di Chiara Buongiovanni
Si è chiuso a Villasimius il 63° Congresso Nazionale FIMMG “Dalla politica del farmaco alla politica sanitaria”. Centrale il confronto sulla rifondazione della medicina generale, a partire dalle istanze dei rappresentanti della Categoria. In sintesi le richieste dei medici e le risposte del Ministro Sacconi, nell'ottica di una riorganizzazione dell’intero SSN. Giacomo Milillo, segretario FIMMG, ha concluso “Adottiamo un atteggiamento responsabile. Non dichiareremo lo stato di agitazione, ma faremo affidamento sugli impegni del Ministro”.
Le richieste dei MMG
In occasione del 63° Congresso Nazionale, la FIMGG ha portato alla ribalta ancora un volta le istanze di cambiamento radicale avvertite dalla medicina generale. Il nostro problema – spiega Milillo – non è economico. Siamo disposti anche a sacrifici purché si intervenga realmente per una rifondazione del settore che tolga il medico di famiglia da una condizione marginale e gli assegni il ruolo che gli spetta nella medicina territoriale. L’accusa mossa alla strategia politica finora attuata in campo sanitario è quella di un atteggiamento sostanzialmente miope rispetto alle esigenze di cambiamento della medicina di base.
Nella mozione finale approvata all’unanimità, i MMG individuano nella conclusione rapida di un nuovo Accordo Collettivo Nazionale (scaduto da 3 anni) il primo passo per ridefinire questione e ruolo della medicina generale. A seguire, si avanza l’esigenza di una regia nazionale sulla riformulazione di figure e funzioni per una piena ed efficace integrazione nel SSN.
I MMG, riaffermando il proprio sostegno al SSN come strumento di garanzia al diritto costituzionale alla salute, si dichiarano contrari a un taglio sui LEA indiscriminato e sostanzialmente economicistico, chiedendone piuttosto una revisione finalizzata a razionalizzare quelle prestazioni diagnostiche che rappresentano sacche di inappropriatezza per liberare risorse su altri LEA o su determinati percorsi assistenziali. Nella mozione si esplicita, infatti, la contrarietà a una definizione dei LEA finalizzata a una semplice riduzione dei costi perché comporterebbe inevitabilmente una riduzione della tutela del diritto alla salute, mentre si afferma di essere favorevoli a una revisione, con il contributo di tutta la Professione, delle prestazioni garantite in un’ottica di razionalizzazione e di uso più appropriato delle risorse, volta anche a evitare una dispersione delle medesime attraverso un inappropriato carico burocratico per la Categoria. Si richiede dunque al Governo il coinvolgimento dei MMG nell’individuazione di percorsi di razionalizzazione, al fine di apportare un proprio specifico contributo e di evitare carichi burocratici e motivi di conflittualità periferica.
Gli impegni del Ministro
Intervenendo al 63° Congresso Nazionale della FIMGG, il Ministro del Welfare, Maurizio Sacconi ha lodato la volontà della Categoria di partecipare alla rigenerazione del SSN, evidentemente spaccato in migliori e peggiori pratiche, con riferimento al ruolo del medico di famiglia.
La medicina generale nelle parole di Sacconi, come in quelle del Sottosegretario Martini, dovrà essere oggetto di una inevitabile rivalutazione, in un momento in cui si mettono al centro del servizio sanitario la prevenzione e l’assistenza primaria diffusa. E’ necessario – continua Sacconi – ridare valore al medico di famiglia nell’ambito della riforma sul federalismo, attraverso soluzioni di natura organizzativa ed economica.
In pratica, da un lato si lavorerà a un Patto Governo – Regioni, dall’altro si lavorerà direttamente con l’associazione della rappresentanza dei medici di famiglia, per cambiare molti dei paradigmi che, dalla prima Convenzione successiva alla Legge 833 e riforma, hanno regolato la funzione della medicina generale, prima in un sistema ospedale-centrico, ora in un sistema sempre più incentrato su servizi distrettuali e territoriali, rispetto ai quali il medico di famiglia è assolutamente necessario. Il Ministro assume il duplice impegno di una maggiore attenzione per il Contratto e della costituzione di una Cabina di regia nazionale sulla medicina generale, che – con il coinvolgimento delle Regioni e delle Organizzazioni della Medicina Generale – individui le linee guida e i presupposti legislativi necessari a dare solidità e coerenza al futuro della medicina generale e dell’assistenza primaria. In particolare, Sacconi ha affermato che si dovrà anche ritarare il modello delle quote capitarie, che non tiene in considerazione il nuovo ruolo del medico di famiglia e i nuovi compiti a lui richiesti, aggiungendo che il paradosso dell'Irap va risolto così come il meccanismo degli studi di settore.
Il commento
Giacomo Millillo si è detto assolutamente soddisfatto delle risposte che Sacconi ha inteso dare ai due problemi, uno immediato, l’altro di più ampio respiro. La prima risposta riguarda l’apertura a una rapida soluzione alla questione dell’Accordo collettivo nazionale, la seconda è l’intenzione dichiarata di creare la cosa che sta più a cuore alla Categoria: una Cabina di regia per la medicina generale. Per una questione di rispetto verso il Ministro e gli impegni da lui assunti, abbiamo ritirato l’ipotesi di agitazione, perché crediamo che la sua azione possa essere più efficace. Aspettiamo ora il luogo di incontro per rivedere e disegnare il profilo della professione, come promesso da Sacconi.