Prosegue: «l'assassino, a causa della reazione della vittima, non riesce ad averne ragione a mani nude»; la sua responsabilità, unico aggressore, «è pienamente provata. La selvaggia violenza dei colpi sarebbe stata inutile se l'azione fosse stata condotta da più persone»; ciononostante «all'epoca era ventiquattrenne, incensurato, e l'ambiente in cui viveva era degradato. Queste circostanze, assieme al dettato costituzionale secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione, inducono la Corte a risparmiargli l'ergastolo, concedendogli le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti contestate, pur irrogando la pena massima per l'omicidio».
Io di legge non ne capisco niente, ma sono inorridito davanti a questa sentenza, possibile che nessuno possa licenziare 'sti giudici? Possibile che nessuno altro organo giudiziario li mandi a casa? Non mi rimane che pensare che alcune antiche usanze della mia zona (Barbagia) siano tutt'altro che incivili.
Saluti da Los Angeles (dove questo non sarebbe MAI successo).
Giovanni Pau, giovanni.pau@gmail.com
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/09-01-09/07.spm–