“Questo decreto-legge sulla sicurezza e la criminalità organizzata è un altro esempio di come funziona la politica di questo Governo: Tagliare la sostanza, lasciare i cittadini più soli e poi chiedere in Parlamento di approvare una foglia di fico al posto di misure concrete e serie”. È stato questo il messaggio di Laura Garavini, capogruppo del PD nella Commissione antimafia, nel suo intervento in aula. Secondo la deputata “ciò che il Governo presenta in Parlamento è in netto contrasto con ciò che sta raccontando in giro”.
“Se volete fare una politica seria per la sicurezza e contro la criminalità organizzata ci avrete al vostro fianco”, ha detto la Garavini rivolgendosi ai colleghi della maggioranza. “Ma con questo decreto legge non fate né l’uno, né l’altro. È un decreto legge completamente inadeguato ad affrontare i problemi veri della sicurezza e della criminalità organizzata”.
“Anche nella lotta alla criminalità organizzata, il Governo cura la copertina, ma l eggendo ciò che ci viene presentato ci si rende conto che la sostanza è zero. Chi vuol far sul serio nella lotta contro la criminalità organizzata non presenta un miscuglio di misure che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra, non presenta misure contro la mafia accanto a misure volte a costruire nuovi centri di identificazione ed espulsione. Chi prende sul serio il No alle mafie non usa questo argomento per giochetti politici, come invece sta facendo questo Governo”, ha sottolineato la Garavini ribadendo di essere d’accordo con la proposta di incrementare il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso.
Secondo la deputata PD il decreto legge da convertire in legge “è particolarmente maldigeribile perché cerca di insinuare nella gente un messaggio: il messaggio secondo cui criminalità organizzata e immigrazione clandestina sono la stessa cosa. Mandando questo segnale, il Governo provoca un gravissimo danno alla lotta contro le mafie”. In questo modo, ha continuato la Garavini, la mafia “si può sentire più tranquilla perché vede che il Governo sembra essere spinto nella sua politica innanzitutto dalla voglia di soddisfare l’anima ideologica di alcuni dei suoi alleati e non dalla voglia di fare una politica mirata contro uno dei problemi più grandi del nostro Sud e cioè contro le mafie”.
L’articolo sui militari nel decreto legge secondo la Garavini “è un’altra prova del fatto che la sostanza delle misure che il Governo presenta in Parlamento è l’esatto contrario di ciò che sta raccontando sui giornali. Vuole che autorizziamo la presenza di altri 500 militari per la sicurezza. Ma contemporaneamente in Finanziaria lo stesso Governo per i prossimi tre anni ha tagliato due miliardi e mezzo alla sicurezza. Il ché vuol dire 7000 uomini in meno nei prossimi tre anni, vuol dire tagliare tre volanti su 13 a Roma, due su nove a Palermo, vuol dire chiudere commissariati, a Palermo due su otto”.
“Noi diciamo no ad un politica di questo tipo. Perché è una politica pensata per illudere i cittadini, e non una politica fatta per risolvere i problemi”, ha detto la Garavini, “i problemi si risolvono con leggi che attaccano i patrimoni finanziari della mafia, che rafforzano le forze investigative nella loro caccia ai latitanti, che rendono il 41bis più duro, che migliorano la collaborazione internazionale della polizia e della magistratura. La repressione è importante, ma da sola non basta. Bisogna far sul serio nello spezzare i legami tra mafia e politica. Bisogna liberare l’economia del sud dalla morsa mafiosa e creare così le basi per uno sviluppo socio economico delle aree in cui oggi imperversa la criminalità organizzata. Questi sono problemi che non si risolvono con qualche soldato in più per le strade, e meno che meno con dei nuovi centri per l’espulsione degli immigrati.
Roma, 26 novembre 2008
Segue il testo completo dell’intervento di Laura Garavini:
Grazie Presidente,
prima di tutto vorrei complimentarmi per i successi ottenuti in questi giorni dalle forze di polizia nella lotta contro la criminalità organizzata. In particolare sono soddisfatta della notizia secondo cui è stato arrestato uno dei più importanti latitanti sospettati di essere coinvolto nella strage di Duisburg. È un successo frutto della collaborazione internazionale delle forze dell’ordine e della magistratura e ci indica una delle strade su cui dobbiamo puntare con decisione se vogliamo fare sul serio nella lotta alla mafia. Purtroppo però, di un approccio di questo tipo, basato cioè sul potenziamento delle forme di collaborazione a livello internazionale nella lotta antimafia, non si trova nessuna traccia nel decreto legge che il Governo oggi ci propone.
Al contrario,
Qua abbiamo a che fare con un bell’esempio di come funziona la politica di questo Governo. Sulla lotta alla criminalità organizzata negli ultimi giorni da parte della maggioranza abbiamo sentito molte belle parole e notevoli annunci.
Abbiamo letto lunghe interviste sui giornali che ci dicevano che questo Governo vuole fare della lotta alla criminalità organizzata una delle sue priorità.
Magari fosse vero!
Purtroppo la realtà è un altra. Anche in questo caso, anche nella lotta alla criminalità organizzata, il Governo cura la copertina, ma leggendo ciò che ci viene presentato oggi ci si rende conto che la sostanza è zero. Anzi, ciò che il Governo ci presenta in Parlamento è in netto contrasto con ciò che sta raccontando in giro. Perché chi vuol far veramente sul serio nella lotta contro la criminalità organizzata non può presentare un miscuglio di misure che non hanno nulla a che fare l’una con l’altra.
Chi vuol fare sul serio nella lotta contro le mafie non presenta un decreto legge che mette insieme misure che migliorano il sostegno per le vittime di mafia con misure volte a costruire nuovi centri di identificazione ed espulsione per immigrati.
Chi prende sul serio il No alle mafie non usa questo argomento per giochetti politici, come invece sta facendo questo Governo.
Chiaramente è giusto incrementare il fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso. Ma che cosa ha a che fare questa buona proposta, che riteniamo valida anche noi, con l’altra richiesta di costruire mille e più centri di identificazione ed espulsione?
Assolutamente niente!
Anzi,
chi associa gli aiuti per le vittime di mafia alla costruzione di centri di espulsione, in fondo fa vedere che non gli interessa più di tanto che questi aiuti la passino liscia in Parlamento.
Chi mette insieme in un unico decreto aspetti così lontani l’ uno dall’ altro,
chi, contro la mafia, mette in campo decreti-miscuglio e giochi politici
chi fa questo dimostra che, a differenza di quanto sostiene in interviste e dichiarazioni pubbliche, non è affatto interessato ad una seria politica contro la criminalità organizzata, in fondo dimostra di non prendere sul serio la lotta contro la mafia.
Questo miscuglio che il Governo ci presenta è particolarmente maldigeribile perché cerca di insinuare nella gente un messaggio: il messaggio secondo cui criminalità organizzata e immigrazione clandestina sono la stessa cosa. Mandando questo segnale, il Governo provoca un gravissimo danno alla lotta contro le mafie perché riduce l’argomento al contrasto all’immigrazione clandestina.
Certo! Sappiamo benissimo che dietro agli arrivi dei disperati dalle coste africane c’è anche la mano di criminali che organizzano quei viaggi e guadagnano sulla pelle di questi disperati. Ma dire che la lotta alle mafie è innanzitutto lotta contro la immigrazione clandestina e che questa lotta si vince costruendo nuovi centri per l’espulsione è di una perfidia unica. Il vostro messaggio è: la lotta alla mafia si vince anche cacciando gli extracomunitari.
Questo non è solo politicamente perfido ma anche pericoloso perché la mafia così si può sentire più tranquilla. Si può sentire più tranquilla perché vede che il Governo sembra essere spinto nella sua politica innanzitutto dalla voglia di soddisfare l’anima ideologica di alcuni dei suoi alleati e non dalla voglia di fare una politica mirata contro uno dei problemi più grandi del nostro Sud e cioè contro le mafie.
In questo disegno di legge c’è poi anche la questione dei militari e questa è un’altra prova del fatto che la sostanza delle misure che il Governo presenta in Parlamento è l’esatto contrario di ciò che sta raccontando sui giornali. Vuole che autorizziamo la presenza di altri 500 militari per la sicurezza.
Ma contemporaneamente in Finanziaria lo stesso Governo per i prossimi tre anni ha tagliato due miliardi e mezzo alla sicurezza. Il chè vuol dire 7000 uomini in meno nei prossimi tre anni, vuol dire tagliare tre volanti su 13 a Roma, due su nove a Palermo, vuol dire chiudere commissariati, a Palermo due su otto.
Questa è la politica che ci propone il Governo: tagliare la sostanza, lasciare i cittadini più soli e poi chiederci in Parlamento di approvare una foglia di fico! Una foglia di fico con la quale giustificare l’assenza di misure serie e concrete per la sicurezza e contro la criminalità organizzata.
Noi diciamo no ad un politica di questo tipo. Perché è una politica pensata per illudere i cittadini, e non una politica fatta per risolvere i problemi.
I problemi si risolvono con leggi che attaccano i patrimoni finanziari della mafia, che rafforzano le forze investigative nella loro caccia ai latitanti, che rendono il 41bis più duro, che migliorano la collaborazione internazionale della polizia e della magistratura. La repressione è importante, ma da sola non basta.
Bisogna far sul serio nello spezzare i legami tra mafia e politica. Bisogna liberare l’economia del sud dalla morsa mafiosa e creare così le basi per uno sviluppo socio economico delle aree in cui oggi imperversa la criminalità organizzata. Questi sono problemi che non si risolvono con qualche soldato in più per le strade, e meno che meno con dei nuovi centri per l’espulsione degli immigrati.
Colleghi della maggioranza, se volete fare una politica seria per la sicurezza,
se volete fare una politica seria contro la criminalità organizzata
allora ci avrete al vostro fianco.
Ma con questo decreto legge purtroppo non fate né l’uno, né l’altro.
Si tratta ancora una volta di una legge-teatro tipica di questo Governo: un decreto legge completamente inadeguato ad affrontare i problemi veri della sicurezza e della criminalità organizzata.