L’Italia impazzisce per Facebook

L’Italia impazzisce per Facebook
La rete sociale virtuale conta oggi più di 130 milioni di utenti in tutto il mondo

di Nunzia Auletta

L’Italia é entrata nel gruppo di 17 paesi in cui Facebook ha superato un milione di utenti, passando da 590 mila iscritti nel mese di agosto 2008 ad oltre un milione nel mese di settembre. Questa tendenza non sembra rallentare e non ci possiamo sorprendere se ogni giorno ritroviamo un maggior numero di vecchi amici, colleghi che sembravano dimenticati, compagni di scuola di cui non avevamo più notizie da decenni.

Ho scoperto Facebook agli inizi di quest’anno. Anche se ne avevo sentito parlare da tempo, mi sembrava una cosa per ragazzini, uno spazio per chattare e giocare che non si addiceva ad adulti, sempre impegnati ed in eterna carenza di tempo libero. Una mia amica di Caracas, madre di due adolescenti, mi commentò di aver ritrovato in questo spazio un vecchio compagno di scuola, di cui ci eravamo chieste diverse volte che fine avesse fatto. Incuriosita dalla notizia mi sono iscritta e nel giro di pochi giorni sono passata da qualche amico ad una decina, alle quasi due centinaia di oggi. Sparsi tra Tokio e Palma di Mallorca, tra Miami e Madrid, una rete globale che viaggia, studia, lavora, dando vita ad attività culturali, sociali, politiche, aperta 24 ore su 24, sempre qualcuno in linea con cui scambiare un pensiero, un’esperienza, una curiosità. Una rete che si riproduce con la sua forza naturale, dove ad ogni amico accettato o invitato si sommano in rapida sequenza gruppi completi.

Ma cosa ci spinge a socializzare in questa estensione naturale nel nostro contesto sociale? Perché è cosi irresistibile condividere la nostra quotidianità? Perché improvvisamente siamo interessati a sapere i dettagli della vita di persone che in molti casi erano rimaste solo nelle nostra memoria? Ognuno di noi troverá motivazioni diverse: per curiosità, per solitudine, per voglia di apparire, per autopromozione, per amicizia, per affetto o per mantenersi aggiornati. O forse per tutto questo insieme, che è la cosa piú probabile.

Per quanto riguarda i critici di Facebook, devo confessare che non condivido quelle analisi antropologiche o psicologiche, dei soliti profeti delle utopie negative, che vedono in questa rete sociale virtuale una sorta di Grande Fratello, un spazio di libertà vigilata, una dimensione di alienazione dalla vita reale o di voyeurismo tecnologico. Mi trova più d’accordo la definizione dello stesso Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, che preferisce definirlo come una servizio pubblico sociale, una forma efficiente di comunicare e condividere informazione.

Mi fa sorridere chi parla di stress da Facebook, una nuova patologia che ci spingerebbe all’uso compulsivo della rete. Lo strumento non può assumere le colpe dell’essere umano che c’è dietro. Sulla rete sociale ognuno di noi porta quello che è, esprime il proprio io nel suo profilo, nelle sue attività, nei suoi pensieri, nella sua forma di socializzare. E’ questa in fondo la magia della rete, tutti in piazza a chiacchierare e perché no a scambiarci pettegolezzi. Ma anche in piazza per abbattere barriere spazio-temporali, per ridurre distanze fisiche, culturali ed affettive

Certo la forza di diffusione del servizio pubblico ci deve rendere prudenti: nessuno nella sua sanità mentale si denuderebbe in corpo e anima in mezzo alla piazza del paese o affiderebbe le sue confidenze ad un estraneo. Come nella “vita reale”, di cui a mio avviso Facebook fa pienamente parte, è la nostra dimensione umana ed etica quella che deve prendere il sopravvento: usare uno spazio sociale e ludico guidati dal buon senso.

Che Facebook sia poi anche un mercato, uno spazio di promozione e scambio commerciale, è indubbio, ma della forza delle reti sociali virtuali come strumento di marketing virale, mi piacerebbe parlare in un prossimo articolo.

Volevo solo aggiungere che per noi che abbiamo fondato questa Agorá, con la promessa “riprendi il tuo spazio”, Facebook si pone sulla stessa lunghezza d’onda. Libertà di condivisione, libertà di pensiero, senza paura delle critiche altrui, ma sempre nel rispetto reciproco. Su Facebook abbiamo aperto il gruppo di Agorá Magazine, dove i lettori possono incontrare la nostra redazione. Vi invitiamo a partecipare! (www.agoramagazine.it)

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