Vittorio Feltri, il direttore del giornale “Libero”, e’ un “ignorante” o ha ragione? Impossibile che “ignori” il fenomeno dell’emigrazione italiana, perché allora ha bollato come “Papponi” gli oltre 400 delegati dei giovani italo-multinazionali che dall’8 al 12 dicembre a Roma hanno preso parte alla loro prima Conferenza mondiale? Qual’era la ragione per offenderli? L’importante Conferenza e’ stata “snobbata” dai media italiani, mentre “Libero” se ne e’ occupato soltanto per sbeffeggiare i discendenti dei “Giganti”: gli emigranti italiani con le tristemente famose valige di cartone, costretti ad abbandonare l’Italia, soprattutto negli anni ‘50/’60. Partirono senza soldi, senza conoscere la lingua del Paese dove approdavano, per cercare un migliore avvenire per se stessi, per i loro figli e discendenti. Molti italiani residenti in Italia “ignorano” totalmente il fenomeno dell’emigrazione italiana, ma impossibile che sia “ignorato” dal Direttore di “Libero”. Fuori dai confini geografici dell’Italia esiste un’“altra Italia” di 60 milioni di oriundi. Questa “altra Italia” e’ sempre stata una grande risorsa per l’Italia che non ha mai saputo o mai capito di dover valorizzare. Negli anni ‘50/’60 le cospicue rimesse in valuta pregiata degli emigranti riempirono i forzieri delle banche italiane, che poterono finanziare l’industria e l’artigianato nascente. Il famoso “boom” economico italiano degli anni ’60 e’ stato possibile per l’intraprendenza e la genialità degli italiani in Italia (“di allora”), e per le rimesse dei “Giganti”. Purtroppo gli italiani in Italia “di oggi” sono assai diversi di quelli di quel tempo, di poche chiacchiere e molti fatti che raggiunsero importantissimi successi in tutti i settori: economici, scientifici, sportivi, culturali ecc. Nel 1968 gli italiani furono “infettati” dal deleterio movimento dei “sessantottini” che ha allevato una generazione e mezza di “spocchiosi” nullafacenti e irresponsabili, e questa e’ la vera causa dell’attuale drammatica crisi sociale/economica dell’Italia, alla quale ora si aggiunge la crisi finanziaria mondiale. Feltri, ed i nostri connazionali, non dovrebbero “ignorare” che “l’altra Italia” ha 387 parlamentari di livello statale o federale nelle Americhe, in Europa ed in Oceania originari da tutte le regioni italiane. Ad essi vanno aggiunti gli esponenti governativi, i membri di parlamenti regionali o statali, i sindaci e altri amministratori locali, nonché i vari tipi di funzionari elettivi, che assommano a diverse migliaia. Per quanto riguarda i media, le radio e le televisioni di significativa importanza, sono all’incirca 200 e piu’ di 400 i quotidiani e le testate di consolidata pubblicazione giornaliera o periodica che pubblicano in lingua italiana. A questo vanno aggiunte le oltre 50.000 industrie e ditte commerciali, fondate e mantenute tra enormi sacrifici. Hanno dato un contributo inesauribile all’occupazione e allo sviluppo economico in tutti i Paesi del mondo compresa l’Italia, importando notevoli quantitativi dei suoi prodotti. E’ inaccettabile che un giornalista intelligente ed accorto come Feltri “ignori” tutto questo. Probabilmente ha tacciato da “Papponi” gli eredi dei “Giganti” per essere rimasto schifato dal metodo di “selezione” dei delegati. La Conferenza e’ stata “orchestrata” dal CGIE e dai COMITES che Feltri considera (come molti altri) enti “Papponi”: in 20 anni hanno “pappato” oltre 100milioni di euro con risultati ZERO a beneficio delle comunità degli italiani nel mondo. Due piu’ due fa quattro e Feltri ha concluso che, se la stragrande maggioranza dei giovani sono stati “raccomandati” dai vari presidenti o membri dei due enti “Papponi”, conseguentemente anche loro sono “Papponi”. “Libero” riporta alcune interviste ad alcuni giovani che, “ingenuamente”, ammettono di essere a Roma perché “raccomandati”. In effetti, per lo piu’ la selezione non e’ avvenuta per “meriti” o per il “valore professionale” dei candidati, ma per applicazione del deprecabile metodo italiano: favorire gli amici degli amici. Da tutto il mondo arrivano rivelazioni del vergognoso metodo di selezione. Mesi a dietro, il COMITES di Sydney pubblicò alcuni annunci per invitare i giovani, dai 18 ai 35, di candidarsi per selezionare quattro delegati da inviare a Roma alla prima Conferenza mondiale. Ma gli annunci avevano soltanto lo scopo di dimostrare che tutto si stava facendo con “trasparenza” per la scelta dei quattro giovani piu’ preparati. In realtà era soltanto bluff, la “selezione” era avvenuta da tempo. Infatti a Roma sono andati: 1) Una ragazza facente funzione di segretaria del COMITES (da soli due anni in Australia); 2) Una ragazza impiegata al CO.AS.IT. (l’ufficio e’ di fronte al COMITES); 3) La figlia di un membro del COMITES; 4) Un ragazzo appoggiato da alcuni membri del COMITES. Probabilmente questi erano i giovani migliori, ma il COMITES, per “trasparenza”, doverosamente avrebbe dovuto pubblicare l’elenco di tutti coloro che avevano risposto agli annunci elencando il loro nomi, cognomi e qualifiche. Il COMITES di Sydney e’ lo specchio fedele del cattivo costume vigente in Italia: “inciuci” e “favoritismi”. Quello che e’ molto piu’ grave, che lascia amaramente perplessi, e che i “giovani” coinvolti si sono prestati al poco onesto gioco per non rinunciare ad una gita di una settimana a Roma, spesati di tutto e con un bonus di 350euro. Dovevano ribellarsi a questo deprecabile “rito” italiano, perché non l’hanno fatto? Forse sono dei “furbacchioni” tali e quali ai padri? Se il buon giorno si vede dal mattino, stiamo freschi! Fortunatamente dalla Conferenza di Roma sono arrivati segnali molto positivi che lasciano ben sperare per il futuro. Molti giovani hanno dimostrato professionalità e pragmatismo, qualità acquisite nei loro Paesi di residenza. Diamo tempo al tempo e sicuramente da loro arriveranno “fatti” e non “chiacchierare” e smentiranno Feltri dimostrando che non sono dei “Papponi”. Opportunamente il rinnovo dei COMITES e’ “slittato” al 2010. C’e’ ora il tempo per riflettere. E’ auspicabile che il CGIE venga definitivamente cancellato. Se i COMITES dovessero essere confermati, deve essere impedita la candidatura di coloro che vi hanno già partecipato. La gestione dovrà essere affidata esclusivamente a giovani che abbiamo dato “prova” della loro competenza professionale, che godano della stima della comunità italiana e di quella del Paese di residenza. Basta con la vecchia “nomenclatura” che ha ampiamente dimostrato la loro incapacità, che ha usato il CGIE ed i COMITES per una visibilità’ personale per farsi eleggere al Parlamento italiano, o per ottenere titoli di “cavaliere”, “commendatore” e decorazioni di “stelle al merito”, al merito di che? I fatti parlano chiaro: non hanno mai fatto un bel niente a favore della comunità italiana nel mondo. E’ giunto il tempo della serietà, di proiettarsi con i giovani decisamente verso il futuro per non disperdere l’italianita’ e tutto quello che i “Giganti” hanno conquistato e costruito con grandi rinunce ed enormi sacrifici.