Il senatore democratico Riccardo Villari non lascia la presidenza della Vigilanza Rai: lo ribadisce dopo il faccia a faccia con il suo leader di partito Walter Veltroni. “C’è stata qualche divergenza, ma con il segretario ci siamo parlati con grande franchezza e io ho spiegato che mi dimetterò se si trova in tempi brevi una nuova candidatura condivisa” ha detto Villari.
“Con Veltroni c’è stato un confronto animato, – ha spiegato il senatore – ho però preso attodi un passo avanti del mio partito e del segretario perché c’è la volontà di lavorare per superare la candidatura di Leoluca Orlando e questo può essere il modo per sbloccare la situazione”. E ha aggiunto: “Finchè non sarà trovata una soluzione alternativa io ho il dovere istituzionale di restare al mio posto e vado avanti finchè non sarà garantito il funzionamento della commissione di Vigilanza”. Villari ha poi aggiunto che non intende lasciare il Partito Democratico.
Il Pd continua a chiedere le dimissioni di Villari, con Luigi Zanda, che sospetta che a Villari “non dispiaccia” fare il presidente, con il presidente dei deputati Antonello Soro che gli chiede di scegliere se è presidente “di maggioranza” o se rappresenta l’opposizione, con Paolo Gentiloni che lo accusa di “fare ammuina”.
Sul fronte opposta l’altro alleato interno di W Veltroni, Marco Pannella minaccia un nuovo sciopero della fame e della sete.
Antonio Di Pietro tace, certo non vuole rinunciare alla candidatura di Leoluca Orlando, ma non può certo spaccare un opposizione francamente già disunita, ma le elezioni abruzzesi sono alla porta e dove il candidato alla presidenza della Regione sostenuto dai Democratici, Carlo Costantini, è un uomo di Di Pietro.
La posizione espressa dal presidente della commissione di Vigilanza Rai eletto con i voti del Pdl, secondo il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, è “ineccepibile”, mentre per Veltroni “la prepotenza contro un presidente validamente eletto si conferma un autogol”.
Per quanto riguarda il presidente del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, “la commissione può serenamente operare con gli assetti che si è sin qui data”.
Duro il commento del segretario nazionale da La Destra, Francesco Storace: “Se Villari si dimette lo denunciamo per aver omesso il proprio dovere: ha l’obbligo di convocare la Vigilanza Rai per varare, finalmente, il regolamento per le elezioni in Abruzzo”
Come ho più volte detto da questo libero spazio di Agorà Magazine, e come avevo previsto l’altro giorno, Villari non si dimette, sino a quando non avrà certezze “istituzionali”.
Quest’ultima vicenda non è che l’ulteriore conferma del malessere della nostra democrazia, e faccio fatica a chiamarla ancora tale, senza una vera e costruttiva opposizione, senza possibilità da parte dei cittadini di scegliere i propri rappresentanti. Come si può definire democrazia?
Dove un referendum voluto da più di 800 mila cittadini fra cui Fini, Prestigiacomo e Alemanno da una parte, Parisi, Melandri dall’altra, non si sa quando si fa, di cui non si parla, cosi come non si parla delle tre leggi di iniziativa popolare di Beppe Grillo, che non si sa che fine abbiano fatto, cosi come per le primarie aperte e le preferenze.
Un paese in cui i cittadini non possono viaggiare, ammalarsi ne sposarsi ne comprarsi una casa.
Un paese cosi mal messo, non può preoccuparsi perché il neo presidente della commissione di vigilanza Rai eletto dai parlamentari nominati dai novelli Caligola, che evidentemente non sanno neppure scegliere “yes men” fedeli o forse si, vai a capire! Non si dimette.
Un paese che vive un’obbiettivo disaggio, ha altre priorità! Noi cittadini lo sappiamo bene!
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