Il piano anticrisi del governo è un palliativo

Il Pd si è astenuto sul piano anticrisi del governo Berlusconi. Tutti concordano sul fatto che il sistema bancario e finanziario in grave crisi non debba essere lasciato al tracollo, trascinando con sé le sorti di milioni di onesti risparmiatori. Ma ciò che non convince nel piano del governo è l’aiuto a senso unico e senza contropartite offerto con i soldi dei contribuenti ai gruppi finanziari, responsabili con le loro speculazioni della crisi in atto. Occorrono più regole, più presenza dell’intervento pubblico in economia, più sostegno alla base della piramide e non solo al vertice.

Purtroppo però l’esecutivo ha messo in campo finora solo misure inutili o squilibrate: l’inopportuna abolizione dell’Ici per tutti (compresi coloro che non avevano affatto bisogno di questo regalo) ha disperso risorse ingenti, e di fronte a questo la tessera dei poveri a 40 euro al mese, ispirata a un “capitalismo compassionevole” fuori moda e fuori luogo, è una misura davvero troppo limitata; non c’è nulla per le tredicesime, mentre si insiste, nonostante il parere negativo della stessa Confindustria, sugli straordinari, ininfluenti in questa fase del ciclo economico.

Al contrario, il Pd chiede di discutere insieme alla maggioranza su sostegno a salari e pensioni, sugli ammortizzatori sociali e sulla lotta alla povertà e alla disoccupazione, con misure concrete non demagogiche.

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