Felicità ed economia
Idee di benessere e nuove povertà
Il concetto di felicità viene associato ad uno stato d’animo di permanenza e staticità simile a quello contemplativo, in cui Aristotele riteneva dovesse svilupparsi il percorso della teoria e della filosofia, contrapposto, per esempio, al piacere, per eccellenza dinamico e transeunte. Vi è un grado ancor più alto della felicità: la beatitudine. Se la felicità è uno stato di permanenza, ma in qualche maniera connotato da un aspetto di laicità, di vivibilità quotidiana, la beatitudine è uno stato decisamente vicino alla trascendenza che pochi raggiungono. La questione è interessante perché considerando la storia delle idee degli ultimi venti o trenta anni, in cui vi è stato un periodo di forte nominalismo, con Liotard e la sconfitta delle grandi narrazioni, in tale periodo di forsennato nominalismo è subentrato in corrispondenza con una specie di passaggio da un’attenzione particolare nei confronti dell’estetica, all’etica, una sorta di ripresa delle parole con la maiuscola, ossia il nominalismo. Mentre i filosofi tendono ad accentuare i temi dell'etica, in qualche maniera gli economisti si avvicinano a parole di ordine filosofico. I principali studiosi economici contemporanei hanno cercato di teorizzare la tesi economica della felicità. La felicità, stato d’animo particolare studiato in ogni tempo dai filosofi più celebri, è difficile da quantificare in relazione con le teorie economiciste. Da questo presupposto si indaga sulla felicità e l’economia ed il benessere, inteso come modello di “Buona Vita”. Se l’andamento del benessere personale, considerato in senso economico, non collima con una “felicità” psicologica, è da ricondurre in senso più ampio e sociologico al fatto che se il grado di soddisfazione degli individui non aumenta, rispetto all’incremento del reddito nazionale di un paese, sussisteranno di fondo delle carenze psicologiche, delle problematiche ultime, filosofiche e quant’altro. Il benessere di un’economia cresce senza che la felicità soggettiva sia altrettanto beneficiata, perché una buona economia riesce a produrre felicità solo riuscendo a coniugare il benessere pubblico con quello privato.
Recensione ai libri P. Inghilleri, La Buona Vita e L. Bruni e P. Porta Felicità ed economia editi da Guerini e Associati. Presentazione IDEE DI BENESSERE E NUOVE POVERTA’
presso LA CASA DELLA CULTURA di Milano Marzo 2004. Relatori: F. Carmagnola, A. Massarenti, C. Ranci