VIGILANZA: CECCANTI "SANZIONI A VILLARI DOVUTE, STUPEFACENTE LATORRE"

sen. Stefano Ceccanti

Il “caso Villari”, se non giungono dimissioni in tempi rapidissimi, è estremamente chiaro nelle sue coordinate politiche e giuridiche. Il Regolamento del Gruppo Pd del Senato nel comma 5 del suo articolo 2 delimita in modo tassativo per materie, questioni eticamente sensibili e principi costituzionali, le eccezioni alla regola della disciplina di voto con la relativa procedura. Con tutta evidenza il caso in questione non rientra in nessuna tali eccezioni. L'articolo 10 del medesimo regolamento precisa la procedura in caso di sanzioni: giudice di primo grado è il direttivo, in caso di appello l'Assemblea.
Ovviamente il principio costituzionale di divieto di mandato imperativo non c'entra proprio nulla: giacché esso copre non la libertà del singolo nel Gruppo parlamentare di appartenenza, ma rispetto all'assemblea elettiva. Dall'assemblea non si può essere revocati, nel Gruppo, come in qualsiasi associazione, possono essere decise sanzioni. Infatti nessuno ha mai contestato sin qui la loro legittimità.
Si invoca altresì, a sproposito, per giustificare la rottura di una convenzione costituzionale, il rispetto di una libera decisione di parlamentari contro supposti diktat partitocratrici. In realtà si tratta di una nuova forma di “partitocrazia in casa d'altri”, per cui i gruppi di maggioranza non solo decidono chi debba essere il presidente di una Commissione ma decidono anche chi debba essere espressione dei gruppi di opposizione.
Per tutto ciò sono stupefatto dell'intervista al “Corriere” del vicepresidente Latorre, che, se non ho capito male, pur denunciando l'accaduto, sembra proporre di far finta di niente anche in mancanza delle dimissioni che reputa probabili, disapplicando il regolamento del gruppo nella parte relativa alle sanzioni. Ovviamente, se le dimissioni non dovessero esservi e la posizione del collega Latorre dovesse prevalere, ciascuno di noi, sapendo che le sanzioni non sono applicate per un caso grave e chiaro, ne trarrebbe le conseguenze personali sentendosi del tutto svincolato da qualsiasi disciplina di gruppo anche su decisioni rilevanti. Così però dubito che si potrebbe costruire un gruppo parlamentare e un partito. Per questo spero ancora nelle dimissioni e/o di aver capito male le dichiarazioni del collega Latorre.

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