Un Natale avaro per gli italiani all’estero e certamente la colpa non è di Babbo Natale.
Tagli indiscriminati da parte di questo Governo di centrodestra a investimenti, fondi, risorse e finanziamenti di vario tipo, dalla cultura all’assistenza, dai servizi consolari alla previdenza.
Ma Berlusconi ci invita ad essere ottimisti e continua la sua battaglia personale contro la sinistra e la magistratura (democrazia e legalità) che gli impediscono di governare. A fronte di questo evidente disastro economico, politico, culturale e soprattutto morale, il “Cavaliere” aumenta i consensi ed il Partito democratico perde le elezioni amministrative, si lacera al suo interno e subisce l’onda giudiziaria.
Non posso negare che le speranze e le attese che hanno accompagnato la mia attività parlamentare cominciano a vacillare. Ma il mio maggiore cruccio è quello di non essere ancora riuscito, nonostante il mio serio impegno, a portare a casa – con l’eccezione della “quattordicesima” e delle detrazioni per carichi di famiglia – dei risultati tangibili e concreti.
Il bilancio è ingrato, sono tanti gli obiettivi che rimangono distanti: la sanatoria degli indebiti pensionistici, l’assegno di solidarietà per gli italiani all’estero in stato di bisogno, l’importo aggiuntivo, il rinnovo e la stipula di convenzioni bilaterali di sicurezza sociale come quelle con Canada e Cile, la legge sul riacquisto delle cittadinanza, la riforma della legge su lingua e cultura, tanto per citarne alcuni.
Le prospettive purtroppo non sono incoraggianti. Si parla di almeno due anni di recessione e di ulteriori disagi.
Il Governo e la società civile italiana sono molto distanti dalla realtà dell’emigrazione, non ne percepiscono positivamente le potenzialità e, figuriamoci, i bisogni. Stiamo subendo, noi italiani all’estero, lo smantellamento del sistema di tutela dello Stato italiano ma soprattutto l’annullamento della memoria storica dell’emigrazione. Ed è proprio questo orientamento culturale che mi preoccupa ancor più dei pur gravissimi tagli ai capitoli del Ministero degli Esteri per gli italiani nel mondo.
Ho la sensazione che possa trattarsi di una frattura foriera di conseguenze devastanti, a partire da un probabile ripensamento sulla rappresentanza politica.
La fine di questa legislatura è tuttavia ancora lontana. Non ho alcuna intenzione di riscaldare il mio scranno e cullarmi sugli allori. Gli italiani i quali hanno riposto in me la loro fiducia potranno sempre contare sul mio impegno e sulla mia dedizione: continuerò a lavorare con il solo scopo di migliorare i loro diritti e soddisfare le loro rivendicazioni.
Buon Natale, nonostante tutto.