APPELLO DELLA FILEF AGLI ITALIANI D’ ISRAELE

Ci giungono comunicati di italiani residenti in Israele nelle zone limitrofe a Gaza, colpite dai missili Kassam. Le stiamo pubblicando sulla nostra agenzie anche se non siamo in grado di garantirne la fonte. Si tratta comunque di testimonianze che possiamo ritenere attendibili, o per meglio dire, probabili.

E’ tuttavia strano che tali testimonianze ci giungano solo adesso, mentre il lancio degli pseudo-missili Kassam non è proprio dell’ultim’ora. Ciò ci fa pensare che possa trattarsi di una campagna di propaganda sviluppata anche in ambiti minori, per giustificare l’attacco israeliano a Gaza.

In ogni caso, alla luce degli eventi tragici che si stanno sviluppando in Palestina e che vedono per l’ennesima volta un intero popolo subire gli effetti devastanti della divisione e del mancato riconoscimento di diritti riconosciutigli dalla comunità internazionale, vogliamo appellarci agli italo-israeliani affinché si facciano promotori di pace in un momento delicatissimo per il mondo intero.

Non intendiamo ripercorrere i sentieri infiniti delle colpe e delle responsabilità che sono ampie e che non si limitano, purtroppo, alla mappa dell’antica terra santa. Vogliamo però sottolineare con forza che nella prassi dei governi di Israele, che negli ultimi decenni hanno progressivamente occupato oltre l’80% dei territori dell’antica Palestina operando continue azioni di ghettizzazione della popolazione palestinese, non sono più riscontrabili gli elementi fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di stabilità e sicurezza a cui continuamente ci si appella: cioè l’equilibrio, la lungimiranza, l’intelligenza.

Il ricorso alla colonizzazione progressiva, quanto illegittima, di terre palestinesi, il ricorso continuato alla forza per garantire la sicurezza delle terre occupate, la pressione operata con vari mezzi contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania (due territori che appartenevano ad Egitto e Giordania e non alla Palestina del 1948), fanno leggere gli eventi degli ultimi decenni come una programmata operazione di conquista e di pulizia etnica.

Il mondo ha vissuto negli ultimi anni analoghe situazioni in cui la comunità internazionale è intervenuta direttamente a difesa delle popolazioni a rischio di genocidio. Per diversi motivi “evita” di intervenire nel contesto medio-orientale, anche se gli elementi ivi presenti sarebbero molto più consistenti di quelli verificatesi in altre occasioni discutibili.

Ciò non deve tranquillizzare la popolazione israeliana, poiché l’immagine che nel mondo si va consolidando dello Stato di Israele non è più, e da tempo, un’immagine positiva.
Si può essere convinti delle proprie ragioni, ma le ragioni proprie non sono mai assolute e sono sempre relative alle ragioni dell’altro. E allo stesso tempo, se Israele esiste solo in contrapposizione ai palestinesi di Palestina, è come se Israele non esistesse. Una nazione esiste per la sua storia, per i suoi valori, non contro altre nazioni. E solo come tale può essere riconosciuta.

Altrimenti si tratta di un riconoscimento a tempo determinato, strumentale e fittizio. Al variare delle condizioni storiche rischia di eclissarsi. Questo è il rischio di Israele, di fronte al quale nessun potenziale bellico, per quanto temibile, può reggere a lungo.

Italiani di Israele, vogliamo trasmettervi questo nostro auspicio: siate operatori di pace. Adoperatevi per la cessazione delle ostilità a Gaza e per la costruzione della coesistenza dei due popoli in Palestina. Contrastate la propaganda di guerra. Contrastate la guerra e lo sterminio. Voi stessi, i vostri nonni e le vostre madri, come noi, l’hanno conosciuta. Ricordiamo o riscopriamo, insieme, l’insegnamento di comuni padri come Carlo Levi.

Uff. Coordinamento Nazionale FILEF

(Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie, fondata da Carlo Levi)

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