Berlusconi vanta un consenso plebiscitario intorno al 70 %. Non importa che sia vero. Basta che la gente ci creda. Basta che l’opposizione sia rassegnata. Così ciò che in qualsiasi democrazia sarebbe stato impossibile in Italia diventa fatale.
Berlusconi non fa mistero di puntare al Quirinale. Meglio se con una Costituzione sfigurata in senso presidenzialista. Ma, anche a Costituzione invariata, gli piace lo stesso immaginare qualche suo protetto al vertice del potere politico e sé stesso assurto al vertice dello Stato.
Comincia un anno in cui il titolare dell’anomalia italiana si rappresenta in trionfo e schernisce un’opposizione che nel suo partito maggiore è avvilita dagli insuccessi e incrinata nella sua solidità. Questo è il momento di stabilire con la massima fermezza che non consideriamo inevitabile ciò che Berlusconi desidera a coronamento della sua resistibile ascesa. Se molti cittadini cominciano a pensare che non si può fare più niente, ci resta ancora la possibilità di dire. Cominciamo a dire che è impossibile che Berlusconi diventi presidente della repubblica.
Diciamo: un monopolista dei mezzi di comunicazione non può occupare il vertice dello Stato.
Ripetiamo: un soggetto ineleggibile e soprattutto incompatibile con l’esercizio del potere politico non può salire alla massima carica della Repubblica.
Affermiamo: l’uomo di parte non può svolgere il massimo ruolo al di sopra delle parti.
Siamo privi dei principali mezzi di comunicazione perché li ha tutti lui, ma usiamo i pochi e poveri mezzi che ci rimangono. Affidiamo il nostro messaggio alla rete. Scriviamolo dappertutto. Sulla carta e sul vetro, sulla plastica, sul cemento e l’asfalto.
Scriviamo e telefoniamo a tutti quelli che conosciamo. Persuadiamo i nostri amici a condividere l’esperienza. Allarghiamo la partecipazione. Non fermiamoci mai.
Ci resta solo la voce. Usiamola. Voci vicine e lontane possono unirsi. Possono diventare valanga: Berlusconi non può diventare presidente della repubblica.