Il metodo delle storie di vita permette di costruire testimonianze esemplari quali opportunità pedagogiche volte alla narrazione e riflessione rispetto a quanto il soggetto racconta o scrive di sé. La ricerca positivistica ha sempre presentato dubbi sull’attendibilità dell’uso scientifico delle storie di vita che rappresentano consuetudini oggettivanti, come disegni quali-quantitativi di ricerca, in quanto la soggettività sfugge ad ogni tentativo di classificazione e riduzione. La ricerca qualitativa analizza il valore irriducibile dell’esperienza individuale quale risorsa cognitiva ed affettiva.
La conformità della narrazione alla realtà rappresenta il processo di rappresentazione stessa del reale, tramite cui il pensiero narrativo attribuisce significato al mondo con grande potenza esplicativa nelle attribuzioni di senso della realtà e della visione del mondo del narratore.
L’indagine ermeneutica manifesta la complessità della versione narratologica di ogni esistenza, per cui il ricercatore autobiografo è consapevole di non potersi accostare alle storie di vita con imparzialità ed obiettività, nella costruzione di trame esistenziali come modelli interpretativi del reale, in cui le attribuzioni di senso e significato e gli aspetti semantici apicali dell’esistenza, trasformano i vissuti in idee di storie coerenti.