Lo Stato non entrera' nel capitale delle banche, sostiene il governo Berlusconi. Come al solito, all'italiana, invece di sostenere con chiarezza e trasparenza una decisione ci si contorce nel sostenere il contrario di quanto scelto. Non c'e' niente da fare siamo un popolo levantino, Bisanzio e' il nostro riferimento. Dunque il Governo dice una cosa ma ne fa, contemporaneamente, un'altra. La scelta di acquisire azioni privilegiate delle banche e, quindi, di non entrare nelle decisioni strategiche e di direzione, ha come contraltare la possibilita' di intervento nelle assemblee straordinarie delle banche stesse. In una situazione di crisi chi neghera' allo Stato, cioe' al Governo, di sollecitare una assemblea straordinaria dove si decide sull'atto costitutivo, sulla emissione di obbligazioni, sulla conferma del piano finanziario e, quindi, sulle strategie da seguire e sulla struttura dirigenziale? E' una forma di nazionalizzazione strisciante richiesta o imposta alle banche. In certi momenti nazionalizzare questo o quel settore sembra una necessita' inderogabile e, allora, perche non dirlo chiaramente?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc