I padroni del sacro

di Giovanni Sarubbi

Hanno paura della morte. Parlano di “Dio” continuamente, ma rifiutano di conoscerlo personalmente nell’aldilà. Per magnificare l’aldilà ripetono all’infinito preghiere, fatte di parole che evidentemente non capiscono, ma poi sono caparbiamente attaccati all’aldiquà. Parlano di amore, ma godono della sofferenza degli altri, come ci ha documentato una nostra lettrice.
Questo è quello che viene fuori analizzando le dichiarazioni e i comportamenti di quanti pontificano (è proprio il caso di dirlo) sul caso Englaro, cianciando di eutanasia o di omicidio senza sapere di che cosa stanno parlando. E c’è chi è giunto anche alle intimidazioni nei confronti della famiglia o di quelle strutture sanitarie che quella famiglia vogliono aiutare a porre fine al suo calvario.
Nessuno ci ha ancora spiegato cosa ci sia di “divino” in tutta la vicenda di Eluana Englaro. Quale sarebbe la volontà di Dio? E qual è il “dio” di cui queste persone si fanno paladine, il “dio” della sofferenza altrui? Si può chiamare umanità quella che vuole imporre sofferenze su sofferenze ad una povera donna e alla sua famiglia? E come fanno a proclamarsi interpreti della “volontà di Dio” dimenticando il comandamento del “Non pronunciare il nome del SIGNORE, Dio tuo, invano (Es 20,7)”?
E’ incredibile constatare come persone pronte a condannare qualsiasi aspetto della modernità, responsabile secondo loro di tutti i mali sociali, siano poi legate alla modernità quando si tratta di cure mediche o di strumenti che in qualche modo impediscano loro di andarsi a ricongiungere con quel “padre” di cui parlano evidentemente a vuoto e che evidentemente non amano.
Sono le stesse persone che in occasione della morte di Giovanni Paolo II non ebbero nulla da ridire sul fatto che moltissimi pellegrini accorsi per rendergli l’ultimo saluto ne fotografavano il corpo esposto nella Basilica di San Pietro. Come fecero anche vescovi e cardinali durante il funerale solenne celebrato a Piazza San Pietro con una folla osannante che lo voleva “santo subito”. Lo avrebbero fatto con il loro padre o con la loro madre? E’ questa la loro umanità? E perché ciò che è stato possibile per Giovanni Paolo II non può essere possibile per Eluana?
Sono le stesse persone che non hanno battuto ciglio, quando è stata modificata la legge sulla dichiarazione di morte cerebrale per consentire i trapianti di organi pur sapendo che la morte effettiva del donatore avviene al momento dell’espianto dei suoi organi. Come sempre due pesi e due misure.
Si utilizzano la morte e la sofferenza degli altri come uno spettacolo che serve ad incutere terrore. Quel terrore che è alla base di tutti i poteri religiosi che pretendono di essere mediatori fra l’umano e il “divino”. Il Gesù dei Vangeli li caccerebbe dal tempio e gli impedirebbe di continuare a fare affari in “nome di dio”. E chi crede nel suo imminente ritorno pensi anche alla possibilità che egli riaffermi e questa volta esegua tutte le condanne nette riportate nei Vangeli nei confronti di farisei, scribi e grandi sacerdoti.
Torneranno a risuonare, di questo siamo certi, le parole del Vangelo: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al vangelo» (Mc 1:15). Il Vangelo della liberazione dei poveri, della giustizia sociale, della fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, della cacciata di tutti i grandi sacerdoti dal tempio, della fine del terrore del sacro. (ildialogo.org)

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