Appello per la pace in Congo

Storia d'Europa: Il Congo

Il Regno del Congo risale al XIV secolo, esattamente come i grandi regni europei. A differenza di questi però finì presto sotto la dominazione di paesi di altri continenti (soprattutto Portogallo e Olanda) e non riuscì mai quindi ad avere un governo proprio e stabile, nè città moderne nè scuole; venne usato soprattutto come fonte di schiavi per i grandi proprietari arabi, europei e americani.
Nel 1885, a Berlino, i Paesi europei si divisero fra di loro quelli africani. Il Congo toccò al re del Belgio, che lo governò sanguinosamente (il numero delle vittime secondo alcuni supera il milione) facendo mutilare o uccidere gli abitanti che si rifiutavano di lavorare. Lo scandalo internazionale (rapporto Casement) suscitato da queste atrocità convinse il Belgio a gestire direttamente il Congo come una “normale” colonia. Le vittime diminuirono, ma non si accrebbe l'alfabetizzazione nè il livello di vita della popolazione, le cui lamentele venivano raccolte solo da alcuni missionari.

Dopo la seconda guerra mondiale, fra i numerosi movimenti di liberazione dei popoli conquistati, ci fu anche quello dei congolesi. Questi trovarono il loro Obama in un giovane intellettuale locale, il 35enne Patrice Lumumba. Il Congo tornò indipendente il 30 giugno del 1960. Lumumba vinse a gran maggioranza le prime (e ultime) libere elezioni e divenne, fra l'entusiasmo di tutti, primo ministro. Si avviò dunque a fare le riforme di cui il paese aveva bisogno, ma la potente Compagnia Mineraria franco-belga, che gestiva tutte le risorse dell'ex colonia, non si rassegnò e convinse il capo della provincia mineraria Moises Ciombè (una specie di Bossi nero) a proclamare la secessione del Katanga, ribellandosi al legittimo governo.

Ciombè venne largamente aiutato dagli antichi padroni, in cambio delle miniere, con armi, denaro e reparti scelti di mercenari bianchi. Riuscì così a catturare Lumumba, che alla sua presenza fu torturato, ucciso e infine disciolto nell'acido.
Da quel momento in tutto il Congo dilagò la guerra civile, con vari capi che si succedevano sanguinosamente l'uno all'altro. Quello che durò più a lungo fu Mobutu Sese, sostenuto prima dalla Francia e poi dagli Stati Uniti, che regnò per trent'anni massacrando tutti gli oppositori. Nel '97 fuggì davanti all'ennesima rivolta, il cui capo Laurent Kabila, proclamatosi a sua volta dittatore, fu assassinato quattro anni dopo. La guerra fra le varie fazioni, sostenute da questo o quel paese occidentale (ma ultimamente si è aggiunta anche la Cina) dura tuttora, caratterizzata da sempre più frequenti stragi di civili.

In questo momento è in corso uno degli scontri più sanguinosi, con almeno un milione di sfollati in fuga dalle varie regioni e i due eserciti, quello “regolare” e quello ribelle (entrambi accomunati da una totale incontrollabilità dei rispettivi soldati, per lo più adolescenti), che gareggiano in stupri e massacri delle popolazioni. I pochi che riescono a fuggire vengono respinti alle frontiere dei paesi europei, che nonostante le loro responsabilità nella genesi di questa tragedia si rifiutano di alleviarla concedendo almeno asilo umanitario alle vittime di tante sciagure. La Catena di San Libero

(Appello per la pace in Congo: info@chiamafrica.it)

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