sen. Amalia Schirru
Il senso di una interrogazione – presentata al Ministro della Difesa dai noi deputati sardi e dal collega Lulli – sul futuro del poligono interforze del Salto di Quirra e sulla possibilità di far partecipare la Sardegna al progetto europeo di sviluppo di aereo senza pilota ci pare sia stato ampiamente frainteso e strumentalizzato. Da alcuni esponenti del mondo pacifista siamo stati accusati di essere diventati guerrafondai e di far venire meno l’impegno di questi anni del centrosinistra al governo regionale e nazionale per la riduzione delle servitù e delle presenze militari nell’isola.
Vogliamo tranquillizzare: non c’è nessun cambio di linea al proposito. Il punto è un altro: a livello europeo è partito un progetto per la sperimentazione sui due prototipi di aereo senza pilota (Sky X e Neuron). Stiamo parlando di un progetto a cosiddetto tecnologia duale, cioè tecnologia militare, ma con considerevoli sviluppi dal punto di vista civile, in molteplici campi: telecomunicazioni, agricoltura, sorveglianza del territorio, industria energetica, controllo dei flussi migratori, controllo del territorio per la prevenzione di incendi, interventi nel corso di calamità naturali, controllo dei flussi migratori, sviluppo dell’intelligenza artificiale.
Un po’ come è accaduto per internet e per il gsm: tecnologie nate in ambito militare che hanno poi cambiato, applicate in ambito civile, il vivere quotidiano di ognuno di noi.
Tale progetto vede in primo piano il gruppo italiano Alenia-Finmeccanica. In Italia si è costituito da poco con il diretto coinvolgimento delle regioni interessate, delle loro imprese e delle loro università (non ci pare che Niki Vendola , Mercedes Bresso e Antonio Bassolino siano accusati per questo di essere dei guerrafondai) il Metadistretto italiano dell'Aerospazio tra le Regioni Piemonte, Puglia e Calabria per lo sviluppo di tale tecnologia.
La Sardegna al momento pare essere stata è stata tagliata fuori, nonostante rappresenti con il Poligono del Salto di Quirra il quarto vertice naturale del sistema, indispensabile per chiudere il quadrilatero delle sperimentazioni più impegnative made in Italy. Pensiamo che questo sia una scelta sbagliata e abbiamo chiesto al governo di chiarire le ragioni di tale esclusione.
La nascita del Polo Aerospaziale può rappresentare, quindi, per quei territori sardi, una possibilità di un futuro industriale e di sbocco lavorativo altamente qualificato. Sono impegnati in questo senso, non solo le forze politiche, ma i sindacati e gli amministratori dell'Ogliastra, uniti al fine di recuperare al territorio un ruolo adeguato in un contesto di sviluppo di industria ad alto contenuto tecnologico. E giustamente preoccupati di non rinunciare a cuor leggero ad un progetto di investimento del valore prossimo ai 5 miliardi di euro. Non si tratta quindi di “martoriare” o mortificare la nostra terra. Si tratta, piuttosto, di avere il coraggio di investire sul futuro dei nostri giovani, affinché si dia loro l’opportunità di impegnare braccia e intelligenza nella propria Regione. Solo strumentalmente si può pensare che tutto ciò voglia dire mettere in discussione la battaglia di tutte le forze autonomiste, alla quale abbiamo partecipato e partecipiamo in prima persona, e del governo regionale in questi anni per la riduzione delle servitù militari in Sardegna e per un riequilibrio del loro peso con le altre regioni del paese.
Cogliamo anzi questa occasione per ribadire il nostro impegno a fianco del governo regionale e del Presidente Soru per completare il processo, gia concordato dalla Regione e dal governo Prodi, per liberare quanto previsto dagli accordi a La Maddalena e contrastiamo con forza ogni tentativo dell’attuale governo di rimettere in discussione quelli accordi.
Confermiamo la nostra contrarietà a qualsiasi tipo di insediamento
militare che possa creare ulteriori interdizioni temporanee o permanenti di aree marittime, terrestri e aeree nella nostra regione.
Confermiamo il nostro impegno per liberare dalla presenza militare Teulada e Capofrasca e condividiamo quanto va facendo a questo fine la Regione sarda.
Contrastiamo con forza ogni tentativo di interrompere o rinviare il processo avviato in questi anni di anni di riduzione delle servitù militari in Sardegna.