LE VUOTE PAROLE DI GIANFRANCO FINI

“…ho concesso oltre 60.000 udienze; mi sono interessato di 1.887.112 pratiche di cittadini, giunte direttamente alla mia segreteria particolare. Tutte le volte che i singoli cittadini, anche dei più remoti villaggi, si sono rivolti a me, hanno ottenuto risposta”, così Benito Mussolini, 10 marzo 1929.
“Ho l’abitudine di leggere la posta e di rispondere a chi mi scrive”, così Gianfranco Fini, presidente della Camera dei deputati, il quale, dopo la sorprendente revisione storica sul Duce e sul fascismo e dopo aver chiesto il perdono degli ebrei, ha ritenuto vergognose alcune frasi di Giorgio Almirante (proprio lui, suo pupillo ed erede), ma non le violenze perpetrate da appartenenti alla sua parte politica.
C’è da vergognarsi oppure no del fatto che un sedicenne sia stato aggredito e picchiato perché europeista, tanto più oggi che all’europeismo ci si è convertiti?
“Un giovane europeista malmenato da due iscritti alla Giovane Italia”, titolava un giornale locale.
C’è da vergognarsi oppure no del fatto che il Secolo d’Italia, da sempre giornale di riferimento di Fini, applichi la cultura dell’omertà o la legge antidemocratica del più forte, anziché contrapporsi a tutta la stampa che conta?
Essendo obbligo inderogabile dei giornalisti – per legge – il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede, nonché l’obbligo (esteso agli editori) di promuovere la fiducia tra la stampa e i lettori, sembrerebbe di sì.
Obblighi e doveri a parte, Gianfranco Fini ha sostenuto che la sua “è una destra che ha solennemente dichiarato la propria avversione, il proprio ripudio, la propria ferma repulsione nei confronti di tutti quegli atteggiamenti che in qualche modo offendono, o addirittura negano, la persona”.
Se le sue non sono vuote parole, perché “malmenare” recidivamente il non più giovane europeista, anziché combattere la disonestà, perché di questo si tratta, di tutti coloro i quali non solo violano palesemente la legge, ma ostacolano “il pieno sviluppo della persona umana” sancito dalla Costituzione?

P.S. Per contattare l’autore: Silvano Strazza – Casella postale n. 1141 – 16121 Genova Centro

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