“Il sen. “italiano” Esteban “Cacho” Caselli ha dichiarato in un’intervista che “…chi si presenterà a candidato di presidente de la Nación (Argentina) l’anno prossimo sono io”. E rinuncerà alla carica di senatore italiano gli chiede l’intervistatore? “No”, risponde Caselli. Anche su ciò che può apparire come un’emerita stupidaggine è sempre bene “vigliare” quando viene da un personaggio come Cacho Caselli”. Lo afferma Luciano Neri, componente del Coordinamento Nazionale della Circoscrizione Estero del PD e promotore dell’Osservatorio Internazionale contro le mafie.
“Nell’intervista – afferma Neri – il senatore del PDL eletto in Argentina evoca i peggiori personaggi legati ai momenti più tragici della martoriata storia di quel Paese, quelli della dittatura, del golpismo e della corruzione”. Prima di presentarsi alla presidenza della Repubblica Argentina, molto realisticamente il sen. Caselli farebbe bene a spiegare le tante anomalie e i buchi neri che hanno caratterizzato le elezioni in Argentina: perché sono state stampate oltre 120 mila buste in più per i plichi elettorali, che fine hanno fatto le denunce sulle schede elettorali conteggiate e ritenute valide pur risultando di colore diverso dall’originale? Vicenda rispetto alla quale è in corso una specifica indagine della Procura della Repubblica. L’Argentina è per l’Italia e per la collettività italiana un vero buco nero, una vergogna nazionale rispetto alla quale l’attività consolare non costituisce un aiuto ma uno dei problemi. La contiguità in questo caso con il sen. Caselli si configura come mancanza di quella imparzialità e di quell’etica professionale che dovrebbe caratterizzare qualsiasi rappresentante di uno Stato che non voglia diventare “cameriere del primo Caselli di turno”.
“Nell’intervista – afferma ancora Luciano Neri – Caselli presenta il suo nuovo partito El Pueblo de la Libertad, versione locale del partito di Berlusconi che Caselli definisce come “el líder más grande que tiene el mundo”. Neppure i sudditi di Kim Yong-il in Corea del Nord usano uno stupidario linguistico tanto servile quanto interessato. Ma ciò che preoccupa è la compagnia che Caselli evoca per i suoi progetti: Carlos Ruckauf, Carlos Menem e Aldo Rico. Ruckauf è l’autore tra l’altro del decreto governativo che nel 1975 ordinava alle forze armate argentine “l’annientamento della sovversione”. Fu l’inizio di una dittatura spietata che precipitò il Paese nel terrore e cancellò un’intera generazione di giovani, 30 mila desaparecidos, e tra questi oltre 300 con passaporto italiano e molti altri di origine italiana. Altro riferimento politico di Cacho Caselli è Carlos Menem, accusato di infiniti atti di corruzione, contro il quale è iniziato proprio il 28 novembre scorso il processo per traffico illegale di armi. E’ la prima volta che un presidente della Repubblica in Argentina è sottoposto a processo penale per reati così gravi. Menem, causa infezione alle vie urinarie, non si è presentato in aula. In questo, sì, potrebbe rappresentare con coerenza “El Pueblo de la Libertad” in Argentina considerato l’analogo e non certo nobile comportamento tenuto dal presidente del Consiglio e capo del partito fratello italiano, Silvio Berlusconi, nei processi che lo riguardano”.
“Nell’intervista – prosegue l’esponente del PD – Cacho Caselli arriva persino a dare un giudizio positivo di Aldo Rico come ministro de Seguridad. Il tenente colonnello Aldo Rico è un criminale argentino che tentò un colpo di stato contro il governo democratico di Alfonsin nel 1987 e al quale fu concessa la grazia proprio da Carlos Menem con un provvedimento vergognoso che passò un colpo di spugna sui crimini militari. Uscito di galera Aldo Rico si è riciclato in politica creando nel 1991 un partito di estrema destra, il “Modin” (acronimo spagnolo di Movimento per la Dignità e l’Indipendenza) che conseguì il 10% dei voti nel 1993 e che è poi crollato a poco più dell’1% alle presidenziali del 1995. E non fu certamente un caso che nel 1999 fu proprio lo stesso Ruckauf a nominare il golpista Rico ministro della Sicurezza di Buenos Aires, carica che tenne per soli 4 mesi perché costretto a lasciare in seguito ad uno scandalo. Sarà nostra cura, della Circoscrizione Estero e del PD dell’Argentina, – conclude Neri – seguire con particolare attenzione lo scenario argentino e le dinamiche politiche che, se non chiarite e non fermate, rischiano di produrre nell’immagine e nella sostanza danni gravi alle istituzioni italiane, a quelle argentine e alla collettività italiana residente in quel paese”.