“La crisi non si affronta senza un’azione forte, in questo momento assente, da parte del Governo. Credo che questa necessaria azione possa essere affrontata meglio se anticipata da una discussione comune del Parlamento e se la maggioranza ed il Governo si aprissero ad un confronto ampio e costruttivo” – ha dichiarato l’On. Marco Fedi.
“Il decreto presentato dal governo allo scopo di sostenere le famiglie italiane non è un esempio di buona politica, poiché sceglie di procedere ancora una volta per annunci roboanti e spot propagandistici e non realizza invece il necessario e duraturo intervento di sostegno a favore delle famiglie italiane vessate dalla crisi economica. Si prenda il bonus di 1000 euro. Un’unica e solitaria mancia che non verrà percepita da molti prima di febbraio e che non darà prospettive continuative per il rilancio dell’economia italiana a partire dalle spese dei ceti medi. Lo stesso vale per la social card. Una tessera prepagata per acquisti nei supermercati da 40 euro al mese riservata ad anziani e genitori con bimbi sotto i 3 anni, che però devono avere meno di 6.000 euro di Isee. In totale: solo 1milione 300mila beneficiari su oltre 8 milioni di famiglie che vedono esaurire il loro reddito alla terza settimana (dati Swg). Per non parlare poi dell’annunciato blocco delle tariffe di gas e elettricità e dei pedaggi autostradali, che il governo voleva vantare come suo merito, ma che è in verità competenza dell’Authority preposta. Occorre, invece, lavorare per interventi strutturali. Abbiamo proposto la detassazione della tredicesima ed altre misure strutturali: dobbiamo discuterne” – ha sottolineato Fedi.
“Dobbiamo evitare interventi che in questo momento mettono a rischio posti di lavoro o pesino sulle tasche delle famiglie, come per la vicenda IVA sull’abbonamento Sky. Se non accompagnate da interventi strutturali, queste misure rischiano solo di avere un impatto negativo sulla capacità di spesa delle famiglie. Quindi intervenire subito con misure strutturali e studiare tempi e modalità per allinearci sempre più a tutte le direttive UE”.
“L’impressione è che il governo continui ostinatamente a non modificare i saldi della Finanziaria che Tremonti ha elaborato a luglio. Cioè molto prima dell’esplosione della crisi finanziaria e dell’allarme recessione, e molto prima che l’Europa consentisse come fa ora qualche margine di manovra in più”. “Questo è il tempo per destinare maggiori risorse agli ammortizzatori sociali per proteggere i lavoratori, soprattutto quelli precari, che potrebbero essere i primi a pagare le conseguenze della crisi. E si deve intervenire in sostegno di chi vive di stipendio, perché chi non spende, non lo fa per mancanza di volontà, ma per mancanza di soldi” – ha concluso l’On. Marco Fedi.