Le donne di Calabria escluse dagli incentivi del Governo

Interrogazione urgente al ministro del Lavoro e al Ministro dell’Economia
Da parte degli onn.: Francesco Laratta, Doris Lo Moro
Sottoscritta dagli altri parlamentari del pd calabrese

“Le donne di Calabria escluse dagli incentivi del Governo: è ormai accanimento contro la nostra regione” L’on: Laratta: Il governo fermi il decreto.

Testo dell’interrogazione urgente dei deputati Laratta e Lo Moro

Per sapere, premesso che
la notizia che la Calabria è esclusa dai benefici contributivi per l’assunzione agevolata delle donne da parte delle imprese è l’ennesima ingiustizia che la nostra terra subisce per colpa di questo Governo.
Il Ministro del Lavoro, di concerto con il Ministro dell'Economia, ha approvato un decreto, attualmente in registrazione alla Corte dei Conti, per attuare la legge n. 276/03, che prevede misure di promozione della occupazione femminile attraverso l'erogazione di incentivi, nella misura del 25%, a quei datori di lavoro che assumano donne di qualsiasi età, residenti in Italia.
Il decreto individua, come richiesto dalla legge, le Regioni nelle quali gli sgravi contributivi possano essere superiori del 25% previsto. Ebbene, secondo questo decreto, maggiori agevolazioni possono essere concesse per i soli contratti di lavoro stipulati, nel 2008, con donne residenti nelle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. I maggiori incentivi non spettano, però, per le assunzioni in Calabria, agevolate solo con il 25% previsto per tutto il territorio nazionale.
Tale scelta viene giustificata con l’applicazione del Regolamento Comunitario n. 2204/2002, secondo il quale è possibile prendere in considerazione esclusivamente le aree geografiche dove il tasso di occupazione femminile sia inferiore di almeno 20 punti percentuali di quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile sia di 10 punti percentuali superiore rispetto a quello maschile. E, per assurdo, la Calabria sta meglio di tutte le altre regioni meridionali!
Giova ricordare che il Governo Prodi, di fronte a tale assurdità, aveva bloccato l’applicazione di questo decreto per l’anno 2008 al fine di verificare quali correttivi poter adottare per inserire la Calabria tra le aree beneficiare. Il Governo Berlusconi, invece, non ci ha pensato due volte ad attuare questa disposizione non considerando i disincentivi normativi, ambientali e di contesto che allontanano dalla ricerca di un lavoro le donne calabresi.
Eppure basta prendere il rapporto 2007 dell’ISTAT per capire il dramma dell’occupazione femminile in Calabria “… negli anni più recenti la diminuzione della disoccupazione non si è accompagnata a un significativo aumento del tasso di occupazione, ma a un allargamento dell’area dell’inattività, prevalentemente per la rinuncia a cercare attivamente un’occupazione.
Le regioni con il tasso più alto sono quelle meridionali, in cui alla discesa della disoccupazione si associa un aumento delle cosiddette “non forze di lavoro”.

In particolare, in Campania, Calabria e Sicilia sono inattive quasi cinque persone in età lavorativa su dieci. Rispetto al 2006, l’aumento di inattività riguarda soprattutto la Calabria e, in misura inferiore, Campania e Basilicata”. E’ facilissimo comprendere che il miglioramento dell’occupazione femminile in Calabria è avvenuto a causa della rinuncia da parte delle nostre donne a cercare lavoro, ma il Governo Berlusconi non ne tiene conto e produce una norma che – summum ius summa iniura – allontanerà ancora di più le donne calabresi dal mondo del lavoro.

Tutto ciò premesso, si intende sapere

-Cosa intende fare il governo a favore dell’inserimento delle donne calabresi escluse dai benefici di cui al suddetto decreto che attua la la legge n. 276/03 e che prevede misure di promozione della occupazione femminile attraverso l'erogazione di incentivi, nella misura del 25%, a quei datori di lavoro che assumano donne di qualsiasi età, residenti in Italia;
– se non ritiene opportuno ritirare e modificare il suddetto decreto

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