Se fossi vissuto durante il “ventennio” sarei stato sicuramente antifascista, come lo fu “coraggiosamente” mio nonno Alfredo. Mi irrito tutte le volte che mi capita di guardare fotografie o documentari in cui appaiono gerarchi o squadristi fascisti. Come era possibile che gli italiani sopportassero simili idiote e ridicole marionette? Se a Macerata, o nei paesi limitrofi, era prevista un’assemblea, festa o adunata fascista, regolarmente i carabinieri andavano a casa di mio nono per prelevarlo e recluderlo nella cella di sicurezza della caserma, rilasciandolo soltanto al termine dell’evento. Non stimo Diego Armando Maradona come persona, ma obbiettivamente debbo riconoscere che e’ stato uno dei piu’ grandi calciatori del mondo. Anche mio nonno, che ha pagato carissimo ad essere antifascista, senza reticenze riconosceva a Mussolini il merito di aver fatto molte cose positive per l’Italia. Dalla bonifica dell’agro pontino, all’INPS, INAIL, IRI (per aiutare le imprese in difficoltà), quasi tutti gli edifici universitari furono costruiti in quell’epoca, la riforma dei codici (l’80% delle leggi sono ancora in vigore) e tanto altro che chi conosce la storia certo non può disconoscere. Mio nonno Alfredo era convinto che Mussolini non fosse “fascista”, ma un “socialista” cretino ed illuso, che si era fatto fregare da quelli che si arricchirono alle sue spalle. Il giorno della cosiddetta “liberazione”, notai che mio nonno era molto triste e preoccupato invece di gioire come tutti, improvvisamente diventati “antifascisti”. Non c’era piu’ in giro un “fascista” neppure a pagarlo in oro 1000 volte il suo peso. “Volatilizzati” i quaranta milioni di fascisti, all’improvviso, si materializzarono quaranta milioni di antifascisti. I liberatori americani rimasero molto perplessi per non aver mai incontrato un solo “fascista” in tutta l’Italia. Forse la propaganda del regime aveva occultato la vera consistenza della popolazione italiana? Pensarono. Evidentemente gli abitanti non erano quaranta milioni, ma ottanta: 50% antifascisti e l’altra metà fascisti: svaniti, scomparsi nel nulla il 25 aprile 1945. In quella data ero un bambino di sei anni, e non compresi il reale significato delle parole preoccupate di mio nonno. Con il passare degli anni mi ritornarono in mente e tutto mi fu chiaro. Nonno Alfredo era soddisfatto per la caduta del fascismo, ma era preoccupatissimo consapevole che stava arrivando un’orda di individui con la “fame arretrata” che avrebbero spolpato l’Italia sino all’osso, anzi, si sarebbero rosicchiato anche quello. La sua preoccupazione era piu’ che fondata. Nel 1965, dopo il “boom” economico, il debito pubblico era del 35,02% del Pil (Prodotto interno lordo). Da allora cominciò crescere gradualmente sino a toccare il 57,59% nel 1980. Poi iniziò una rapida ascesa. Nel 1983 (in quell' anno vi furono due governi: il primo “balneare” di Amintore Fanfani, il secondo di Bettino Craxi), il debito raggiunse il 69,93%. Nel 1984 (governo Craxi): 74,40%. Nel 1985 (governo Craxi): 80,50%. Nel 1986 (governo Craxi): 84,50%. Nel 1987 (governi Craxi, Fanfani e Goria): 88,60%. Nel 1988 (governi Goria e De Mita): 90,50%. Nel 1989 (governi De Mita e Andreotti): 93,10%. Nel 1990 (governo Andreotti): 94,70%. Nel 1991 (governo Andreotti): 98%. Nel 1992 (governi Andreotti e Amato): 105,20%. Nel 1993 (Amato e Ciampi): 115,60%. Nel 1994 (governi Ciampi e Berlusconi): 121,50%. Da allora il debito ha cominciato a scendere: 121,20% nel 1995 (governo Dini); 120,60% nel 1996 (governi Dini e Prodi); 118,10% nel 1997 (governo Prodi); 114,90% nel 1998 (governi Prodi e D' Alema); 113,70% nel 1999 (governo D' Alema); 109,20% nel 2000 (governi D' Alema e Amato); 108,70% nel 2001 (governi Amato e Berlusconi); 105,55% nel 2002 (governo Berlusconi); 104,26% nel 2003 (governo Berlusconi); 103,90% nel 2004 (governo Berlusconi). Da allora ha ripreso a salire: 106,60% nel 2005 e 106,80% nel 2006. Migliori i dati definitivi del 2007: 104,2%. Il vero colpevole e’ il sistema politico che ha sempre prodotto governi “deboli”. Ogni decisione comportava estenuanti trattative e compromessi per distribuire “mazzette” a tutti coloro di cui era necessario ottenere il consenso, altrimenti il governo “cadeva”. Per fortuna ora c’e’ Unione Europea che controlla il deficit di ogni Paese associato. Ma e’ anche una fortuna che l’Italia abbia attualmente un governo forte e “decisionista” senza “correnti” interne da “foraggiare” per rimanere in carica. Veltroni era partito bene, nel dire che avrebbe fatto un’opposizione forte ma intelligente. Ora e’ in stato confusionale. Non gira piu’ con il bus per “Salvare l’Italia”. Ha abbandonato la raccolta dei cinque milioni di firme. E’ intontito dalle incessanti “cagnare” delle ben 18 correnti interne al Pd. E’ sbeffeggiato giornalmente da Di Pietro, che prima si e’ fatto “imbarcare” poi, appena messo piede in Parlamento: “marameo”! Veltroni come Prodi: ZERO in leadership. “Vartere”, disperato, per dimostrare di che cosa e’ capace, organizza una ”abbuffata” di manifestazioni e di scioperi in questo mese di ottobre 2008. Un mese nerissimo in cui è accaduto quanto di peggio tutto il mondo potesse aspettarsi: una crisi finanziaria epocale, il crollo delle Borse, l’inizio dello sfacelo economico. L’Italia non è stata risparmiata: posti di lavoro a rischio, consumi ridotti, gente spaventata. E non è paura degli stranieri, dei clandestini e della criminalità organizzata. Queste sono sciocchezze, di una sinistra calunniatrice senza idee. Si è diffusa una profonda incertezza sul presente e sul futuro che preoccupa i cittadini che, più che mai in questo momento, sentono il bisogno di un governo forte e competente, come lo e’ il governo Berlusconi, per uscire da questa drammatica situazione. Occupare le scuole, sfilare domani 25 ottobre e scioperare il 30, mentre ognuno dovrebbe impegnarsi a salvare il salvabile, e’ da “insensati”. Domani molte saranno le defezioni d’importanti esponenti del Pd. Accoglieranno l’appello i soliti militanti fanatici, i nostalgici delle bandiere rosse, i casinisti di professione: sindacalisti estremisti, studenti maoisti e i “pacifinti”. La solita squallida farsa vista e rivista di una marmaglia “sfascista” e perditempo. Il risultato finale sarà che il Pd perderà ulteriormente il consenso dei suoi elettori, che non comprenderanno il senso della manifestazione in un momento nel quale bisogna essere uniti per il bene di tutti. E’ la prova piu’ evidente dell’incapacità della sinistra italiana d’essere all’altezza di confrontarsi fattivamente con il governo Berlusconi. Manifestazioni e scioperi costruiti su falsità. La scuola come esempio su tutti. Quando si contesta una riforma, una legge o un decreto bisogna farlo con dati di fatto reali e con proposte alternative. Usare la menzogna anziché la verità, e dire solo no senza avanzare una sola proposta, dimostra il vuoto degli organizzatori e che l’iniziativa e’ soltanto politicamente faziosa. E’ indecente ed irresponsabile, poi, coinvolgere dei bambini innocenti. Bisogna essere ciechi e sordi per non vedere e non sentire che la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica e’ con il governo Berlusconi e che non e’ piu’ disposta a credere alle menzogne di un’altra armata Brancaleone.
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