di Letizia Pica
E' ormai chiaro che quando si parla di pubblica amministrazione si fa riferimento ad un universo che abbraccia una pluralità di soggetti. Regioni, Province, Comuni, Stato centrale o enti strumentali hanno compiti diversi e richiedono competenze specifiche per essere gestite, anche se l’obiettivo di fondo è sempre quello di offrire servizi utili in maniera efficiente.
La centralità del proprio servizio e la tendenza a ridurre gli sprechi di risorse e di tempo restano dunque principi e orizzonti di lavoro che dovrebbero essere condivisi a prescindere dal livello istituzionale della dirigenza, a partire da un’autonoma capacità di gestione delle risorse finanziare e umane, sostenuta da una visione progettuale che sia coerente con gli obiettivi (la premessa è quindi è che ve ne siano) di una buona amministrazione.
In un recente editoriale si sono affrontati alcuni degli aspetti che impediscono un reale cambiamento all’interno del sistema della dirigenza pubblica, in cui non mancano, però, persone che svolgono il proprio compito con senso del dovere, preparazione e buon senso.
Quelle che qui vi proponiamo sono tre testimonianze di manager che ci raccontano come interpretano il ruolo di dirigente all’interno delle diverse realtà in cui operano.